martedì , 19 Marzo 2024

Progetto “Sport nel Cuore”, gli infermieri del nucleo Cives di Pescara donano un defibrillatore all’Asd Cantera Adriatica

Con la donazione di un defibrillatore agli allievi della società sportiva A.S.D. Cantera Adriatica di Pescara, nell’ambito del progetto denominato “Sport nel Cuore”, si conclude un percorso formativo iniziato lo scorso mese. Oggi, lunedì 24 aprile alle ore 18, nella sala convegni della clinica Pierangeli, gli infermieri del nucleo Cives di Pescara, presieduto da Elisa Di Tullio, consegnano alla società sportiva il macchinario salvavita indispensabile per intervenire in caso di emergenza e contenere così il fenomeno dell’arresto cardiaco durante la pratica sportiva. Lo scorso mese gli infermieri volontari hanno organizzato dei corsi ad hoc, rivolti ai ragazzi iscritti all’associazione sportiva dilettantistica, ai membri societari e agli allenatori della scuola calcio, insegnando loro le manovre Bls-D di sostegno di base alle funzioni vitali e le pratiche di primo soccorso. Successivamente il nucleo Cives, grazie al finanziamento del CSV di Pescara, ha acquistato un defibrillatore semiautomatico da donare all’associazione sportiva Cantera Adriatica, come previsto dal decreto ministeriale del 24 aprile 2013 intitolato “Disciplina della certificazione e dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali dispositivi salvavita” e secondo quanto disposto dal decreto successivo dell’11 gennaio 2016.
In base alle ultime statistiche, la morte cardiaca improvvisa colpisce ogni anno in Italia più di mille giovani sotto i 35 anni. L’arresto cardiorespiratorio si manifesta dopo circa un’ora dall’insorgere dei sintomi prodromici (cardiopalmo, tachicardia, dispnea, astenia). Nell’85% dei casi è provocato da un’aritmia maligna, che se non viene trattata tempestivamente con le manovre di rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione elettrica porta nel 98% dei casi alla morte. La defibrillazione elettrica è l’unico mezzo a disposizione per intervenire. Ma per essere efficace deve essere effettuata entro 4-6 minuti dall’insorgere dei sintomi, perché dopo 10 minuti trascorsi senza un soccorso adeguato le possibilità di sopravvivere sono nulle. Questo fenomeno investe tantissimo lo sport. Da uno studio condotto sugli sportivi deceduti in Italia, infatti, è emerso che l’arresto cardiaco ha colpito prevalentemente gli uomini, dall’adolescenza in poi, con un’età media di 35 anni. Il 25% dei morti sono atleti tesserati nelle varie federazioni sportive, già sottoposti ad accertamento medico per il rilascio dell’idoneità. Nessuna delle vittime è stata defibrillata entro dieci minuti e in nessuno dei luoghi in cui si sono verificati gli arresti cardiaci era presente un defibrillatore.

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