venerdì , 19 Aprile 2024

Porto di Pescara, le associazioni ambientaliste inviano un esposto all’Autorità anti-corruzione

Pescara – questa mattina  la Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus ha inviato un esposto di 9 pagine con allegati all’Autorità Nazionale Anti-Corruzione e al Ministero delle Infrastrutture affinché siano annullati i due appalti per la barriera soffolta e il taglio della Diga Foranea aggiudicati da quasi un anno dal Provveditorato alle Opere Pubbliche in assenza delle procedure ambientali, conclusesi solo ieri con numerose prescrizioni. a renderlo noto sono le associazioni  Pescara PuntoZero, Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua e la Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus.

L’esposto fanno sapere gli ambientalisiti è stato inviato anche ai responsabili per l’anti-corruzione del Ministero delle Infrastrutture e della Regione Abruzzo e, per conoscenza, alle procure di Pescara, L’Aquila e Roma.

Numerose le questioni evidenziate nell’esposto spiegano in un nota i coordinatori.

«In primo luogo la clamorosa inversione procedimentale con le gare aggiudicate undici mesi prima della conclusione delle procedure di valutazione ambientale. Come sappiamo esistono tre fasi progettuali: progetto preliminare, definitivo ed esecutivo.

La norma impone che le valutazioni ambientali siano condotte sul progetto preliminare. Infatti al Comitato V.I.A. regionale il 20 novembre 2015 sono stati depositati gli elaborati del progetto preliminare, su cui è avvenuta la decisione di ieri, 20 dicembre 2016.

Peccato che il progetto esecutivo (!) denominato “Porto di Pescara – Primi interventi di adeguamento strutturale – Lavori di realizzazione di una barriera soffolta.” per un importo a base d’asta di euro 1.199.357,94, sia andato in gara avviata il 29 ottobre 2015 con aggiudicazione avvenuta il 16 dicembre 2015.

L’altro progetto, nella versione definitiva, denominato “Pescara – progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di apertura della diga foranea e opere di protezione del Porto di Pescara” per un importo a base d’asta di euro 3.349.832,01, è andato in gara il 21 dicembre 2015 e aggiudicato il 28 gennaio 2016».

le associazioni rimarcano come la gara sul progetto esecutivo per la barriera soffolta sia stata avviata 22 giorni prima dall’avvio della procedura di V.A. “e aggiudicata incredibilmente 18 giorni prima della conclusione del periodo delle osservazioni del pubblico per la V.A. sul progetto preliminare e oltre un anno prima della decisione del Comitato VIA” e ricordano come la gara sul progetto definitivo per il taglio della diga foranea “è stata addirittura avviata 14 giorni prima della conclusione del periodo delle osservazioni del pubblico per la V.A. e aggiudicata undici mesi prima della decisione del Comitato VIA”.

Pertanto chiedono gli ambientalisti, non si capisce come il Provveditorato possa essere passato alle fasi progettuali successive di maggior dettaglio (definitivo/esecutivo) senza un parere fondamentale e obbligatorio. Nell’esposto si elencano numerosi articoli del Codice degli Appalti e del relativo regolamento di attuazione che impongono alla stazione appaltante di verificare la completezza delle procedure prima di appaltare i lavori.

Tra l’altro il Comitato V.I.A. ieri ha imposto numerose prescrizioni (15) sia di carattere procedurale (necessità dell’autorizzazione paesaggistica) sia relative alle opere.

«A nostro avviso -commentano gli ambientalisti– l’aver inserito eventuali riserve negli appalti non ne ripristina la legittimità.
Clamoroso, ad esempio, il fatto che il progetto preliminare depositato al Comitato V.I.A. prevedesse il taglio della diga per 120 metri. Tutti gli elaborati sugli impatti ambientali (sedimentazione, idrologia ecc.) sono relativi a questa ampiezza dell’apertura. Peccato che il Provveditorato abbia già mandato a gara e aggiudicato, da un anno, un progetto per un taglio ampio solo 70 metri. Ora il Comitato V.I.A. ne prende inserendola come una prescrizione (!), senza però relazionare in alcun modo su quali saranno gli effetti ambientali di questa variante sostanziale. Cosa accadrà, ad esempio, sugli effetti di interrimento dell’avamporto?

Nell’esposto si chiede, poi, di valutare la compatibilità della posizione dell’Ing. Luciano Di Biase, che da un lato è progettista del taglio della Diga e dall’altro è commissario all’Autorità di Bacino. In quest’ultimo ruolo ha sottoscritto numerosi elaborati relativi all’iter amministrativo del nuovo Piano Regolatore Portuale approvato il 18 novembre 2016 rendendo conformi i due interventi proposti dal Provveditorato (tanto che sono opere richiamate espressamente nella Delibera di Giunta Regionale che ha adottato il nuovo Piano Regolatore Portuale, che, ricordiamo, ha fatto solo la procedura di Valutazione Ambientale Strategica – V.A.S.). Evidenziamo che al momento del deposito al Comitato V.I.A. dello scorso anno i due progetti non erano conformi con il Piano portuale allora vigente».

Infine nell’esposto si evidenziano nuovamente due aspetti che per le associazioni sono di centrale importanza.
Sulla base delle norme comunitarie, spiegano nella nota gli ambientalisti, i due progetti, facendo parte del nuovo Piano regolatore Portuale così come riconosciuto dalla stessa Giunta Regionale, in quanto opere portuali devono essere assoggettate a V.I.A. completa diretta (senza passare per la V.A.) addirittura di competenza nazionale presso il Ministero dell’Ambiente.

«Infine riteniamo che sia illegittimo, sia dal punto di vista delle norme che regolano gli appalti, sia di quelle di carattere ambientale, aver scorporato in due procedure diverse opere che di fatto costituiscono un intervento unitario. In questo modo tutte le valutazioni vengono rese più difficili.

Ricordiamo – concludono le associazioni che hanno inviato l’esposto– che la Diga Foranea attuale non ha mai fatto la V.I.A. e sappiamo come è andata a finire. Continuare con queste procedure a nostro avviso del tutto fuori luogo. Ci chiediamo perché non sia stata fatta, come accade per gli altri porti e come era stato suggerito anche dal Ministero dell’Ambiente, un’unica procedura coordinata di V.I.A.-V.A.S. per l’intero Piano Regolatore Portuale. Forse perché ciò avrebbe significato dover fare gli approfondimenti di una V.I.A. nazionale per il faraonico nuovo porto? Ora invece con una semplice Verifica di Assoggettabilità regionale si fanno andare avanti due progetti che metteranno tutti davanti al fatto compiuto visto che disegnano l’assetto voluto dal nuovo piano regolatore portuale senza che per questo sia stata espletata la V.I.A. Ovviamente ci riserviamo di inviare esposti alla Commissione Europea».

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