domenica , 28 Aprile 2024

Farindola, dalle Associazioni un appello al sindaco per la tutela del Fiume Tavo e del suo ecosistema 

Pescara – «La vegetazione riparia lungo i corsi d’acqua e nelle zone umide, è fondamentale per la salute degli ecosistemi fluviali. In molte giurisdizioni, le leggi e i regolamenti vietano severamente la rimozione della vegetazione ripariale. Queste leggi sono state emanate per proteggere gli habitat naturali, prevenire l’erosione del suolo, migliorare la qualità dell’acqua e fornire habitat vitali per la fauna selvatica. Tentare di rimuovere la vegetazione ripariale dei fiumi con pretestuose e costose “ripuliture” sporadiche significa colpire il fiume nelle sue funzioni naturali e vitali. Significa anche eludere le numerose disposizioni normative vigenti tra leggi locali, regionali, nazionali ed europee. Nelle aree protette in particolare rispettare le norme di tutela dei corsi d’acqua per garantire la conservazione degli ecosistemi fluviali e preservare la biodiversità è un principio fondamentale.»
Così le tante associazioni che rivolgendosi al sindaco di Farindola Ilario Lacchetta espongono il loro appello affinché nel tratto a valle di Farindola interessato dal passaggio del fiume Tavo venga salvaguardata la vegetazione riparia. Pubblichiamo di seguito integralmente l’appello delle associazioni* firmatarie.

Egregio Signor Sindaco di Farindola dr. Ilario Lacchetta, 

le Associazioni di protezione ambientale, riconosciute ai sensi dell’art.13 della L.349/86 a carattere nazionale che operano da molti anni in Abruzzo, sottoscrivono ed espongono alla Sua attenzione la più profonda preoccupazione per la situazione critica che potrebbe presto interessare il fiume Tavo nel tratto a valle di Farindola. Abbiamo appreso da un manifesto pubblico da Lei firmato, l’invito rivolto ai suoi cittadini per un’ardita raccolta di firme con la richiesta di rimozione (illegale) … di una folta vegetazione… lungo le sponde del Fiume Tavo. L’azione da Lei stimolata e auspicata, con l’abbattimento degli alberi, magari con l’eventuale utilizzo indiscriminato di mezzi meccanici lungo le sponde del fiume Tavo, ci lascia attoniti e pieni di sgomento e ci spinge a rivolgere alle autorità competenti un accorato appello perché Lei possa mantenere gli impegni precedentemente assunti, in sedi pubbliche e con atti formali per la difesa del fiume stesso. L’azione che sta promuovendo, con larichiesta di rimozione della vegetazione riparia, rischia seriamente di provocare danni irreparabili all’ecosistema del fiume, mettendo a rischio la flora e la fauna locali. Il fiume non è solo un canale dove scorre l’acqua; ormai è acclarato dal mondo scientifico come un vero organismo con una straordinaria fonte di vita. Le sue acque sostenibili alimentano una varietà di piante, animali e insetti che costituiscono un delicato equilibrio ecologico. Gli alberi lungo le sponde non sono solo meravigliosi elementi del nostro paesaggio, ma rifugi vitali per uccelli, invertebrati e mammiferi che dipendono da questo ambiente per la loro sopravvivenza. Essi, con la caduta delle foglie, sono fonte di cibo per la vita acquatica e alimentano nell’ecosistema le catene e le reti alimentari che consentono l’esistenza dei pesci, degli uccelli acquatici insettivori e limicoli, anfibi e rettili. Facciamo presente che in quel tratto fluviale vi sono specie di insetti, plecotteri del genere “Perla” e tricotteri in particolare, esigenti di acque pulitissime e di habitat integri, e per questo scomparsi altrove e in via di estinzione. Su tali presenze si basa il giudizio di qualità del fiume in base al Decreto 260/2010, il Testo Unico in Materia Ambientale (DLgs 152/06, artt. 76 e seguenti) e la direttiva UE 60/200/CE. 

La distruzione delle sponde e l’abbattimento degli alberi hanno conseguenze che vanno oltre il presente. 

Mettono a repentaglio la biodiversità, indeboliscono la resistenza naturale alle inondazioni e compromettono la qualità dell’acqua. La vegetazione, inoltre, protegge l’acqua dal riscaldamento sia con l’ombreggiamento, sia attivamente con la traspirazione, ha una nota funzione idrogeologica e di sostegno delle sponde, comportandosi come un efficiente condizionatore: fenomeni, questi, che consentono il mantenimento di un elevato tenore di ossigeno disciolto nell’acqua a beneficio della vita superiore che contiene, che va in crisi e migra o perisce anche col solo aumento termico di due o tre gradi. Inoltre la presunta “pulizia” anche dal semplice punto di vista della sicurezza idraulica è fallimentare perché non risolve i problemi ma li trasferisce, aggravati, a valle ove la velocizzazione delle acque produce ingolfamenti e potenziali esondazioni, aumenta il potere erosivo della stessa che acquista forza e travolge ogni cosa, che, viceversa, non si verificherebbero con la vegetazione integra che frena l’impeto della corrente e con la lettiera, la presenza di alberi e vegetazione, che assorbono acqua trattenendola nel tempo, aumentando il cosidetto tempo di corrivazione. Facciamo presente che nella valutazione della qualità del fiume e dei servizi ecologici ed ecosistemici che fornisce, il metodo IFF (Indice di Funzionalità Fluviale, edito da APAT oggi ISPRA), assegna un valore elevato ai fiumi in cui la fascia di vegetazione ripariale è continua ed ha uno spessore di almeno 30 metri. 

È noto, ormai da anni, che la corretta funzionalità dei sistemi fluviali consente a questi di fornire gli indispensabili “servizi ecosistemici”, fondamentali per la qualità della vita dei residenti, in primis, ma anche di coloro che risiedono nelle aree circostanti o che le frequentano, come per esempio, i turisti. 

Chiediamo con urgenza che venga messa in atto una moratoria immediata per evitare l’abbattimento degli alberi e l’uso delle ruspe lungo le sponde del fiume Tavo. Inoltre, sollecitiamo l’adozione di misure di conservazione sostenibili, come la riforestazione delle aree già danneggiate secondo il modello vegetazionale potenziale tipico locale e l’implementazione di barriere protettive per preservare le sponde naturali. È essenziale coinvolgere esperti tecnici ecologisti nella pianificazione di qualsiasi intervento futuro per garantire che siano adottate pratiche e soluzioni ecocompatibili. che consentano la sicurezza e il miglioramento della qualità di vita dei residenti, soprattutto in questo periodo in cui la disponibilità di fondi lo permette. 

Nel caso si dovessero verificare azioni di danneggiamento del patrimonio geologico, vegetale ed animale del Fiume Tavo in uno dei tratti più suggestivi ed integri, ci troviamo costretti a dover ricorrere in tutte le sedi competenti anche al livello Europeo. 

Vogliamo ricordare che il Contratto di Fiume da Lei sottoscritto insieme agli altri otto Sindaci dei Comuni del Bacino Tavo Saline prevede la massima tutela del fiume Tavo, dove insistono due importanti aree protette, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e la Riserva Naturale Regionale Lago di Penne. 

Uno degli obiettivi dichiarati prevede il conseguimento della Bandiera Blu, simbolo di integrità paesaggistica e ambientale che certamente non si ottiene abbattendo alberi e deturpando le sponde del fiume. 

Vogliamo inoltre ricordare altri due impegni pubblici da lei assunti, il primo durante la proiezione del docufilm La perla del Fiumenel CEA Antonio Bellini a Penne, il 13 giugno 2021, quando, dopo essere stato proclamato per acclamazione Custode del Fiume Tavocon la consegna di una stampa inedita del fotografo Roberto Mazzagatti sul Merlo acquaiolo, ha dichiarato pubblicamente, con un impegno solenne davanti ad una ricca platea di cittadini, che nessun albero sarebbe mai stato abbattuto nel sito riproduttivo del raro cinclide, nel tratto del Fiume Tavo a Farindola. 

Il secondo impegno riguarda la Consulta per l’Ambiente che aveva deciso di costituire durante l’assemblea delle associazioni di protezione ambientale e cittadini, che lei aveva convocato nella Sala Consiliare di Farindola, per redimere la polemica pubblica, avviata, poi risolta positivamente, sui progetti della messa in sicurezza della Parete calcarea della “Sportella”. Si era impegnato formalmente a convocare un nuovo incontro, per esaminare il progetto di sistemazione del Fiume Tavo. Incontro mai più più convocato. 

Ci preme inoltre ricordare che in Italia, la tutela dei corsi d’acqua è regolamentata da leggi e normative molto articolate e complesse. Ecco alcuni riferimenti: 

L. 394/91 Aree protette conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di processi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici; 

Codice dell’Ambiente (D.Lgs. 152/2006): 

Il Codice dell’Ambiente è la principale normativa ambientale italiana e disciplina diversi aspetti, inclusi quelli relativi all’acqua e alla protezione dei corsi d’acqua. 

Vicolo idrogeologico (Regio Decreto n. 3267/1923) 

Il vincolo idrogeologico è istituito e normato con il Regio Decreto n. 3267 del 30 dicembre 1923 e il successivo regolamento di attuazione R.D. 1126/1926. 

Con il vincolo idrogeologico, lo stato intende proteggere l’ambiente e soprattutto le acque pubbliche dal rischio di danneggiamento, causato da lavori, opere edilizie o altre attività di movimento della terra. Lo scopo quindi è quello di tutelare l’ambiente, imponendo un controllo e la richiesta di autorizzazione agli enti locali ogni volta che un lavoro comporta modifiche strutturali. 

Legge Quadro sulle Acque (L. 36/1994): 

Questa legge stabilisce il quadro generale per la protezione delle acque superficiali e sotterranee, inclusi i corsi d’acqua. Essa definisce le aree protette, le restrizioni e gli standard di qualità dell’acqua. 

Piano di Gestione del Distretto Idrografico (PGD): 

In base alla Direttiva Quadro sull’Acqua dell’Unione Europea, l’Italia ha sviluppato Piani di Gestione del Distretto Idrografico per ogni area idrografica del paese. Questi piani definiscono le misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’acqua e la protezione dei corsi d’acqua. 

livello europeo, diverse direttive e regolamenti sono stati adottati per proteggere i corsi d’acqua e preservare l’ambiente idrico. Ecco alcune delle principali leggi europee pertinenti: 

Direttiva Quadro sull’Acqua (2000/60/CE): 

La Direttiva Quadro sull’Acqua (DQA) stabilisce un quadro comune per la protezione delle acque dolci superficiali, delle acque sotterranee, delle acque costiere e delle acque di transizione in tutta l’Unione Europea. Definisce gli obiettivi di qualità e introduce misure per il monitoraggio e la gestione sostenibile delle risorse idriche. 

Direttiva sulle Acque Sotterranee (2006/118/CE): 

Questa direttiva stabilisce norme per la protezione delle acque sotterranee. Essa impone il raggiungimento di obiettivi di qualità e il divieto di deterioramento dello stato qualitativo delle acque sotterranee. 

Regolamento sulle Emissioni Industriali (2017/1442/UE): 

Questo regolamento ha l’obiettivo di ridurre l’inquinamento causato da talune attività industriali, stabilendo norme comuni per il controllo delle emissioni nell’aria e nell’acqua. 

Direttiva sulle Inondazioni (2007/60/CE): La Direttiva sulle Inondazioni stabilisce linee guida per valutare e gestire i rischi di inondazione, compresi quelli correlati ai corsi d’acqua, promuovendo una gestione integrata e sostenibile delle acque. Leggi Penali e Civili: Sanzioni Penali: Pene per coloro che violano le leggi ambientali relative ai corsi d’acqua. Responsabilità Civile: Norme che stabiliscono la responsabilità civile per danni causati da attività che danneggiano i corsi d’acqua. A nome e per conto di migliaia di cittadini riuniti spontaneamente nelle 6 Associazioni tra le più rappresentative riconosciute per legge, La esortiamo ad evitare azioni che rischiano di compromettere l’integrità del fiume Tavocreando aspettative inattuabili. Le chiediamo di avviare al più presto una serie di confronti più costruttivi, tra le diverse istituzioni che governano il territorio. Sollecitare i singoli residenti a prendere posizioni in contrasto con le leggi che tutelano i corsi d’acqua non ci sembra un atto di democrazia, va ricordato infatti, come lei certamente saprà, che il Comune non ha nessuna competenza legislativa e non può modificare le numerose normative vigenti. Una materia così delicata e complessa, con risvolti giuridici di valenza nazionale ed europea, dovrebbe essere valutata considerando gli aspetti scientifici ed ecosistemici, per sostenere le migliori soluzioni utili al bene comune, soprattutto all’interno delle aree protette. Bisogna dunque evitare il ripetersi della triste metafora di Pilato, quando, in assenza di un quadro oggettivo di riferimento, tra Gesù e Barabba la folla, credendo di scegliere nel giusto, scelse ovviamente Barabba. È interesse di tutti tutelare e proteggere il fiume con i suoi preziosi organismi inseriti in una funzione ecosistemica ed estetica del paesaggio mediterraneo. Le scriventi associazioni di protezione ambientale riconosciute dal Ministero dell’Ambiente, ritengono in ogni caso fondamentale la messa in sicurezza della sponda sinistra del fiume Tavo con soluzioni di ingegneria naturalistica finalizzate alla tutela dell’abitato storico della Contrada San Quirico e della popolazione residente da esondazioni e processi erosivi nel rispetto dell’ecosistema fluviale. Siamo comunque fiduciosi e disponibili ad un confronto per contribuire a trovare soluzioni possibili, condivise ed armoniche, senza forzature istituzionali, nell’unico interesse della tutela dell’ambiente come sancito dall’Arti. 9 della Costituzione Italiana “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Un concetto che è già stato adottato e dimostrato a Farindola, con l’accordo siglato sul Progetto della messa in sicurezza della Parete di roccia della Sportella. Restiamo pertanto in attesa di un urgente riscontro. Cordiali Saluti. 

* Le associazioni firmatarie:  
Presidente CAI Farindola, Daniele Borgheggiani Presidente CAI Penne, Paolo Pastore Presidente CAI Loreto Aprutino, Daniela Candeloro Presidente GUFI, Gruppo Unitario per le foreste italiane, Giovanni Damiani Presidente Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco Presidente Italia Nostra Abruzzo, Pierluigi Vinciguerra Presidente Mountain Wilderness Abruzzo, Massimo Tudini Delegata Wwf Abruzzo, Filomena Ricci 

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