sabato , 20 Aprile 2024

D’Annunzio e la lingua italiana oggi: a Pescara il 42° Convegno dannunziano

Ricorre quest’anno il 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi poeti di tutti i tempi, letto, studiato, tradotto in quasi tutte le lingue del mondo e nel nostro paese considerato come il padre della lingua italiana che ancora oggi, secondo l’opinione di Tullio De Mauro, resta per almeno il settanta per cento quella dantesca.

Se Dante è il padre indiscusso della nostra lingua, sicuramente, per quel che riguarda il Novecento, Gabriele d’Annunzio è stato colui che ha dato l’impulso maggiore al suo rinnovamento, pescando dalla tradizione letteraria e dai dizionari, creando in abbondanza neologismi, arricchendo straordinariamente il suo lessico.
Il poeta pescarese, che, anche riguardo all’uso della lingua si è spesso confrontato con Dante, uno dei suoi grandi modelli, si vantava di aver usato, nella sua straordinariamente ricca produzione letteraria, quarantamila parole, ponendosi in antagonismo con il Sommo poeta, che ne aveva usate solo dodicimila. Sembra innegabile che D’Annunzio, amato e criticato quanto si vuole, abbia rappresentato un punto di riferimento e di confronto obbligato per tutti i poeti e i narratori che sono venuti dopo di lui.
Pur se molti sono stati i contributi dedicati negli ultimi decenni a questi argomenti, anche con approfonditi studi su singoli autori e con la compilazione di dizionari, è utile, in un momento così complesso come il nostro, anche nell’uso della lingua attraverso le nuove tecnologie, un ulteriore approfondimento che tenga conto dell’eredità linguistica dannunziana, non solo riferita alla letteratura, che pure occupa un posto preminente, ma anche alla lingua quotidianamente usata.

Per la prima giornata il programma prevede, dopo i vari indirizzi di saluto da parte di Edoardo Tiboni, Dante Marianacci, il Sindaco Marco Alessandrini, Giovanni Di Iacovo, Donatella D’Amico e Carlo Cappello, la relazione introduttiva del Prof. Giorgio Patrizi su “D’Annunzio, Gadda e la lingua italiana d’oggi” e la rappresentazione dell’atto unico “Mùsami, o Vate, alle colonne del Vizio” scritto, diretto e co-interpretato da Mariaelena Masetti Zannini: lo spettacolo si ispira ad un approfondito studio su Gabriele d’Annunzio. L’opera in versi, fa rinascere lo spirito del Vate, senza filtri, originario, interiore. Attraverso la voce delle sue donne – muse e veicolo di trascendenza – tornerà in vita soprattutto come poeta, ma anche come uomo. In un’immaginaria seduta spiritica la chiave per rievocare leggende tramandate sulle sue libere provocazioni emotive e al contempo pronto a tradirle.

La seconda giornata del Convegno (venerdì 27 novembre) che si svolgerà nell’Aula Magna del Liceo Classico “G. d’Annunzio” a partire dalle ore 9,30, ha in programma gli interventi di: Gianni Oliva – “Appunti preliminari su d’Annunzio e la lingua: problemi di metodo”; Lorenzo Braccesi – “Il cerretano. Tra lingua e stile, dal mito di Ulisse alla signorina Felicita”; Maria Rosa Giacon – “Pleasure: ‘Il Piacere’ inglese e l’apporto della lezione linguistica dannunziana”; Walter Tortoreto – “D’Annunzio e l’acqua” e Marco Presutti – “So i canti di tutti gli uccelli. Gabriele d’Annunzio alla scuola di Alcmane”.

Infine per la terza giornata (sabato 28 novembre) nell’Aula Magna del Liceo Scientifico “G. Galilei”, sede di Via Vespucci, sempre con inizio alle ore 9,30, sono in programma i seguenti interventi: Angelo Piero Cappello – “Gabriele d’Annunzio, la “questione della lingua” e l’italiano contemporaneo”; Andrea Lombardinilo – “D’Annunzio, o della comunicazione sociale: La Carta del Carnaro”; Emiliano Picchiorri – “L’eredità linguistica dannunziana tra lessico e sintassi” e Raffaele Giannantonio – “D’Annunzio e la lingua dell’architettura”.

 

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