giovedì , 28 Marzo 2024

Ortona, Dune Bene Comune “Incredibile comportamento del Comune, ostacola i volontari che vogliono proteggere le dune” 

Le associazioni oggi in presidio
dovrebbero plaudire e facilitare il lavoro a proprie spese dei volontari,
non ostacolarlo all’ultimo secondo a sei mesi dalla nostra comunicazione
“. 

 

Ortona – «In Abruzzo, la cosiddetta regione verde d’Europa, con un piano del demanio marittimo regionale che sulla carta mette al primo posto tra gli obiettivi specifici: “a) la tutela ambientale e lo sviluppo ecosostenibile nell’uso del demanio marittimo“, vengono messi i bastoni tra le ruote dal Comune di Ortona ai volontari che vogliono tutelare e valorizzare le splendide dune» .E’ quanto asseriscono le sei associazioni del coordinamento Dune Bene Comune che avevano inoltrato a tutti gli enti, dalla Regione Abruzzo al Comune di Ortona, il 21 gennaio 2020 una lettera in cui si comunicava l’intenzione di voler delimitare – con piccoli paletti e un semplicissimo cordino di canapa comprati dai volontari – le dune della stazione di Tollo, di enorme importanza per la tutela del Fratino e di diverse specie rare di piante, dal Giglio di mare al Verbasco.

 

Le associazioni dopo la prima nota inoltravano anche uno schema dell’intervento e la planimetria.

 

Ovviamente con la crisi del Covid l’attività era rinviata e lo scorso 1 giugno le associazioni comunicavano agli enti, comune compreso, che l’iniziativa era fissata in tre giorni, da giovedì 11 a oggi sabato 13 giugno, anche con il coinvolgimento del pubblico assieme ai volontari in una giornata ecologica da svolgersi appunto oggi.

 

«Dopo un silenzio di sei mesi –fanno sapere i volontari– il Comune di Ortona ha pensato bene di inviare una nota il 10 giugno, il giorno prima dell’avvio della delimitazione, in cui sostiene da un lato di non essere competente e dall’altro dichiarando che tali “recinzioni” (!) costituirebbe “occupazione di suolo demaniale marittimo” e addirittura “ostacolo alla libera fruizione da parte della collettività di ampi tratti di spiaggia” e che l’operazione “se posta in essere sarà a responsabilità diretta degli esecutori“.

 

Non proprio un atteggiamento di sostegno ai volontari da parte dello stesso comune che da da due anni a questa parte fa i bandi per occupare la spiaggia libera con concessioni dimenticando che:
1)è l’ordinanza balneare della Regione Abruzzo all’Art.7 ad imporre addirittura come obbligatoria la delimitazione delle aree dove nidifica il Fratino;
2)è la stessa regione Abruzzo (a cui comunque le associazioni hanno inviato la comunicazione fin da gennaio) ad aver richiesto la massima tutela delle dune di Ortona;
3)è lo stesso Piano marittimo del demanio regionale ad imporre a tutti gli enti, in primis ai comuni, l’obbligo di tutelare la biodiversità costiera;

4)la legge regionale 45 del 1979 e le direttive comunitarie tutelano in maniera specifica le formazioni dunali chiedendone la delimitazione.

 

Ora, tutte queste incombenze dovrebbero essere svolte dalle pubbliche amministrazioni, come realizzato a Vasto, San Salvo, Pineto ecc e con tutta evidenza qui non lo stanno facendo. I volontari ci mettono tempo e denaro, comprando addirittura il materiale, ma arrivano fuori tempo massimo lettere di questo tenore da un ente che dovrebbe sostenere queste iniziative e non intralciarle, visto che è in difetto rispetto agli obiettivi generali imposti da piani e norme».

 

Le associazioni hanno quindi deciso di rinviare l’iniziativa pubblica mantenendo un presidio di volontari che ha mostrato ai bagnanti i cartelli che avrebbero voluto installare e di sollecitare la Regione a prendere una posizione decisa a favore dell’attività delle associazioni volta a tutelare e valorizzare questo tratto di spiaggia abruzzese. «Oggi i visitatori non troveranno i cartelli, anche didattici, e la delimitazione che in tutti i paesi civili si fa davanti alle dune per evitare il calpestio e una fruizione caotica e dannosa privilegiando un uso ordinato e sostenibile della spiaggia. Purtroppo –cocludono i volontari– dobbiamo constatare che dopo decenni di chiacchiere sulla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema in Abruzzo siamo ancora a questo punto. Auspichiamo, seppur con poca speranza, un ravvedimento operoso da parte del comune».

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