Dopo “La Provincia per la Memoria†(dedicata al 27 gennaio, giornata che ricorda la tragedia della Shoah), sarà la volta di “La Provincia per la Repubblicaâ€, incontro destinato a ricordare un anniversario e a dibattere un tema che sono fondamentali per l’idea e la pratica della democrazia nel nostro paese.
Intitolato “Alle origini della democrazia in Italia: la Repubblica Romana del 1849 e la sua Costituzioneâ€, l’evento pubblico si soffermerà sull’anniversario della proclamazione (il 9 febbraio 1849) della Repubblica Romana. Ne dibatteranno il Presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco; Luciano D’Alfonso, Presidente della Regione Abruzzo; Pasquale Miniero, Presidente dell’Associazione Mazziniana Italiana, Sezione di Pescara; Loris Di Giovanni, responsabile provinciale Cultura UNPLI di Pescara; Enzo Fimiani, direttore della Biblioteca Provinciale di Pescara.
L’esperienza della Repubblica Romana e della carta costituzionale allora approvata durò pochi mesi, ma segnò uno dei più straordinari momenti politici e civili della storia contemporanea italiana prima della Costituzione repubblicana del 1947-48.
Pur effimero nella durata, destinato a morire in culla per l’evidente carattere “pericolosoâ€, anticipatore di molte delle istanze più moderne della civiltà giuridica e istituzionale poi maturate assai più avanti nel tempo, l’esperimento anche costituzionale della Repubblica romana, con i suoi tentativi di trasportare tra le norme fondamentali alcuni dei principali ideali del mazzinianesimo più coerente, avrebbe comunque assunto il significato di esempio e modello per quanti, di lì in avanti, agognassero una più democratica via di sviluppo per l’Italia prima in via di unificazione e indipendenza, quindi unita dal 1861 in poi nel nuovo Regno di matrice sabauda.
Pur essendo una scarna enunciazione di principi e intenti più che una Costituzione strutturata, la Carta del 1849 proponeva un consequenziale sistema basato sulla sovranità popolare e su avanzati modelli democratici di convivenza civile (con i suoi richiami per esempio all’eguaglianza, principio poi trasfuso nel futuro terzo articolo della nostra attuale Costituzione democratica e repubblicana).
Per di più, essa intendeva promuovere un profondo mutamento di assetti della società in senso moderno, delineando tra l’altro (sotto forma di garanzie spirituali e materiali assicurate al pontefice pur nell’ambito della cessazione del suo potere temporale) un possibile, proficuo sbocco dei rapporti tra Stato e Chiesa, questione che avrebbe segnato molta della storia otto-novecentesca italiana.
Di certo, però, quale eredità di quell’esperienza rimaneva pure la mancata partecipazione dei cattolici, causata dall’impossibilità o dall’incapacità di coinvolgerli nel processo costituente e politico: anche una tale antinomia tra cattolici e laici avrebbe pesato, e parecchio, sulla storia d’Italia successiva. Questioni importanti, come si vede, sulle quali vale la pena dibattere a distanza di oltre un secolo e mezzo, visto anche che la carta costituzionale dell’Italia di oggi deve larga parte del proprio impianto ideale a quell’esperimento romano.
Guarda anche
Fiorella Mannoia in concerto al Porto Turistico di Pescara
Biglietti disponibili sui circuiti TicketOne e Ciaotickets Chieti. Continuano a moltiplicarsi senza sosta le date …