venerdì , 29 Marzo 2024

La città che parla: a Pescara al via  il progetto che consentirà ai monumenti cittadini di raccontarsi

Una cordata nata per ampliarsi, questa la notizia in calce alla presentazione odierna a cui hanno partecipato Lucia Arbace direttore del Polo Museale dell’Abruzzo, il professor Restituto Ciglia docente a riposo e storico dell’arte tra i più insigni a Pescara e figlio del litografo Cetteo Ciglia, Massimo Macri, Rettore del Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara, Don Francesco Santuccione Parroco della Cattedrale di San Cetteo e Padre Vincenzo Di Marcoberardino, Parroco della Basilica della Madonna dei Sette Dolori.

“La tecnologia diventa vettore della storia, della cultura, dell’identità cittadina – dice il Presidente del Consiglio Antonio Blasioli – Quando ci hanno illustrato il progetto lo abbiamo subito avallato, perché consente l’accessibilità piena del nostro patrimonio culturale. Inquadrando il QR code con il cellulare chiunque potrà sapere di più del palazzo che avrà di fronte e potrà farsene promotore, facendone conoscere la storia agli altri. Inoltre le notizie a cui il codice rimanda consentono di mantenere un’apertura continua e virtuale dei palazzi interessati da questo primo intervento. Ci sono testimonianze di un tempo, come la Casa natale di d’Annunzio, i due palazzi del Conservatorio, il Museo Cascella, il Museo delle Genti, Aurum, Circolo Aternino, la Cattedrale di San Cetteo e la Basilica della Madonna dei Sette Dolori, ma c’è anche il Palazzo comunale, il modernissimo Ponte del Mare, diventato una delle maggiori attrazioni turistiche della città. Ringrazio tutti i soggetti coinvolti per la collaborazione data affinché la divulgazione rendesse possibile il decollo di questa iniziativa e sono certo che dovrà essere ampliata, perché Pescara, malgrado sia una città giovane, ha tantissimo da dire e da raccontare, ospita mondi che hanno contribuito a farla diventare la più dinamica e attrattiva città d’Abruzzo e accoglie ogni giorno migliaia di persone a cui da oggi potrà raccontarsi meglio. Auspico che in queste porte multimediali il commercio e la città dei servizi di Pescara sappia vedere uno strumento. La mia idea è infatti quella di ampliare il progetto, estendendolo ad altri monumenti, magari con la sponsorizzazione di attività che potrebbero essere ricomprese in questo strumento”.

“Il meccanismo è semplice – ha spiegato Gaetano Ciglia, l’ideatore del QR code – inquadrare il codice con un telefonino porta in un sito dove viene raccontata la struttura che si ha di fronte. Il progetto è nato perché molto spesso perdiamo la cognizione della storia dei palazzi, dei musei, delle opere che vengono conservate in città, dei suoi personaggi, non è giusto che vengano consegnate all’oblio, anche perché possono essere significative per le nuove generazioni. In base all’importanza e alla frequentazione dei luoghi è nata questa prima lista, ma la si potrebbe allungare di molto, perché in ogni angolo la città ha un aspetto da raccontare”.

“Abbiamo aderito subito all’iniziativa – ha aggiunto la dottoressa Lucia Arbace, a capo del Polo Museale d’Abruzzo – ci piace il fatto che la conoscenza si mescoli con tradizione e la comunicazione veloce, attraverso un QR code che è un vettore contemporaneo, immediato. Così la Casa di d’Annunzio che quotidianamente accoglie, potrà dare informazioni anche quando è chiusa, ma credo che anche tutte le altre presenze museali e culturali potranno assolvere ad un compito divulgativo più completo.  L’impegno da parte nostra non mancherà, l’auspicio è quello di migliorare ancora di più tale possibilità, potenziando il wifi nel centro storico dove sono concentrate ben 5 delle mattonelle, in modo da poter implementare il servizio e oltre ad una narrazione letteraria e fotografica, poter fornire anche materiale video”.

 “Pescara ha una storia affascinante da raccontare – ha commentato il professor Restituto Ciglia, con i suoi 91 anni è una delle memorie storiche viventi più nitide e importanti della città, un vero “amanuense”, tanto appassionato di storia dell’arte da aver disegnato anche il velo della Madonna dei 7 Dolori  – Oggi è importante raccontare la città di un tempo, perché si scoprono aspetti della nostra storia che altrimenti sarebbero ignorati. Pochi sanno, ad esempio nella cattedrale di San Cetteo il crocifisso a destra dell’altare è un calco di quello di Donatello che si trova a Padova e che quando la cattedrale fu costruita tutta la città venne mobilitata da un parroco storico che fu don Brandano, perché bisognava issare le campane. Io ho vissuto alcune di queste storie, le altre le ho cercate durante la mia lunga esperienza di insegnante, oggi è importante che vengano restituite alla città”.

Soddisfazione è stata espressa anche dagli altri partecipanti alla conferenza stampa: Padre Vincenzo di Marcoberardino della Basilica della Madonna dei Sette Dolori e Don Francesco Santuccione della Basilica della Cattedrale di San Cetteo, oltre che da Massimo Magri, direttore del Conservatorio Luisa D’Annunzio.

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