L’Aquila – La sanità abruzzese è bocciata dal Ministero della Salute per il 2023: prevenzione e cure territoriali insufficienti, con liste d’attesa infinite e pronto soccorso in crisi, spingono i cittadini a curarsi altrove. Il segretario del Pd Abruzzo, Daniele Marinelli, attacca la giunta Marsilio per l’aumento di debiti e mobilità passiva, chiedendo risposte concrete a un disastro che penalizza la regione.
«La sanità abruzzese non raggiunge la sufficienza né nella prevenzione né nelle cure territoriali, e questa doppia insufficienza le impedisce di accedere alle risorse premiali del Fondo sanitario nazionale. È quanto emerge con chiarezza dalle “pagelle” del 2023 redatte dal Ministero della Salute, nell’ambito del monitoraggio annuale sulla qualità e la quantità dei LEA, i Livelli essenziali di assistenza nel settore sanitario. Un risultato che spiega bene perché tanti abruzzesi siano costretti a cercare cure fuori regione.»
Così in una nota stampa Daniele Marinelli, segretario regionale Pd Abruzzo che aggiunge: «I dati del Ministero, basati su 24 indicatori, confermano una realtà che i cittadini conoscono fin troppo bene: in Abruzzo fare prevenzione è un’impresa ardua, se non impossibile, e l’assistenza territoriale è gravemente carente. Liste di attesa interminabili, pronto soccorso congestionati e cure negate al 10% della popolazione sono ormai tratti distintivi di questa regione. La giunta Marsilio non solo non ha risolto questi problemi, ma li ha aggravati. Negli ultimi cinque anni, il debito delle ASL è schizzato alle stelle e la mobilità passiva è aumentata vertiginosamente. L’Abruzzo non merita una classe dirigente così incapace, il cui addio, quando arriverà, sarà comunque in ritardo. Le abruzzesi e gli abruzzesi non meritano una sanità pubblica ridotta al lumicino, schiacciata tra debiti in crescita e servizi in calo. Marsilio, la giunta regionale e la maggioranza di destra potrebbero almeno fare un gesto di cortesia: dire finalmente all’Abruzzo, e non solo all’opposizione, come pensano di porre rimedio a questo disastro.» Conclude Marinelli
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