giovedì , 25 Aprile 2024

Discarica Bussi: tutti assolti, dopo la sentenza le reazioni di associazioni e mondo politico

I pm del tribunale di Pescara Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini avevano chiesto 18 condanne e un’assoluzione e pene da 4 a 12 anni e otto mesi. La scoperta della discarica piu’ grande d’Europa, cioe’ 25 ettari di rifiuti tossici, risale al 2007 dopo piu’ di un anno di indagini del Corpo forestale dello Stato, coordinate dall’allora pm Aldo Aceto, avviate a seguito del ritrovamento nel fiume Pescara di considerevoli quantita’ di clorometanoderivati.


Dalla difesa , ‘fuori invocavano la forca’, poi la soddisfazione per l’esito

“Dovete tenere la schiena dritta, fuori c’e’ chi grida forca, forca, forca!”. E’ quanto ha detto, oggi, in Corte d’Assise a Chieti, rivolgendosi ai giudici del processo Bussi, l’avvocato Tullio Padovani, difensore di Guido Angiolini, amministratore delegato di Montedison dal 2001 al 2003, durante la sua replica. Il legale sostanzialmente avrebbe fatto riferimento alle pressioni e alle aspettative di condanna dell’opinione pubblica.

“I giudici hanno ravvisato delle responsabilita’ per colpa e la difesa ritiene siano stati colti dalla Corte tanti spunti dai temi proposti. Esprimiamo quindi grande soddisfazione”.
Lo ha dichiarato uno dei legali della difesa, l’avvocato Baccaredda. “Naturalmente – ha aggkiunto – leggeremo la motivazione della sentenza. C’erano tante aspettative da parte dell’opinione pubblica. La difesa sperava in maniera forte come erano state forti le nostre discussioni. E’ stata esclusa qualsiasi fattispecie con dolo”.
Per l’avvocato Baccaredda “E’ una sentenza che ha tenuto conto che una fattispecie colposa ci poteva essere ed e’ del tutto diverso rispetto a quello che era stato costruito nel capo di imputazione del dottor Aceto”.

Il commento del Governatore D’Alfonso

“Ho appreso la notizia della sentenza riguardante il processo per il disastro ambientale di Bussi. Il fatto che sia stato riconosciuto il disastro colposo legittima l’iniziativa per la Regione di attivare una causa civile per il risarcimento dei danni da parte di chi ha ridotto le acque e le terre dell’Abruzzo in queste condizioni”.
Questo il commento del governatore Luciano D’Alfonso.

WWF : quella sentenza, uno schiaffo agli abruzzesi 

“La sentenza emanata oggi sulla discarica di Bussi , come è già avvenuto con l’esito del processo Eternit di poche settimane fa, è la dimostrazione che la via giudiziaria per la difesa dell’ambiente è fallimentare – ha dichiarato il WWF, che segue il processo come persona offesa prima e parte civile dall’anno 2009 –  E’ assolutamente necessaria una seria riforma della giustizia penale e l’approvazione dei delitti ambientali. Ancora una volta l’inquinatori sono stati assolti per prescrizione ed è stato violato il principio comunitario fondamentale comunitario di “chi inquina paga”. Questa sentenza è un vero e proprio schiaffo agli abruzzesi: quei territori  sono stati pesantemente inquinati ed è stata messa in pericolo la salute delle popolazioni.

Il fatto che l’inquinamento sia stato accertato, a prescindere da qualsiasi condanna da parte dei giudici, chi lo ha provocato deve essere costretto a bonificare quei territori.

Dichiarano Tommaso Navarra, legale del WWF Italia, e Luciano di Tizio, delegato regionale  del WWF Abruzzo, “Seguiamo i fatti di Bussi dall’anno 2006 e siamo nel processo come persona offesa e  dall’anno 2009 come parte civile. Avevano così già maturato, sino ad oggi, alcune radicali certezze e per dirla con Pasolini :

Noi sappiamo che fare Giustizia e’ un fatto rivoluzionario;

Noi sappiamo che fare Giustizia nel nostro Paese vuol dire salire tutti gli infiniti gradini del Golgota del nostro diritto processuale penale (tre anni di indagini, sei anni di processo, 68 udienze, diciotto giudici tra Gup, Tirb., Corte di Assise, Corte di Cassazione, 22 ordinanze, una sentenza);

Noi sappiamo che cercare di accertare processualmente fatti gravissimi e’ una impervia ascesa della volontà prima ancora che della ragione.

A queste certezze ne vogliamo aggiungere oggi solo altre due: il disastro vi era, vi è e non è imputabile al caso; la prescrizione, come in altri processi, cancella solo le colpe individuali.

Con serena fiducia ci aspettiamo che, chi ha cagionato colposamente il disastro, si faccia carico della bonifica. Noi ci saremo e continueremo a tutelare il nostro territorio”.

Il sindaco Marco Alessandrini “Necessario leggere bene le carte per valutare ulteriori azioni giudiziarie da parte del Comune, parte civile nel procedimento”

“La setenza teatina suscita malcelato sconcerto nelle comunità territoriali – dichiara Alessandrini – Una breve Camera di Consiglio e uno scarno dispositivo pongono una pietra tombale sul primo grado di giudizio di una vicenda che ha sensibilmente scosso l’opinione pubblica per i suoi riflessi sulla salute.

Il Comune di Pescara, specie considerando l’intervenuta assoluzione per il reato di avvelenamento delle acque, dovrà leggere con attenzione le motivazioni della sentenza per valutare qualunque forma di ulteriore azione giudiziaria.
Da sindaco, la lezione che ne traggo è comunque quella per cui oggi la tutela del territorio resta una priorità centrale della Pubblica Amministrazione per bloccare sul nascere fenomeni gravissimi di inquinamento”.

Forum abruzzese movimenti per l’acqua: in Italia disastri ambientali impuniti

“Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato. In valpescara c’è un disastro ambientale ma vi è impunità.
Ormai è un paese dove la giustizia in materia ambientale non può arrivare”. E’ il laconico commento del Forum abruzzese movimenti per l’acqua.

SEL: sentenza beffa sul caso della discarica a Bussi.
“I cittadini abruzzesi meritano rispetto.

Vogliamo verità è giustizia: si accertino le responsabilità e chi deve paghi.

Il diritto alla salute e sancito dalla costituzione e i cittadini di Bussi e di tutto l’Abruzzo non sono cittadini di serie B -commenta Daniele Licheri – Coordinatore Provinciale sel Pescara- Questa sentenza getta ombre e incrina la già scarsa fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini”.

PRC, Acerbo ingiustizia è fatta, i tumori non si prescrivono

«La sentenza di oggi sul disastro ambientale di Bussi e della Val Pescara grida vendetta.
Quando nel 2007 il Corpo Forestale sequestro’ la discarica Tremonti e nei mesi successivi io rivelai con un’interrogazione parlamentare che migliaia di cittadini avevano bevuto per anni acqua contaminata mi aspettavo che qualcuno dovesse rispondere per un simile disastro ambientale. -così Maurizio Acerbo della segreteria nazionale PRC commenta la sentenza-
Invece debbo apprendere che in Abruzzo l’avvelenamento non sussiste come la corruzione. Quando non si può negare che il disastro sussiste si trasforma in colposo e scatta la prescrizione. Non si riesce a capire come possa giustificarsi una cosa del genere a fronte del gigantesco lavoro di ricostruzione dI fatti e documenti da parte dei PM Mantini e Bellelli a cui deve andare la riconoscenza di tutto il popolo inquinato e dei cittadini onesti.

Insomma siamo stati avvelenati per anni ma a pagarne le conseguenze sono solo i cittadini e la loro salute.
Bisogna attendere di leggere le motivazioni ma una sentenza del genere preoccupa anche
sul piano del risarcimento. È’ probabile che si debba intraprendere una lunga azione risarcitOria Ricorrendo alla giustizia civile mentre la popolazione continuerà’ a subire le conseguenze del disastro ambientale.

Non bAsta prendersela con chi ha emesso la sentenza perché è’ evidente che in Italia vige un quadro normativo che fa comodo all’intera classe dirigente delle larghe intese che consente aGli inquinatori come ai corrotti di farla sempre franca.
I partTi di governo che hanno creato questa situazione di impunità generalizzata sono i principali responsabili del ripetersi di sentenze di questo genere».

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