martedì , 16 Aprile 2024

Filovia: il Movimento 5 Stelle auspica l’intervento della procura della Repubblica

Il Movimento 5 stelle insieme agli Onorevoli Gianluca Vacca e Andrea Colletti il Consigliere regionale Domenico Pettinari e i Consiglieri comunali di Pescara e Montesilvano ricorda come il 25 Novembre 2014 la società olandese ADVANCED PUBLIC TRANSPORT SYSTEMS B.V. (APTS) di Helmond, ditta partecipante alla realizzazione della filovia di Pescara, è stata dichiarata ufficialmente fallita dal Tribunale Olandese. APTS era una società che sviluppava impianti TPL innovativi dal punto di vista tecnologico: i propri mezzi commentano i grillini hanno però avuto risultati disastrosi.

«Ad esempio, a DOUAI (Francia) sono stati ritirati di recente dalla circolazione dieci veicoli per la mancata omologazione del sistema di guida magnetica in dotazione, a ISTANBUL (Turchia) 50 mezzi sono stati rottamati per gravi problemi tecnici e anche ad EINDHOVEN (Olanda) sono stati ritirati 8 veicoli su 10, sempre per problemi tecnici.

Ci chiediamo -scrive il Movimento 5 Stelle-come sia possibile che il CIPE, il 28 gennaio 2015, a distanza di due mesi dalla notizia ufficiale del fallimento della società olandese APTS di Helmond, che si è aggiudicata il bando di gara a rilevanza europea a fine luglio 2006, abbia autorizzato il finanziamento di 24,9 milioni di Euro affinché si completi il sistema TPL (Trasporto Pubblico Locale) proposto, mentre lo Stato Olandese abbia preteso la restituzione immediata di 5,5 milioni di Euro elargiti per sostenere finanziariamente un brevetto, poi fallito nella sperimentazione su strada.

Il Phileas di Pescara è risultato vincitore, rispetto ai mezzi forniti dalle altre ditte concorrenti partecipanti al bando di gara europeo, per le sue caratteristiche di guida elettronica vincolata immateriale in dotazione al veicolo. -continua il comunicato dei 5 stelle- Un sistema così detto intelligente che avrebbe dovuto garantire una buona velocità commerciale di percorrenza su un tracciato dedicato, che però sembra non presentare la larghezza minima richiesta dal Codice della Strada. Il mezzo richiede, ai fini della sicurezza dei passeggeri, ciclisti e pedoni, la presenza di un sistema di controllo alla guida che simuli l’effetto rotaia immateriale e gestisca, nel frattempo, il passaggio dei due veicoli sia in corrispondenza delle fermate, sia nei possibili contatti frontali durante la marcia (i mezzi arrivano a misurare in larghezza tre metri con gli specchi laterali).

Per questo motivo, sono stati previsti dei cilindri o boe magnetiche da ancorare ad un fondo stradale opportunamente stabilizzato, in cemento armato rinforzato, secondo le prescrizioni della stessa ditta costruttrice, che avrebbero dovuto essere letti dal computer di bordo dell’autobus come markers segnaletici della rotaia immateriale.

Una guida intelligente che non ci risulta essere stata mai omologata dal ministero dei trasporti -dicono i pentastellati- di nessuno dei Paesi ove tale sistema è stato vanamente sperimentato su strada.

Lo stop alla produzione dei mezzi in Olanda dovrebbe rimettere in discussione tutte le previsioni errate e la stessa praticabilità del progetto ventennale».

Il Movimento 5 stelle rimarca come a parere della stazione appaltante GTM, l’Appaltatore potrebbe proporre, in alternativa, un mezzo sostitutivo equivalente, in conformità all’art. 37, comma 19, del codice degli appalti. Ma ad oggi la situazione, in merito alla sostituzione del mezzo, non è ancora chiarita. C’è una fase di stallo per la difficoltà a trovare un veicolo “alternativo equivalente” con le caratteristiche tecniche del Phileas necessarie a mantenere i finanziamenti di cui alla legge n.211/1992.

«L’unico sistema similare conosciuto, -commentano- il Civis di Bologna a guida ottica, prodotto dalla Irisbus, è stato bocciato dalla Commissione Ministeriale di Sicurezza, ai sensi del D.P.R. 753/80, col conseguente accertamento da parte della Corte dei Conti di un danno erariale fin qui stimato in 91 milioni di Euro. La ditta appaltatrice, la BALFOUR BEATTY RAIL, avrebbe conteggiato in almeno tredici mesi il tempo necessario per la progettazione di un veicolo equivalente al Phileas fallito, termine incompatibile con la normativa vigente.

D’altronde, proprio il Codice degli Appalti Pubblici, col conforto di una consolidata giurisprudenza amministrativa, a seguito e per effetto del fallimento dell’azienda detentrice del brevetto a produzione esclusiva dominante, che si era aggiudicata il citato bando a rilevanza europea, consentirebbe alla stazione appaltante, la GTM, di poter risolvere il contratto in corso di esecuzione, con addebito dei danni emergenti all’appaltatore gravemente inadempiente.

Ci appare quindi incomprensibile la decisione di ultimare i lavori di un sistema di trasporto che è ufficialmente “fallito”.

Pensiamo che chi ha il compito di tutelare l’interesse pubblico dovrebbe cogliere l’occasione che si è presentata del fallimento dell’APTS per trovare una valida soluzione alternativa tutelando la parte del finanziamento non ancora impiegata.

Una nuova gara d’appalto (che eviterebbe peraltro probabili ricorsi) darebbe l’opportunità di scegliere un sistema attuale, flessibile, ecologico e davvero rispondente a risolvere i problemi di mobilità della nostra città: i cittadini avrebbero a disposizione un trasporto pubblico efficiente e sostenibile sul piano economico e finanziario e accessibile a tutte le categorie di utenti».

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