venerdì , 19 Aprile 2024

Doppio vitalizio per i consiglieri regionali: il M5S “bastava un Sì per abrogare il privilegi”

“Siamo in giro per tutto l’Abruzzo da oltre un mese con l’IoDicoNo Abruzzo Tour” spiega Sara Marcozzi “e parlando con i cittadini ci rendiamo conto che la più grande bugia di questo referendum è l’unica cosa che desta il dubbio nei cittadini meno informati. Quelli, per intenderci, che la riforma non l’hanno letta e che apprendono solo da una parte ben schierata di media le ragioni del Sì”.

“Non serve deturpare la Costituzione per avere un abbassamento dei costi della politica” tuona Marcozzi “siamo la prova vivente che non è così. Se si fosse detto Sì alla nostra legge sull’abolizione dei vitalizi e alla nostra legge sul taglio degli stipendi, oggi l’Abruzzo sarebbe una regione all’avanguardia per il contenimento dei costi e un esempio virtuoso per tutti i cittadini a cui viene chiesto di fare sacrifici in momento di crisi. Ma la maggioranza di questo Governo propaganda sul Sì, salvo poi riservarsi tutti i No volti a mantenere privilegi e super stipendi”.

Con l’Abolizione del doppio vitalizio la Regione Abruzzo avrebbe risparmiato ben 500 mila euro l’anno e con l’approvazione della legge sul taglio degli stipendi ben 23milioni di euro solo in questa decima legislatura.

“Sono cifre importanti” commenta ancora Marcozzi “soprattutto se si pensa che con i primi 130mila euro, dei 400mila restituiti fino ad oggi, il M5S è riuscito a finanziare 29 aziende abruzzesi, dando respiro a quello che giudichiamo il vero motore economico di questa regione: le piccole e medie imprese. Cosa si sarebbe potuto fare con oltre 23 milioni di euro? Tanto” si risponde Marcozzi “ma è sempre più evidente che a questo Governo regionale il risparmio dei costi serve solo come cavallo di troia per far passare una riforma pericolosissima per l’anima democratica del nostro Paese e per la tutela dei nostri territori sempre più vessati da opere impattanti (inceneritori, trivelle ecc) che con questa riforma sarebbero imposte dal Governo Centrale senza nessuna possibilità di replica”.

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