Pescara – La consigliera comunale di Pescara Simona Barba, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) – Radici in Comune, interviene con una dura critica sulla gestione dei progetti urbanistici cittadini, prendendo spunto dall’improvvisa sospensione del progetto della Città della Musica. In una nota, Barba mette in luce incongruenze e interrogativi sulla pianificazione territoriale, chiedendo chiarezza e coerenza all’amministrazione.
“Cozz & Vongole: scusate ci siamo sbagliati a leggere le carte. La Città della Musica dopo investimenti milionari non si farà più perché ci si è accorti nel febbraio 2025 che nella carta di pericolosità idraulica del 25 marzo 2020 l’edificio è passato da pericolosità media a pericolosità molto elevata. Qualcuno si è accorto della cosa, e così il tutto viene oggi semplicemente stoppato: la Città della Musica non si farà, senza spiegare perché non venga valutata una messa in sicurezza dopo svariati milioni di investimento”, è quantodichiara Barba. La consigliera sottolinea come il progetto, dopo anni di lavoro e ingenti risorse, sia stato abbandonato senza alternative apparenti, sollevando dubbi sulla gestione delle scelte urbanistiche.
Barba propone una riflessione più ampia: “E allora che si demolisca coerentemente all’impossibilità di utilizzo, che si rinaturalizzi la sponda del fiume, a meno che il piano dell’amministrazione non sia quello di lasciare che l’edificio si ammalori sotto i nostri occhi a memoria futura, per ricordare alle nuove generazioni che è importante sapere leggere le carte (e i piani territoriali)”.
La consigliera allarga poi il discorso ad altri interventi in città “Ma adesso che abbiamo imparato a leggere, ora sorge un amletico dubbio: l’intervento milionario sull’ex mercato ittico, il museo del Mare, il cosiddetto Water Front, dove la pericolosità idraulica è la stessa e l’utilizzo antropico anche maggiore, ci siamo sbagliati anche qui? Dobbiamo fermarci? E la trasformazione dell’ex draga, autorizzata ai fini commerciali, che praticamente è dentro il fiume? E i nuovi edifici, addirittura a uso abitativo, che stanno costruendo sul lungomare accanto all’ex Cofa, in area a pericolosità elevata? Qui non vogliamo dire perché si stia autorizzando e permettendo di costruire?”. chiede la consigliera evidenziando una presunta disparità di trattamento tra i progetti, chiedendo spiegazioni sulle autorizzazioni concesse in aree altrettanto a rischio.
Infine conclude nella nota lanciando un appello: “Un primo passo è stato fatto: abbiamo finalmente capito che esiste una pericolosità idraulica, che la città si allaga, e che i piani e gli studi esistono. Ora si agisca coerentemente su tutti i fronti e per tutti i progetti, senza fare della pianificazione territoriale un collage inconsapevole, una zuppa di pesce misto con cozze e vongole che cozzano tra loro, a tempi alternati e a danno della comunità tutta”.
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