giovedì , 28 Marzo 2024

Festa dell’unità nazionale e delle forze armate a Pianella

A prendere parte alla cerimonia insieme all’ Amministrazione Comunale, l’Associazione cittadina dei Combattenti e Reduci, le Autorità locali di Polizia Municipale e Carabinieri, e tutte le scolaresche.
Le celebrazioni, che si sono svolte in mattinata anche nelle frazioni di Cerratina e Castellana, si sono concluse nel Capoluogo in Piazza Garibaldi innanzi al monumento dei caduti, una bellissima vittoria alata, opera dello scultore Nicola D’Antino, allievo di Francesco Paolo Michetti, donata nel 1924 dai pianellesi emigrati negli Stati Uniti.

Dopo la deposizione della corona d’alloro e la benedizione del parroco, gli alunni hanno voluto omaggiare i caduti leggendo delle riflessioni in loro ricordo.
“La società attuale vive cambiamenti velocissimi, la storia accelera in maniera vertiginosa e questo provoca il venir meno di orizzonti e certezze, afferma il sindaco Marinelli. In questo contesto, il rischio che la demagogia ed il populismo, favoriti dalla scarsa credibilità della classe dirigente, generino disgregazione sociale e perdita di identità culturale è elevatissimo.

Ma non è davvero accettabile che nella nazione che è unanimemente considerata la culla del diritto, che vanta la più antica università del mondo, si vada radicando la diffusa convinzione che, facendo un esempio calzante, poiché alcuni chirurghi hanno sbagliato l’intervento, allora possiamo fare a meno dell’intera categoria professionale e chiamare ad indossare il camice e far operare i pazienti dal primo che passa per strada, o peggio, sul web. Ecco perché è importante celebrare giornate come questa, avere la consapevolezza che la storia siamo noi, perché oggi noi dobbiamo sentire sulle nostre spalle l’enorme peso della responsabilità che ci deriva dall’essere italiani.

Siamo i figli del genio, dell’arte, della scienza, della cultura, aggiunge il primo cittadino rivolgendosi ai giovani studenti. Calpestiamo millenni di civiltà ad ogni passo che facciamo e non possiamo disperdere questa enormità, non ce lo potremmo perdonare”

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