martedì , 16 Aprile 2024

Un artista di Francavilla alla Biennale di Venezia >Video

“Abbiamo accolto questa notizia con gioia – ha affermato il sindaco di Francavilla, Antonio Luciani – perché questo cittadino è un artista che è venuto un anno fa da noi esponendoci la sua arte, ma senza avere dietro le spalle esperienza, completamente autodidatta, non aveva mai esposto in nessun Museo e da nessun’altra parte. Allora noi lo abbiamos eguito dall’inizio in questo percorso, abbiamo visto che veramente valeva la pena seguirlo perché ha un’arte che conquista la testa ed il cuore, come rare volte succede. Lo abbiamo fatto esporre prima nella Sala Ovale del Palazzo Sirena e dopo al Museo Michetti e da lì ha iniziatao una escalation: ha esposto a Parigi e in varie parti del mondo e oggi addirittura è stato chiamato alla Biennale di Venezia. Questo ci riempie di orgoglio, per far capire quanto sia importante questa cosa, bisogna considerare che l’ultimo artista francavillese ad esporre alla Biennale di Venezia, che poi la vinse, fu Francesco Paolo Michetti. Non vogliamo fare accostamenti con i grandi, però è una soddisfazione che un artista francavillese vada sempre più in alto. L’opera che esporrà purtroppo non può essere visionata, ho sbirciato qualcosa e devo dire che è molto emozionante e molto bella. È un’arte innovativa, infatti i critici attribuiscono a Stefano una caratteristica che è quella di aver inventato una forma d’arte mai proposta fino ad ora. Su questa forma d’arte particolare, che ha al centro la pittura e non solo, lui sta costruendo questo suo percorso”.
“Autodidatta, inizia a dipingere quadri figurativi fin da ragazzo, scoprendo in seguito una particolare fascinazione verso un tipo di arte più rarefatta e concettuale. Il suo percorso di ricerca lo conduce ad avvicinarsi alla Pop-art italiana e al Nouveau Realisme, dei quali ammira la libertà espressiva e l’utilizzo del colore. Nel corso del tempo elabora uno stile pittorico del tutto personale che, se si inscrive a prima vista nell’ ambito dell’Arte Concettuale, in realtà se ne discosta nella volontà originale di decostruire i concetti mediante l’uso del colore, affermandosi così come espressione artistica nuova, a cui l’artista assegna il nome di “Decostruzione Concettuale” e che inaugura il 9 gennaio 2016 in occasione della mostra personale presso il Museo Michetti (MuMi) di Francavilla al Mare. Rappresenta tematiche attuali come: Globalizzazione, Economia, Alimentazione, Comunicazione, Tempo, Humanitas ed altre, sprigionando l’energia dei colori attraverso frustate che colpiscono oggetti ready-made posti sulla tela, al fine di suscitare un maggior senso critico dell’uomo di fronte allo stato di inquietudine che lo affligge, tale da permettere quella giusta riflessione per individuare la strada verso la sua rivalsa. In questo modo attua una decostruzione innovativa, non degli Oggetti, ma dei Concetti, per affermare infine, de-costruendo, Concetti positivi. Espone in diverse mostre personali museali e in numerose rassegne artistiche internazionali. Artista presente nel gruppo “El círculo mágico”, collettivo partecipante al Padiglione Nazionale Guatemala della 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Espone l’opera cinetica Tempo – decostruzione al quadrato”. Fonte: http://www.diloretoartista.it/
“Per me è stata una chiamata straordinaria in quanto la Biennale di Venezia è la mostra più importante del mondo – ha sottolineato l’artista Stefano Di Loreto – è veramente un onore per un artista, è la massima mostra che si possa fare. In questa mostra espongo un’opera cinetica che si intitola ‘Tempo – decostruzione al quadrato’. È una realizzazione dedicata appunto al tempo dove metto in contrasto il tempo meccanico, il tempo quotidiano che va sempre più veloce con la spinta dei social con un tempo più rallentato rispetto a quello soggettivo. Quindi è un’opera filosofica importantissima e spero che possa essere apprezzata. Da quello che si vede è molto innovativa ed avrà un buon successo. Io dipingo da sempre, sin da quando ero ragazzo, dipingevo marine, borghi, paesaggi, poi intorno agli anni ’90 ho iniziato l’arte concettuale, sono stato attratto dalla Pop Art e poi ho definito un mio stile soggettivo che si chiama Decostruzione Concettuale. Questo stile pittorico prevede di apporre sulla tela degli oggetti che indicano dei concetti, quindi con i getti di colore io vado a rompere questi oggetti, quindi rompo il concetto. Questa si chiama Decostruzione Concettuale, sta avendo un buon successo perché esprime tematiche come la globalizzazione, la comunicazione, l’alimentazione, quindi attuali dell’uomo contemporaneo e spero che con queste mie realizzazioni l’uomo possa sviluppare un senso critico, di miglioramento di se stesso”.

 

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