venerdì , 26 Aprile 2024

La Provincia di Pescara per la Memoria

Parteciperà il

Professor Marco Patricelli, insegnante di Storia dell’Europa contemporanea

all’Università G. d’Annunzio di Chieti e consulente del TG1 Storia, che

terrà una conferenza dal titolo “Witold Pilecki – Il volontario che rivelò al

mondo l’orrore di Auschwitz”.

Saranno presenti anche il prefetto Vincenzo

D’Antuono e sindaco di Pescara Marco Alessandrini e il governatore

Luciano D’Alfonso.

La conferenza verterà sui contenuti dell’ultima pubblicazione di Patricelli, “Il

volontario”, che racconta la storia dell’eroe Witold Pilecki, che nel ’40, a solo

38 anni, entrò volontario nel campo di Auschwitz per rivelare al mondo l’orrore

dei lager.

“Il tenente di cavalleria Witold Pilecki nel 1940 ha 38 anni. Sotto falso nome

si lascia arrestare, come fosse per caso, nel corso di una retata della

Gestapo. Il suo piano, proposto e accettato dai vertici dell’Esercito

clandestino polacco che ha contribuito a fondare, è di essere rinchiuso ad

Auschwitz per poter informare il mondo su cosa accade davvero dentro a

quel lager di cui si raccontano a mezza voce cose orribili, e costruire una rete

di resistenza.
E’ lui, prigioniero sotto falso nome, a far filtrare il primo rapporto

sugli orrori di Auschwitz, il primo documento in possesso degli Alleati già a

marzo 1941.
Pilecki è abile, astuto e fortunato. Dopo quasi mille giorni di

prigionia, durante i quali rischia più volte la morte per malattia e per

eliminazione, e dopo aver inoltrato all’esterno racconti dettagliati sulla

“fabbrica dello sterminio”, evade rocambolescamente nel 1943. Gli Alleati

hanno ritenuto i suoi rapporti “esagerati”: non sono riusciti a credere a quello

che ha scritto e narrato nei minimi dettagli, eppure è tutto vero.

1945 – 2015”

Successivamente si batte nell’insurrezione eroica e disperata di Varsavia del

1944, e finisce nuovamente prigioniero dei tedeschi fino alla fine della guerra.

Liberato, senza che nel frattempo i tedeschi lo abbiano mai collegato

all’ufficiale già arrestato nel settembre del 1940. Nel 1945, sconfitto il nazismo

contro cui si era battuto sacrificando la famiglia e gli affetti, lo ritroviamo in

Italia dove si offre nuovamente volontario per tornare in Polonia e cercare di

strapparla da un’altra dittatura e da un altro sistema di terrore: lo stalinismo.

Sa già che gli ideali di libertà per i quali ha speso i suoi anni e ha patito

l’indicibile non sono riusciti a strappare la Polonia, tradita dagli alleati

occidentali, al suo destino. È il tempo dell’Armata Rossa e

dell’indottrinamento sovietico: tutto quello che Pilecki ha fatto non conta nulla

per le autorità comuniste, che gli danno la caccia come a un nemico

pericolosissimo e lo arrestano: è un uomo scomodo, un ‘traditore’, un ‘agente

imperialista’, un ‘nemico del popolo’ da eliminare.
La sua sorte è segnata: è

condannato tre volte a morte in un processo farsa in cui il suo accusatore non

è neppure laureato in Legge, la difesa non ha poteri, i testimoni a favore non

sono ascoltati oppure sono minacciati e la giuria si limita a recitare un

copione già scritto.
Viene giustiziato il 25 maggio 1948 con un colpo alla nuca

e il suo corpo viene interrato di notte in un luogo segreto.
Su di lui e su quello

che ha fatto cala il silenzio. La damnatio memoriae è assoluta, vietato persino

pronunciare il suo nome, la famiglia viene osteggiata. La riabilitazione

avviene solo col crollo del muro di Berlino, ma ancora oggi, nonostante tutte

le ricerche, i due figli ignorano dove sia sepolto.
In Occidente questo eroe dell’umanità è pressoché sconosciuto”.

dell’umanità è pressoché sconosciuto”.

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