Il progetto “Sport in carcere†è promosso dal Coni e intende coordinare
attività sportive nelle strutture penitenziarie della provincia di Chieti,
per promuovere salute e benessere grazie ai benefici dell’attività fisica
collaborando ad un processo di rieducazione tramite le discipline
sportive.
L’attività sportiva può rappresentare anche un elemento positivo per
contribuire non solo al mantenimento di uno stato soddisfacente delle
salute psicofisica, ma anche per migliorare la convivenza nell’Istituto,
contribuendo ad abbassare il livello di tensioni e di conflitti.
In questo
senso le attività sono pensate ed organizzate in modo da essere
“strumento educativoâ€, mezzo con il quale lavorare sulle relazioni, sulle
regole, sui valori come la legalità e la cooperazione, sul significato della
sconfitta e della vittoria e sulla “gestione delle frustrazioniâ€.
Il progetto tiene conto anche dell’importanza di integrarsi con altri
progetti rieducativi già esistenti nella struttura. Lo sport dunque diventa
strumento trasversale utile agli operatori nella strategia educativa della
prevenzione e del recupero delle persone detenute.
Il principale scopo che si vuole raggiungere nei detenuti è quello di
riuscire, attraverso le attività sportive, ad aumentare la fiducia in se
stessi perché attraverso il corpo ed il movimento i giocatori accrescono
la consapevolezza nei propri mezzi e, provando, si accorgono di essere
in grado di affrontare anche situazioni complesse.
Per raggiungere
questo obiettivo gli educatori propongono esercitazioni commisurate
alle capacità degli allievi e con difficoltà progressive, prima globali e poi
specifiche, permettendo i detenuti di non affrontare ostacoli che non
siano in grado da superare.
Si promuove dunque lo sport non solo come pratica disciplinante, come
educazione alle regole, ma anche e soprattutto come strumento di
valorizzazione di sé, di socializzazione e di autostima.
La casa circondariale di Chieti conta 94 detenuti, quindi non è un carcere
sovraffollato ed ha due sezioni femminili ed una maschile. Per gli uomini
ci sarà calcetto e corpo libero, invece per le donne uno sport di gruppo,
probabilmente pallavolo, mentre per loro il corpo libero già c’era. Ad
arricchire il tutto ci saranno anche incontri formativi sulle corrette
abitudini alimentari e sul primo soccorso.
“Rappresentiamo oltre 40 Federazioni sportive a livello provinciale – ha
detto il delegato del Coni Point Chieti, Gianfranco Milozzi – quest’anno
insieme al Comitato Abruzzo abbiamo inserito la realizzazione di un
progetto nelle carceri della nostra provincia. Ringrazio la direttrice del
carcere di Chieti ce ha subito aderito alla nostra iniziativa.
Abbiamo
pensato anche alla struttura di Lanciano ma non c’erano fondi a
sufficienza, speriamo di riuscirci l’anno prossimo.
Purtroppo abbiamo
constatato che di attività motoria nelle carceri se ne fa poca. Fare sport
è anche un modo per vedersi di più e per scambiare le idee. Questo
progetto è nato nel 2013 quando è stato avviato in due carceri italiane
(Roma e Bologna) ed è stata un’iniziativa apprezzatissima, quindi con
molto piacere sottoscriviamo questo protocollo d’intesa.
Questo progetto
partirà la prossima settimana con delle attività sportive nelle carceri,
partiremo con un torneo. Ci saranno anche delle attività collateraliâ€.
“Ringrazio il presidente del Coni – ha aggiunto la direttrice della casa
circondariale di Chieti, Giuseppina Ruggero – lo sport è importante
sotto diversi profili: sotto l’aspetto della salute ed anche sotto il profilo
del rigore, soprattutto per persone che hanno avuto problemi di
tossicodipendenza.
Lo sport nelle carceri è praticato spesso in maniera
spontanea, questo dimostra che l’essere umano non può non muoversi,
soprattutto quando ci si trova in uno spazio stretto e non si ha la
possibilità di fare una passeggiata.
Abbiamo constatato quanto per loro
sia importante muoversi e stare all’aperto. Purtroppo molti Istituti non
hanno strutture adeguate. Ho potuto notare che il detenuto è molto
soggetto a malattie cardiovascolari perché mangia male, fuma tanto e
fa una vita sedentaria.
Queste attività consentono ai detenuti di stare
lontani da alcune cose e si tratta di un’attività di recupero. Ritengo che lo
sport sia la base per recuperare, con lo sport si ha la consapevolezza di se
stessi, delle proprie capacità e si ha più rispetto per gli altriâ€.
“Qualche anno fa era stato avviato il progetto di attività motoria nelle
carceri che giova ai detenuti – ha sottolineato il presidente del Coni
Abruzzo, Enzo Imbastaro – spero che questa attività continui nel futuro
anche perché lo sport è importante dato che insegna il rispetto per le
regole.
Poi ci sono anche degli aspetti sanitari, lo stare bene fisicamente
aiuta anche ad approcciarsi meglio con le altre persone. Ringrazio chi ha
reso possibile la realizzazione di questa iniziativa e spero che la si possa
estendere anche nelle altre carceriâ€.