martedì , 23 Aprile 2024

Esperimento Pianacci: Di Costanzo PD “ traslazione delle criticità ambientali nell’arteria più popolata e trafficata della città”

Montesilvano «Una sperimentazione per individuare la soluzione migliore alle criticità ambientali e di mobilità » così nella giornata di ieri il sindaco Francesco Maragno commentava la soluzione prospettata al “Tavolo di lavoro sulla sicurezza urbana”, convocato dal Prefetto, su richiesta del primo cittadino di Montesilvano, al quale avevano partecipato l’Anas, la Provincia di Pescara, la Polizia Stradale e i Carabinieri. Una soluzione che ad alcuni non è piaciuta, sui social network sono stati infatti sollevati critiche e dubbi, specialmente da chi quella galleria la percorre ogni giorno per motivi di lavoro. Ad esprimere perplessità sulla soluzione prospettata è anche il PD cittadino che in una nota a firma della segretaria Romina Di Costanzo ribadisce come quanto prospettato “è sintomatico di un approccio miope che non guarda la mobilità in un contesto urbano né tanto meno di area vasta”.

“La politica della mobilità è una delle più complesse tra quelle che competono agli enti locali e l’obiettivo della sostenibilità aggiunge delle sfide più ardue. Il traffico è diventato la variabile strategica su cui si gioca in buona misura la sostenibilità dei sistemi urbani, tuttavia la soluzione di un problema complesso come quello di rendere sostenibile la mobilità urbana richiede un forte impegno sul piano dell’innovazione a cominciare dai metodi e dai contenuti delle politiche urbane.
Bene dunque che si inizino a pensare soluzioni per risolvere le criticità ambientali e di mobilità sulla città, –commenta il Segretario PD Romina Di Costanzo– ma il provvedimento prospettato nel corso del tavolo di lavoro sulla sicurezza urbana, convocato dal Prefetto, su richiesta del primo cittadino di Montesilvano, non è di certo risolutivo neppure in via sperimentale.
Il problema dei flussi veicolari sul territorio urbano e il conseguente traffico e inquinamento di parti critiche della città impone un approccio complesso di ripensamenti infrastrutturali e modali importanti, in un piano urbano della mobilità sostenibile metropolitana in un orizzonte di lungo periodo”.

«E’ la dimensione metropolitana
la vera misura della pianificazione
del traffico di Montesilvano»

“Diversamente invece, quanto prospettato è sintomatico di un approccio miope che non guarda la mobilità in un contesto urbano né tanto meno di area vasta”. Commenta nella nota Di Costanzo, e ancora “E’ la dimensione metropolitana la vera misura della pianificazione del traffico di Montesilvano.
Poiché un PUMS, per comuni o consorzi di comuni, ha una dimensione minima di 100 mila abitanti, e attualmente non è prevedibile una tale operatività intercomunale, il PUT pur limitato all’ambito comunale, dovrebbe tuttavia costituire almeno lo strumento conoscitivo e propositivo con cui attivare un tavolo di discussione con gli altri comuni sui temi della mobilità di area vasta”.

Per il PD montesilvanese il problema non è decongestionare la galleria, per la quale ricorda esistono sicuramente misure e mezzi per facilitare l’assorbimento dei gas di scarico e l’abbattimento degli inquinanti, ma quanto piuttosto decongestionare il traffico su punti nevralgici della città. Di Costanzo spiega come introdurre il senso unico e canalizzare i flussi in uscita sull’altra rampa della circonvallazione sud a Santa Filomena, equivale semplicemente ad allungare il tratto di percorrenza di quei veicoli che devono riconnettersi sulla Vestina imponendo un percorso più lungo, con conseguente maggiore traffico, congestione e inquinamento sull’arteria adriatica che attraversa la città.

“In passato programmazioni che tenevano conto di un orizzonte temporale più lungo, come nel caso del PRG 2001 di Montesilvano, prevedevano la prosecuzione della tangenziale sul fondovalle Saline, la cd variante Anas alla SS16, –ricorda il segretario del PD cittadino– un tracciato ora compromesso da costruzioni, tra le quali la scuola di legno, fatta realizzare in epoca Cordoma e ora all’abbandono. Anche lo studio viabilistico per Città S.Angelo nel 2010, condotto da Ciurnelli di TPS, proponeva il raddoppio del casello autostradale di Città Sant’Angelo. E dunque perché non trasformare il tratto di A14 nella tangenziale del fondovalle Saline?

Con questa soluzione provvisoria, invece l’unica cosa prevedibile al momento –conclude la Di Costanzo– è che i superamenti degli inquinanti nell’aria saranno semplicemente traslati su un’altra parte della città, anzi aumenteranno visti i maggiori tempi di percorrenza, stazionamento veicolari, consumi di carburante e dunque inquinamento atmosferico e acustico, su un tratto già fortemente a rischio”.

 

 

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