giovedì , 28 Marzo 2024

“Salviamo l’ospedale di Penne”, domani al sit-in davanti alla Regione anche l’Amministrazione di Penne

Penne – L’amministrazione comunale aderisce alla manifestazione pubblica organizzata dal Comitato di cittadini “Salviamo l’ospedale di Penne” costituito per protestare contro il declassamento del presidio ospedaliero “San Massimo” previsto con la riorganizzazione della Regione Abruzzo. L’evento è in programma domani, sabato 24 febbraio, ore 16, dinanzi alla sede dell’assessorato regionale alla sanità in via Conte di Ruvo a Pescara. Saranno presenti il sindaco Mario Semproni, gli assessori e i consiglieri comunali.

“Declassare l’ospedale San Massimo a struttura sanitaria di area disagiata, peraltro senza tenere conto delle esigenze del territorio, è stata una scelta irragionevole e irrispettosa nei confronti della popolazione vestina – ha osservato il sindaco Mario Semproni -. Al presidente D’Alfonso e all’assessore Silvio Paolucci abbiamo chiesto più volte che al San Massimo sia attribuito il rango di ospedale di base con sede di pronto soccorso per salvare reparti e servizi; come è noto abbiamo un bacino di oltre 50 mila abitanti, distribuiti nell’entroterra pescarese e teramano, e soprattutto abbiamo una viabilità stradale disastrata e impercorribile che non consente di raggiungere velocemente la costa pescarese. Abbiamo più volte incontrato i vertici della Regione e della Asl di Pescara per spiegare le nostre posizioni ma non c’è stato confronto o dialogo. Anzi – accusa il sindaco – abbiamo registrato soltanto chiusure.  La mia amministrazione comunale percorrerà ogni grado di giudizio per bloccare le scelte della Regione Abruzzo (attualmente c’è un ricorso in Appello contro la sentenza avversa del Tar dell’Aquila). È assurdo, infatti, che la provincia di Pescara abbia soltanto un solo ospedale, nonostante le criticità presenti sul territorio. Auspico – conclude Semproni – che sabato siano presenti i sindaci di tutta la provincia pescarese per bloccare queste scelte scellerate che mirano solo a sopprimere il diritto al salute dei cittadini dell’area vestina”.

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