Carlo Alberto Di Berardino, 40 anni ragioniere presso le fonderie Camplone, Marco Di Giacomo, 51 anni, contadino e padre di 8 figli, Giuseppe Mancini, operaio di 50 anni morirono per mano dei tedeschi che dopo l’armistizio occuparono quella parte della città intimando ai residenti la consegna delle armi. Da una perquisizione nelle loro case furono rinvenute armi da caccia, che seppur non funzionanti, furono la condanna dei cittadini innocenti, vennero uccisi barbaramente nei territori circostanti alle abitazioni.

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