sabato , 20 Aprile 2024

Malumori in casa PD dopo le dimissioni del Segretario regionale Rapino

“Purtroppo neanche nel momento delle dimissioni Marco Rapino è riuscito a dare la giusta dignità al ruolo che ha ricoperto in questi anni. Un’uscita di scena forzata, per di più accompagnata da un ultimo atto di totale asservimento alle solite logiche che lo hanno guidato in questi anni”. È questo il commento dell’On. Antonio Castricone dopo le dimissioni avvenute ieri del Segretario Regionale del Partito Democratico Rapino.

«dimissioni ‘organizzate‘» le definisce Castricone spiegando che ora sarebbe stato necessario un forte segnale di discontinuità «le sue vanno nella direzione opposta».

Secondo Castricone, Rapino avrebbe dovuto dimettersi davanti all’assemblea del Partito e in quella sede si sarebbe dovuta aprire la discussione su una nuova fase quanto mai necessaria. «Invece si è voluto imbastire un coordinamento politico lottizzato tra pochi intimi, appannaggio di Luciano D’Alfonso, e sul quale –commenta l’ex parlamentare– l’assemblea sarà chiamata solo a ratificare una notizia che tutti abbiamo appreso dalla stampa».

Castricone fa sapere di polemiche scoppiate all’interno del Partito, nel pomeriggio di ieri «hanno voluto porre un rimedio che come spesso accade è risultato peggiore del danno fatto. Personalmente sono stato contattato da Andrea Catena, suppongo nella nuova funzione di coordinatore di questo pseudo organismo, per chiedermi di entrarvi o indicare un nome. –commenta– Tutto ciò dimostra l’improvvisazione di una classe dirigente inadeguata nello stile e nella sostanza».

Castricone fa inoltre sapere di non voler accettare alcuna cooptazione «tardiva e riparatrice preferisco starmene alla larga da un certo modo di fare». Secondo l’Onorevole ora è necessario costruire e rappresentare un’alternativa «a chi vuole semplicemente occupare il partito per farne strumento proprio. Il Pd in Abruzzo è lontano da qualsiasi senso di comunità, stritolato da logiche di potere che hanno devastato in questi anni qualsiasi rapporto con gli abruzzesi».

CATENA “senza unità del partito nessuna eredità da raccogliere”

Chiamato in causa il Dirigente del PD Andrea Catena replica a Castricone «Mi fa piacere che nel comunicato di Toni Castricone trovi conferma il fatto che abbia insistito anche con lui così come con altri, nell’ambito della mia funzione di coordinatore della segreteria regionale, d’intesa con il segretario oggi dimissionario, perché egli entrasse nel coordinamento politico regionale del Pd Abruzzo».

Catena nella nota richiama alla necessità della massima unità del partito, ribadendo come senso della comunità voglia dire lavorare uniti anche nei momenti difficili «Se questo non avverrà, poi non ci sarà nessuna alternativa da costruire e nessuna eredità da raccogliere sulla base di risultati negativi.
Va solo precisato che la mia proposta non risale ad oggi, ma al mese di agosto, quando ci siamo incontrati per la prima volta per parlare dell’argomento, sempre d’intesa con il segretario uscente».

Catena nella nota precisa come il coordinamento politico, il quale è oggi nelle disponibilità del segretario reggente anche per modificarlo, è stato nominato dal segretario uscente Marco Rapino prima delle sue dimissioni su preciso mandato dell’ultima Direzione regionale, anche per assicurare la continuità della conduzione politica del partito.

«E’ un errore voler anticipare il congresso prossimo del partito, anteponendolo alla priorità dell’impegno unitario per le elezioni che possono vederci in gioco da protagonisti. Ed è sbagliato pensare che siano già perse. A tal fine abbiamo bisogno dell’impegno di tutti. Nessuno escluso. E non rientra certo nello spirito di comunità bollare chi ha dato la disponibilità per farlo di essere “sostenitore” di questo o tal altro esponente istituzionale del partito. Sono linguaggi e logiche che nel nuovo partito, che abbiamo urgenza e necessità di costruire, mi auguro spariranno.
Chi ha dato disponibilità, caricandosi una responsabilità non da poco, lo ha fatto evidentemente perche sente di appartenere al Pd».

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