giovedì , 28 Marzo 2024

La Pallavolo Teatina guarda al futuro

Chieti. L’emergenza coronavirus ha sancito la fine anticipata della stagione 2019/2020, con la Connetti.it Pallavolo Teatina che, dopo la sconfitta nel derby casalingo contro Altino, era ancora in corsa, seppur ormai distante e in quinta posizione in classifica, per i playoff. Nella speranza che la fase peggiore della pandemia sia ormai alle spalle, il mondo del volley sta cominciando, non senza fatica, a muoversi per riprendere la propria attività alla fine dell’estate. Giustino Angeloni, patron neroverde, traccia un bilancio della situazione e presenta le prime certezze a proposito della nuova stagione:

«Siamo reduci da una stagione che, come tutte le cose, può essere vista come un bicchiere mezzo pieno, o mezzo vuoto. Alcuni la interpretano come un bicchiere mezzo pieno: eravamo una neopromossa, al debutto assoluto in B1, e abbiamo comunque chiuso il campionato al quinto posto, teoricamente ancora in lotta per i playoff. Io, tuttavia, propendo per l’immagine del bicchiere mezzo vuoto: avevamo costruito una squadra che, nella nostra idea, doveva essere capace di stazionare nelle primissime posizioni, una squadra che, io per primo, non mi aspettavo avrebbe perso due volte su due contro Altino, o a Isernia, o in casa contro Santa Teresa. Dobbiamo comunque fare tesoro dell’esperienza dello scorso campionato e ripartire con più esperienza e ancor più motivazione».

Come sarà la Connetti.it versione 2020/2021?

«Sarà una squadra completamente nuova, con un roster totalmente rinnovato. Ripartiamo però da Giorgio Nibbio, che per noi è una garanzia, e lo sarà ancor di più in vista della squadra che abbiamo iniziato a costruire. Sarà una squadra più giovane, con giocatrici che hanno davanti a sé ancora ampi margini di miglioramento, e per farle crescere sarà fondamentale il lavoro in palestra, giorno dopo giorno, del nostro allenatore, che ha già dimostrato di eccellere in questo e nello stimolare la crescita delle atlete più giovani».

Sulla prossima stagione, comunque, ci sono ancora molte incognite.

«Non può che essere così, dopo ciò che abbiamo vissuto negli ultimi mesi. Di sicuro c’è che, con la divisione della B1 in cinque gironi, ce la vedremo con avversari diversi, dell’Italia centrale, il che è positivo per almeno due ragioni. La prima, è che non dovremo più giocare su quei campi del Sud molto caldi sui quali l’anno scorso abbiamo spesso sofferto, dal punto di vista caratteriale; la seconda è che le trasferte, con le nuove norme anti-covid, saranno ancora più difficili da organizzare. Solo per fare qualche esempio: addio ai pulmini da nove posti, dei quali ci servivamo per spostamenti a corto raggio e per il settore giovanile; in caso di pernottamento, le atlete dovrebbero stare solo in camere singole, e così via. Al momento, le direttive arrivate stravolgerebbero anche l’essenza stessa del gioco, con il divieto, ad esempio, di andare a muro, di buttarsi in due su un pallone vagante o, addirittura, con l’obbligo di allenarsi con la mascherina. La gestione del palazzetto è un’altra questione importante: noi dividiamo la struttura con altre squadre e altre società, ma al termine di ogni allenamento il campo e gli spogliatoi devono essere puliti e sanificati, oltre al fatto che sarà obbligatoria la presenza, in ogni allenamento, di un medico. Sono problemi di gestione che ovviamente non interessano i tifosi, ma di cui parlo per far rendere conto delle difficoltà alle quali dovremo fare fronte nei prossimi mesi».

Ai tifosi cosa diciamo?

«Quasi certamente la prossima stagione inizierà a porte chiuse, ma spero che continueranno a starci vicini e a mostrarci il loro calore. Nonostante i problemi, i contrattempi, le difficoltà, ribadisco quanto dissi un anno fa: la Pallavolo Teatina sta lavorando a un progetto a medio termine, che non si esaurisce nell’arco di una stagione, e che alla fine prevede il raggiungimento di un preciso obiettivo aziendale, ovvero il raggiungimento della serie A. Sarà una strada magari più lunga, più tortuosa, ma la destinazione alla quale vogliamo arrivare rimane sempre la stessa».

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