mercoledì , 4 Dicembre 2024

Tavo: il lungofiume, il martin pescatore e i rifiuti tossici

Conoscevo il posto del martino, sono abitudinari, usano sempre un posatoio per cacciare e un anno prima avevo assistito ai guizzi colorati della sua pesca sul Tavo, un posto facilmente raggiungibile, avevo avvisato le mie figlie che tutto però ora sarebbe potuto essere diverso, un anno dopo il posatoio sarebbe stato probabilmente trascinato dalla piena del fiume e avrebbero dovuto fare attenzione a non inzaccherarsi di fango.

Arrivati sul lungofiume che in territorio di Cappelle sul Tavo, da Congiunti porta alla pista dei gokart però i primi segnali non erano affatto incoraggianti, poltrone, calcinacci e rifiuti abbandonati a ridosso del corso d’acqua riproponevano situazioni che conoscevo, nulla è cambiato dall’ultima volta qui mi sono detto, pensando a irresponsabili che dopo una ristrutturazione in casa usano una zona nascosta per smaltire illegalmente i rifiuti di quei lavori.
Più avanti però è avvenuto un drastico cambio di scena.

Fusti e bidoni che in origine avevano già contenuto liquidi infiammabili, corrosivi e tossici erano stati lasciati ai bordi della carreggiata, riempiti nuovamente forse e pieni di liquidi oscuri giacevano tra i rifiuti oramai abituali e stranamente ora meno inquietanti, calcinacci, raee, plastici, vetri e copertoni tutto questo a pochi metri del fiume.

Quasi a voler nascondere a se stesso la vergogna per quanto fatto c’è chi ha nascosto dietro un vecchio mobile altri bidoni metallici, sopra c’è scritto “Petronas” e quel nome per l’ambiente non promette nulla di buono.

Poco più avanti la stradina continua e uno dei pesanti blocchi di cemento che l’anno scorso bloccava l’accesso ai mezzi era stato rimosso.

Non spostato con segni di fatica da qualche forzuto sciagurato, rimosso qualche metro più in là, segno evidente di una volontà determinata anche dall’uso dei mezzi a usare quel percorso, tempo addietro qui avevo già trovato raee, copertoni, elettrodomestici e batterie nel corso d’acqua.
Ma non sono riuscito ad andare molto più in là la strada infangata aveva creato una barriera alla passeggiata degli orrori.

Il posatoio del martino come prevedibile era stato spazzato dalla piena di questo inverno e di lui nessuna traccia, buon per lui mi sono detto sperando si sia spostato più a monte dove l’acqua è pulita e gli imbecilli assenti.

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