venerdì , 29 Marzo 2024

Sequestrari 1.203 cofani funebri di importazione cinese irregolari

I cofani funebri di importazione cinese e privi del marchio della ditta

costruttrice in violazione del “Regolamento di polizia mortuaria” sono

stati sottoposti inizialmente a sequestro amministrativo cautelare e,

successivamente, a seguito di sentenza emessa dagli Organi Giudicanti

confiscati e destinati alla distruzione, in quanto privi delle caratteristiche

tecniche previste dal Regolamento di Polizia Mortuaria e, quindi, da

ritenersi pericolosi ai fini sanitari.

Il Regolamento di polizia mortuaria prescrive che tutti i cofani funebri, sia

in legno che in metallo, devono riportare impresso ben visibile sulla parte

esterna del proprio coperchio il marchio di fabbrica con l’indicazione della

ditta costruttrice a garanzia della conformità agli standards sanitari e

costruttivi come dettagliatamente ribadito nella circolare del Ministero

della Salute n. 24 del 1993 per la loro immissione in commercio nel

territorio nazionale.

Il servizio scaturisce da informazioni ed elementi utili acquisiti nel corso di

indagini preliminari che hanno permesso di rilevare la presenza di alcuni

soggetti di nazionalità cinese che hanno costituito, unitamente a cittadini

italiani da tempo operanti nello specifico settore commer-ciale, società ad

hoc per importare dalla Cina cofani funebri ed immetterli sul mercato “in

nero” alterando così il circuito legale.

Si è creato così un mercato al ribasso sia nella qualità dei prodotti che

nella gestione di tali servizi, ove allo sconto- ma non sempre- di un prezzo

minore si accompagna una sacca di illegalità che favorisce l’evasione

d’imposta ed il ricorso al lavoro nero.

E’ stato altresì accertato che i soggetti coinvolti hanno presentato in

dogana, all’atto dell’importazione dei cofani funebri, dichiarazioni

doganali mendaci indicando una generica tipologia della merce importata

(altri lavori di legno), fruendo dell’esenzione dai dazi doganali, e un

valore unitario della merce in misura nettamente inferiore a quello

reale, ottenendo, così, un pagamento minore dell’iva dovuta all’atto

dell’importazione.

Così operando, i soggetti hanno realizzato una fattispecie tipica del

cosiddetto contrabbando intraispettivo e pertanto 4 di essi sono stati

segnalati all’A.G per il reato di contrabbando aggravato previsto dagli artt.

292 e 295 del Testo Unico Leggi Doganali.

Al momento sono in corso nei confronti delle aziende coinvolte

accertamenti di natura fiscale volti a verificare l’esatta posizione erariale

dei singoli contribuenti.

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