«a oltre un anno dalla straordinaria affermazione di volontà popolare, espressa
attraverso il referendum propositivo con cui i cittadini dei tre comuni interessati,
Pescara, Montesilvano e Spoltore, si sono pronunciati a stragrande maggioranza a
favore della formazione della nuova entità, appare necessario procedere senza indugio
nella direzione indicata, superando ritardi istituzionali che appaiono inspiegabili a
cittadini e imprese». Ha dichiarato il direttore della Cna provinciale.
Quel che a detta di Salce appare «francamente poco comprensibile, in epoca di
spending review, di bilanci dissestati o prossimi al collasso degli enti locali, di
tassazione alle stelle a carico di famiglie e imprese, di riduzione delle Asl, di chiusure di
reparti ospedalieri, di accorpamenti di aziende pubbliche, non ci colga la straordinaria
occasione rappresentata da un processo di fusione che porterebbe vantaggi evidenti.
Come un consistente risparmio di costi, una straordinaria iniezione di contributi
aggiuntivi da parte dello Stato per dieci anni, la modifica delle regole draconiane del
Patto di stabilità».
Per Salce, dunque, «appare davvero poco comprensibile – se non alla luce di alchimie
politico-istituzionali o di considerazioni geo-politiche che i cittadini non comprendono
più, come dimostra il distacco crescente dalle urne – il ‘silenzio assordante’, rotto solo
dalle recenti iniziative di Alessio Di Carlo e del Movimento 5 Stelle, che circonda questo
processo».
Oltretutto, conclude, «non si capisce per quale motivo, nonostante la
plebiscitaria espressione di volontà popolare dei cittadini interessati, debba essere
preclusa una via che porta alla formazione, nell’area adriatica, di una grande entità
metropolitana; realtà che metterebbe l’Abruzzo intero al centro dei processi futuri
riguardanti la macro regione adriatico-ionica».