venerdì , 29 Marzo 2024

Montesilvano: Daniele Scorrano, lettera aperta su l’ipotesi di un crack



«Da tempo si vocifera con troppa insistenza nelle stanze Comunali e in città una frase che forse non

tutti conosciamo nei minimi particolari e soprattutto delle conseguenze e ricadute sulla popolazione

di Montesilvano, mi riferisco a quanto riportato dal nostro Legislatore con l’art. 25 del D.L. n.66

02/03/1989 fino ad arrivare agli art. 243-244 e seguenti, del Testo Unico 267 del 2000 e successive

modifiche ovvero “Dissesto Finanziario degli Enti Locali”.



Il crack di un Comune produce una serie di effetti a catena, che in un certo senso paralizzano la vita

stessa dell’ente stesso, soprattutto in ambito economico, finanziario e sociale.



L’art. 244 del Testo Unico 267/00 stabilisce che si ha il dissesto finanziario quando il Comune non

è più in grado di assolvere alle funzioni ed ai servizi indispensabili, oppure, quando nei confronti

dell’Ente esistono crediti di terzi ai quali non si riesce a far fronte con il mezzo ordinario del

ripristino del riequilibrio di bilancio.



Il dissesto finanziario di un Ente Locale non può essere equiparato al fallimento di un’impresa

privata: l’Ente Locale non può cessare di esistere. In caso di dissesto, si crea una frattura, di certo

non di poco conto, tra passato e futuro.



Nel caso del dissesto finanziario, infatti, pur essendo sentita l’esigenza di tutelare i creditori

dell’Ente, occorre sempre considerare la necessità di assicurare al Comune la continuità di

esercizio, nonostante il grave stato di crisi in quanto gli squilibri economici finanziari che hanno

causato lo stato di crisi dell’Ente, non possono portare ad una forzata cessazione della sua attività,

ma di certo, purtroppo, ne limitano il proprio operato futuro.

Fatta questa brevissima riflessione accademica di diritto, la domanda che mi pongo come tanti

cittadini di Montesilvano, ma anche in qualità di Dirigente del PD di Montesilvano, dove vuole

arrivare la presente Amministrazione Maragno, se tali timori dovessero diventare realtà e quindi atti

amministrativi.



Probabilmente, senza fare alcuna polemica strumentale o terrorismo politico, la richiesta, se

dovesse partire per un pre o Dissesto Finanziario, sarebbe l’unico strumento per giustificare

l’immobilismo di una Amministrazione di centro destra che si trascina oramai da tempo senza un

obiettivo, una progettualità programmatica e soprattutto finanziaria.

Un’Amministrazione che forse è alla ricerca dell’alibi, coadiuvato dalla sacralità del diritto tramite

gli Organi Nazionali di controllo, in modo da porsi di fronte a noi cittadini, con la scusa di non aver

potuto risolvere i tanti problemi cittadini, in quanto eredi di una nave Amministrativa che fa acqua

da tutte le parti.



Un Amministrazione che, non avendo i numeri in maggioranza per l’approvazione del futuro

bilancio, ma soltanto stampelle che di volta in volta vengono tese da movimenti politici

o consiglieri distratti, cerca di mascherare il tutto con un pre o Dissesto Finanziario che

comporterebbe anche la sospensione dei termini per la deliberazione di bilancio e pertanto

salverebbe la faccia dei politici correnti di centro destra.





Ma allora, come si suol dire la domanda sorge spontanea, visto che la famiglia Maragno/Di

Giovanni è impegnata politicamente da un ventennio o poco più, come mai ha cercato il tanto

sospirato traguardo elettorale di Primo Cittadino e adesso forse, è alla ricerca politico-giuridica di

scappatoie per smarcarsi dalle responsabilità acquisite con le ultime elezioni amministrative.



Se ciò dovesse accadere, ovvero dovesse veramente iniziare ed arrivare l’approvazione del pre o

Dissesto Finanziario per il Comune di Montesilvano, noi cittadini ci ritroveremmo a pagare ogni

servizio diretto o indiretto della nostra città e pertanto, il prelievo nelle tasche delle famiglie di

Montesilvano, con le imposte, le tasse locali, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima

prevista dalla legge.



Inoltre, ogni operazione di investimento/mutuo sulla città, nuovi servizi comunali, riqualificazione

urbana in tutte le sue forme e caratteristiche, nuovi servizi cimiteriali, non potranno essere attuati e/

o troverebbero non poca difficoltà ad essere realizzati in futuro.



Non ultimo i servizi sociali che adesso con fatica e professionalità si occupano l’Azienda Speciale

e lo Sportello Ufficio Disabili che fine faranno; dove andranno il pulmino bus scolastico, la mensa,

l’asilo nido ecc.. esisteranno ancora, saranno serviti con la Direzione Comunale e soprattutto

quanto li pagheremo noi cittadini di Montesilvano. Infine, cosa di non poco conto, il Comune una

volta approvato il Dissesto Finanziario avrebbe l’obbligo di legge della alienazione del patrimonio

disponibile non strettamente necessario all’esercizio delle funzioni istituzionali, ed a questo punto

penso alla Farmacia Comunale o agli impianti sportivi lasciati dal Dott. Trisi o gli immobili della

famiglia Falini ecc… che fine faranno, cosa accadrà alla storia di Montesilvano.



Io da cittadino, ma anche da professionista in campo gius-lavoristico, certe domande me le pongo

perché sono sensibile ai fabbisogni di noi cittadini.

Prima di arrivare ad una tale manovra, o al solo

pensiero di essa, siamo certi che si siano attivate tutte quelle procedure di taglio interno ed esterno

della spesa pubblica; il Comune e soprattutto gli Uffici all’Urbanistica hanno incassato tutto da

chi ha usufruito di accordi o convenzioni con l’Ente; sono stati rinegoziati tutti i mutui correnti al

fine di riportare quanto più possibile liquidità all’Ente con cui fare fronte al saldo con i fornitori

che attendono da 12/24/36 mesi il saldo delle proprie fatture; siamo certi che i debiti dichiarati

dall’Ass. Verrigni siano di tale portata, ma soprattutto i crediti inesigibili siano veramente così

elevati ovvero svariati milioni di euro; siamo certi che non ci sia una azienda italiana o estera che

voglia promuovere a costo zero per l’Ente e per l’impresa con un ritorno pubblicitario, una nuova

tecnologia sulle energie rinnovabili che possa azzerare o quanto meno ridurre il costo delle utenze

nei palazzi comunali o degli edifici scolastici; siamo certi che la pubblica illuminazione debba

essere solo costo per la collettività o invece anche un modo per raccogliere risorse economiche;

siamo certi che i servizi cimiteriali siano solo un costo per la collettività o il Comune si possa

adoperare con ingegno affinché il luogo di culto diventi una risorsa per la città e i suoi cittadini;

siamo certi che non si possa aprire un tavolo con gli Istituti di Credito locale e chiedere loro una

forma di mutualità visto che negli anni d’oro, prima della crisi, hanno avuto grandi soddisfazioni

economiche da questo territorio, dai suoi cittadini ed dagli imprenditori, o ancora, visto che non

si vede “smuovere foglia guardando l’amministrazione del Sindaco Maragno”, è corretto che un


Consiglio Comunale, Giunta e Sindaco percepiscano gettoni di presenza o indennità in forma piena

e pagati dai propri concittadini.



Queste e tante altre domande mi pongo, ma soprattutto penso che una situazione di pre o Dissesto

Finanziario porterebbe al congelamento e paralisi totale o quasi, di questa città, che certamente è

cresciuta troppo in fretta nell’ultimo ventennio, ma di certo Montesilvano non si è mai candidata

o ha scelto l’attuale classe politica del Sindaco Maragno indirizzandola all’immobilismo e alla

paralisi della sua vita politica e dei fabbisogni per i propri cittadini.



Inoltre, altro dato non di poco conto, sempre come previsto dalla norma nazionale del Testo

Unico degli Enti Locali, una procedura verso tale direzione comporterebbe da parte del Consiglio

Comunale e Sindaco un’analisi di bilancio del precedente quinquennio dove ha visto fortemente la

matrice di Centro Destra, su cui ricollocare eventuali responsabilità politiche e/o leggerezze della

classe dirigente di allora.



Naturalmente, le eventuali sanzioni sarebbero a cura della Corte dei Conti, la quale una volta

individuati per colpa o dolo i responsabili del dissesto infliggerebbe loro l’interdizione dai pubblici

uffici oltre ad una condanna patrimoniale per il risarcimento del danno.



Alla luce di tutta questa analisi, invito il Sindaco Francesco Maragno qualora le miei paure, come

di tanti altri cittadini fossero infondate, a fare una smentita ed una dichiarazione ufficiale che

tranquillizzi tutta la cittadinanza.



Sull’altro versante politico, spero e mi auguro che, anche i Consiglieri Comunali, Segretaria

Cittadina e Segretaria Provinciale del mio partito PD come pure di tutte le forze di opposizioni

tengano conto del pericolo derivante e conseguente ad un pre o Dissesto Finanziario e si vadano a

leggere le carte ed i passaggi normativi in modo puntuale, accurato, scrupoloso e chiedano tutte le

verifiche del caso, in quanto una volta approvato in Consiglio Comunale, tale atto è irreversibile

e ci condannerebbe per dieci lunghi anni a vedere una classe politica ferma, tutta una città senza

possibilità di crescita e di risposte alle proprie esigenze di giovani, famiglie ed imprenditori i quali

quest’ultimi sempre più scompaiono dal nostro territorio.





Firmato



Un Padre di Famiglia, Professionista e Dirigente PD

Scorrano Daniele ».

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