venerdì , 3 Maggio 2024

Regolamento per la gestione faunistico venatoria dei cinghiali

Febbo sottolinea come “proprio le problematiche legate alla presenza

dei cinghiali, siano particolarmente sentite dagli imprenditori agricoli alle

prese con il sempre crescente numero di cinghiali che causa ingenti danni

alle colture”.

“Innanzitutto – evidenzia Febbo – grazie a questo Regolamento sarà

possibile effettuare un preciso monitoraggio degli animali presenti nelle

diverse aree del territorio regionale e questo consentirà di mettere in

campo tutti gli interventi necessari in termini di prevenzione. Se non

fosse passato il regolamento, nelle zone di presenza dell’Orso la caccia al

cinghiale non si sarebbe aperta mancando un atto amministrativo a cui

poter fare riferimento con il calendario venatorio.
Il piano d’azione di

tutela dell’Orso marsicano infatti prevede che in queste aree la caccia al

cinghiale possa essere effettuata solo con la girata. Inoltre l’Ispra

attraverso i suoi pareri, consiglia l’assegnazione delle zone alle squadre

dei cinghialai (sempre nelle aree di presenza dell’Orso), in particolare

nelle zone di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Voglio

rimarcare che nonostante il parere dell’Ispra non sia vincolante,

basterebbe un ricorso al Tar su questi argomenti che la caccia al cinghiale,

in queste aree, venga chiusa con evidenti e gravi ripercussioni per gli

agricoltori. Le attività da svolgere saranno contenute in specifici Piani

quinquennali di gestione del cinghiale, su base provinciale, previste

proprio dal Regolamento appena introdotto.
Sarà necessario procedere

alla programmazione degli interventi di gestione quali miglioramenti

ambientali, metodi di prevenzione dei danni, piani per il contenimento

dei danni al patrimonio agricolo-zootecnico, quantificazione delle

presenze minime certe, piani di prelievo, controlli quantitativi e

qualitativi dei prelievi.
E’ importante sottolineare infine – conclude Febbo

– come la nostra Regione si doti di uno strumento innovativo che si pone

l’obiettivo della conservazione della specie con il mantenimento di

presenze compatibili alle esigenze delle colture agricole e della restante

fauna selvatica”.

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