mercoledì , 19 Marzo 2025

Taglio dei fondi alle Riserve Regionali abruzzesi: le associazioni ambientaliste insorgono

L’Aquila – Un taglio del 22% ai fondi destinati alla gestione delle Riserve Regionali abruzzesi per il 2025 scatena la protesta di Ambiente e/è Vita, Legambiente e WWF. Le tre associazioni, in un comunicato congiunto, esprimono “grande rammarico” per la decisione annunciata dalla Regione Abruzzo ai Comuni che amministrano queste aree protette, definendola un duro colpo alla tutela dell’ambiente e alle economie locali.

La riduzione, comunicata di recente, compromette i 1.440.000 euro stanziati a fine 2024 con la delibera regionale n.834/2024, cifra su cui i Comuni avevano basato la programmazione delle attività per l’anno in corso. Le associazioni sperano che si tratti di un taglio “tecnico” legato a esigenze di bilancio, ma chiedono un rapido ripristino delle risorse. “I fondi erano già appena sufficienti per garantire il funzionamento minimo delle Riserve – si legge nel comunicato – e questa decurtazione rischia di metterle in ginocchio”.

Secondo le associazioni a pagarne le conseguenze sarebbero soprattutto le amministrazioni più virtuose, che avevano già avviato progetti per la conservazione della biodiversità, l’educazione ambientale e la promozione del territorio. Un danno che non si limita all’ambiente: il turismo sostenibile e lo sviluppo locale, strettamente legati alle Riserve, subirebbero un contraccolpo significativo. Le associazioni non si limitano alla critica e avanzano proposte concrete: il reintegro immediato delle somme tagliate e una revisione della Legge Quadro 38/96, per chiarire stanziamenti, criteri di gestione e rendicontazione. Chiedono, inoltre, più investimenti e l’istituzione di un tavolo permanente di coordinamento per ottimizzare le azioni a favore delle aree protette. Il timing della decisione regionale appare particolarmente critico: proprio oggi, 25 febbraio, si apre a Roma la seconda sessione della Conferenza delle Parti sulla Biodiversità (Cop16Bis) delle Nazioni Unite, con l’obiettivo globale di proteggere il 30% della biodiversità entro il 2030. “Mentre il mondo si mobilita, l’Italia – uno dei Paesi più ricchi di biodiversità – è in ritardo su finanziamenti e interventi strutturati”, denunciano le associazioni, sottolineando il ruolo strategico delle Riserve Regionali come presidio territoriale per la natura e il benessere delle comunità.

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