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Il Ponte del Mare compie 10 anni. Blasioli: “Da opera che divideva è diventata l’icona che unisce e rilancia la città”

Il montaggio delle campate del ponte del mare Ph:  Mario Sabatini

Pescara –  “Da dieci anni il Ponte del Mare unisce le nostre riviere, un anniversario importante, ma ignorato da chi oggi governa la città e ieri attribuì all’opera una valenza divisiva, che questo primo decennio ha completamente confutato – così il consigliere regionale PD Antonio Blasioli– Oggi il nostro Ponte, assolve pienamente alla sua funzione strategica e ideale, unisce, anzi è riuscito a diventare identitario, perché da subito è entrato nella vita dei pescaresi e ha turisticamente rilanciato l’immagine della nostra città, in Italia e all’estero, esattamente come deve fare un’opera di grande valore”.

Il progetto del Ponte del Mare, fu concepito per creare il collegamento ciclopedonale fra le due riviere nord e sud di Pescara. I lavori di realizzazione furono realizzati da un’associazione temporanea d’imprese e il valore venne sostenuto dalla liberalità di sei gruppi imprenditoriali: Fondazione PescaraAbruzzo, Fater Spa, Toto Costruzioni, Gruppo Ferri, Di Properzio, Almacis. E venne inaugurato l’8 dicembre del 2009.

 

“E’ stato un giorno importante per la città – riprende Antonio Blasioli – e anche per noi, perché l’opera pensata e voluta con grande entusiasmo e determinazione dall’Amministrazione dell’ex sindaco Luciano D’Alfonso, prendeva vita sotto i nostri occhi. Non solo, il Ponte strallato, che fino ad allora era stato un elemento divisivo nell’opinione pubblica, distinta fra chi ne parlava bene, chi ne coglieva solo aspetti critici, chi lo voleva carrabile anziché ciclopedonale e chi, infine, era aperto a provarne l’effetto, dalla sua inaugurazione in poi ha unito la città che in questi anni lo ha vissuto pienamente in tutte le sue funzioni. Il Ponte è stato ed è meta di passeggiate pedonali di cittadini e turisti. E’ stato ed è anche frequentatissimo dai ciclisti e podisti della riviera. E’ da sempre accessibile a tutti e tale si è dimostrato in tutti questi anni, grazie a una pendenza pensata per poter accogliere anche chi si muove in carrozzina. E’ sostenibile, perché è rimasto ciclopedonale ed è anche economicamente sostenibile, perché a costo zero per la città. Ma è diventato anche una buona pratica amministrativa, nonché una sinergia progettuale pienamente riuscita fra pubblico e privato, che allora rappresentò davvero un’innovazione per l’Abruzzo e che oggi sta diventando un modello di riferimento per gli Enti e gli amministratori pubblici.

Questo mix che lo ha reso famoso, attraendo oltre all’attenzione dei turisti che in questo decennio lo hanno calcato, anche quella di svariati e illustri osservatori e studiosi nazionali e internazionali, che lo hanno studiato, lo hanno citato in convegni internazionali (ad esempio Oporto e Bangkok per dirne due), lo hanno raccontato su prestigiose riviste e pubblicazioni di settore. E oggi, reduce anche da un importante lavoro di manutenzione che l’ex amministrazione comunale di centrosinistra ha reso possibile negli scorsi anni, reperendo risorse e progetti che erano stati fermi per i cinque anni di amministrazione di centrodestra, è anche diventato un modello da imitare. Il Ponte del Mare e i suoi stralli hanno infatti solleticato la fantasia di progettisti italiani che hanno disegnato altri ponti abruzzesi e l’opera pubblica che venne da molti considerata sofisticata e complessa, per la sua particolare estetica e per i materiali utilizzati, non è più sola: è diventata l’opera madre di una serie di ponti cittadini che hanno mutato in meglio abitudini e mobilità a Pescara, come il Ponte Flaiano, inaugurato da noi nel 2017 dopo una lunga gestazione e oggi anch’esso identitario, per l’impatto visivo che ha regalato alla zona in cui sorge e al fiume, grazie anche al primo ponte sul mare.

Ci sono voluti 19 mesi per vederlo nascere il Ponte del Mare, ricordo i sopralluoghi da assessore alla Mobilità, ricordo le dispute politiche, le critiche più svariate (c’era anche chi sosteneva che non ci passassero sotto i pescherecci), i tentativi di bloccare o ostacolarne la realizzazione, ricordo l’intitolazione condivisa con la città, ricordo tutti i passaggi di una storica cordata per renderlo possibile e la commozione che accompagnava non solo il progettista Enzo Siviero dello IUAV di Venezia ad ogni progressivo passo avanti, ma anche quella della struttura comunale che lo ha seguito fino alla nascita e che se ne è presa cura dopo, perché restasse alla città sicuro, bello e praticabile come merita di essere. E’ successo, perché l’opera era frutto di un lavoro positivo che si è anche rivelato tale anche agli occhi degli scettici e dei demolitori di cui Pescara è stata ed è piena da sempre.

Per tutte queste ragioni e nell’imbarazzante assenza di celebrazioni da parte di chi oggi governa la città, che è in parte la stessa classe dirigente che all’epoca lo inaugurò, nostro malgrado, io voglio fare gli auguri al Ponte per quello che rappresenta e per tutti i desideri che ha realizzato e che realizzerà ancora e spero che possa essere di esempio per chi oggi può programmare opere sostenibili, identitarie e che cambiano il volto di Pescara”.

 

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