HGnews L'informazione abruzzese on line
Pescara – Come sarà la Pescara del futuro? Se ne è discusso giovedì 20 febbraio in Commissione Territorio, presieduta dall’ingegner Salvati, con il contributo dei professori Montelpare e Zazzini dell’Università D’Annunzio. Al centro del dibattito, la prossima delibera comunale che, applicando il Decreto Sviluppo, definirà le volumetrie edilizie della città. Ma quali sono le priorità?
Secondo la consigliera comunale Simona Barba (AVS-Radici in Comune), è fondamentale guardare oltre l’aspetto economico. “Aumentare altezze e cubature impatta sul comfort della città,” spiega. Pescara, già segnata da un’isola di calore dovuta all’elevata densità di suolo consumato, rischia di peggiorare: più edifici bloccano le brezze marine e collinari, essenziali per il ricambio d’aria e il raffrescamento estivo, mentre l’accumulo termico alimenta notti tropicali e un maggiore uso di climatizzatori, in un circolo vizioso di consumi e inquinamento.
Non solo. Maggiori altezze riducono la luce solare, aumentando i consumi energetici e il disagio abitativo, oltre a incrementare la densità abitativa, con ricadute su traffico, servizi e rifiuti. “Il Decreto Sviluppo parla di rigenerazione urbana,” sottolinea Barba, “ma una delibera mal calibrata potrebbe favorire singoli edifici a scapito della qualità della vita complessiva.”
La proposta avanzata è quella di spostare l’attenzione dalla demolizione e ricostruzione premiata in centro – che rischia di cancellare il tessuto storico – alla ristrutturazione strutturale ed energetica, decementificando aree per creare spazi verdi. Nelle periferie, invece, i premi di cubatura potrebbero incentivare una vera rigenerazione, riequilibrando il valore economico tra centro e aree esterne. “La priorità deve essere la vivibilità di tutti, non solo il profitto,” conclude Barba.
Martedì 25 febbraio, il Consiglio regionale discuterà una risoluzione collegata.
