giovedì , 25 Aprile 2024

Chieti, al via il progetto “Sport in carcere”

Il progetto “Sport in carcere” è promosso dal Coni e intende coordinare

attività sportive nelle strutture penitenziarie della provincia di Chieti,

per promuovere salute e benessere grazie ai benefici dell’attività fisica

collaborando ad un processo di rieducazione tramite le discipline

sportive.

L’attività sportiva può rappresentare anche un elemento positivo per

contribuire non solo al mantenimento di uno stato soddisfacente delle

salute psicofisica, ma anche per migliorare la convivenza nell’Istituto,

contribuendo ad abbassare il livello di tensioni e di conflitti.
In questo

senso le attività sono pensate ed organizzate in modo da essere

“strumento educativo”, mezzo con il quale lavorare sulle relazioni, sulle

regole, sui valori come la legalità e la cooperazione, sul significato della

sconfitta e della vittoria e sulla “gestione delle frustrazioni”.

Il progetto tiene conto anche dell’importanza di integrarsi con altri

progetti rieducativi già esistenti nella struttura. Lo sport dunque diventa

strumento trasversale utile agli operatori nella strategia educativa della

prevenzione e del recupero delle persone detenute.

Il principale scopo che si vuole raggiungere nei detenuti è quello di

riuscire, attraverso le attività sportive, ad aumentare la fiducia in se

stessi perché attraverso il corpo ed il movimento i giocatori accrescono

la consapevolezza nei propri mezzi e, provando, si accorgono di essere

in grado di affrontare anche situazioni complesse.
Per raggiungere

questo obiettivo gli educatori propongono esercitazioni commisurate

alle capacità degli allievi e con difficoltà progressive, prima globali e poi

specifiche, permettendo i detenuti di non affrontare ostacoli che non

siano in grado da superare.

Si promuove dunque lo sport non solo come pratica disciplinante, come

educazione alle regole, ma anche e soprattutto come strumento di

valorizzazione di sé, di socializzazione e di autostima.

La casa circondariale di Chieti conta 94 detenuti, quindi non è un carcere

sovraffollato ed ha due sezioni femminili ed una maschile. Per gli uomini

ci sarà calcetto e corpo libero, invece per le donne uno sport di gruppo,

probabilmente pallavolo, mentre per loro il corpo libero già c’era. Ad

arricchire il tutto ci saranno anche incontri formativi sulle corrette

abitudini alimentari e sul primo soccorso.

“Rappresentiamo oltre 40 Federazioni sportive a livello provinciale – ha

detto il delegato del Coni Point Chieti, Gianfranco Milozzi – quest’anno

insieme al Comitato Abruzzo abbiamo inserito la realizzazione di un

progetto nelle carceri della nostra provincia. Ringrazio la direttrice del

carcere di Chieti ce ha subito aderito alla nostra iniziativa.
Abbiamo

pensato anche alla struttura di Lanciano ma non c’erano fondi a

sufficienza, speriamo di riuscirci l’anno prossimo.
Purtroppo abbiamo

constatato che di attività motoria nelle carceri se ne fa poca. Fare sport

è anche un modo per vedersi di più e per scambiare le idee. Questo

progetto è nato nel 2013 quando è stato avviato in due carceri italiane

(Roma e Bologna) ed è stata un’iniziativa apprezzatissima, quindi con

molto piacere sottoscriviamo questo protocollo d’intesa.
Questo progetto

partirà la prossima settimana con delle attività sportive nelle carceri,

partiremo con un torneo. Ci saranno anche delle attività collaterali”.

“Ringrazio il presidente del Coni – ha aggiunto la direttrice della casa

circondariale di Chieti, Giuseppina Ruggero – lo sport è importante

sotto diversi profili: sotto l’aspetto della salute ed anche sotto il profilo

del rigore, soprattutto per persone che hanno avuto problemi di

tossicodipendenza.
Lo sport nelle carceri è praticato spesso in maniera

spontanea, questo dimostra che l’essere umano non può non muoversi,

soprattutto quando ci si trova in uno spazio stretto e non si ha la

possibilità di fare una passeggiata.
Abbiamo constatato quanto per loro

sia importante muoversi e stare all’aperto. Purtroppo molti Istituti non

hanno strutture adeguate. Ho potuto notare che il detenuto è molto

soggetto a malattie cardiovascolari perché mangia male, fuma tanto e

fa una vita sedentaria.
Queste attività consentono ai detenuti di stare

lontani da alcune cose e si tratta di un’attività di recupero. Ritengo che lo

sport sia la base per recuperare, con lo sport si ha la consapevolezza di se

stessi, delle proprie capacità e si ha più rispetto per gli altri”.

“Qualche anno fa era stato avviato il progetto di attività motoria nelle

carceri che giova ai detenuti – ha sottolineato il presidente del Coni

Abruzzo, Enzo Imbastaro – spero che questa attività continui nel futuro

anche perché lo sport è importante dato che insegna il rispetto per le

regole.
Poi ci sono anche degli aspetti sanitari, lo stare bene fisicamente

aiuta anche ad approcciarsi meglio con le altre persone. Ringrazio chi ha

reso possibile la realizzazione di questa iniziativa e spero che la si possa

estendere anche nelle altre carceri”.

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