martedì , 19 Marzo 2024

Sanità: Pettinari “pronto soccorso al collasso, i cittadini sono stanchi”

“A Pescara il Pronto Soccorso è al collasso, siamo arrivati ad attese anche di 24h e casi in cui un codice giallo ha dovuto attendere 6 ore. Questo nonostante lo straordinario lavoro del personale che cerca di fronteggiare alle emergenze dovendo fare i conti quotidianamente con carenze organizzative e strutturali che la politica non riesce a colmare”. E’ un vero e proprio grido dall’allarme quello lanciato dal Vice Presidente del Consiglio Regionale Domenico Pettinari che questa mattina ha presidiato, in una manifestazione insieme ad un gruppo di cittadini, il Pronto Soccorso del Santo Spirito.

“Siamo davanti ad una catastrofe: la sanità è al collasso in Abruzzo e dall’Assessore Verì e dal Presidente Marsilio assistiamo sempre a scaricabarile, risposte inconcludenti e a nostro avviso nessuna soluzione percorribile. Questi signori sono alla guida della Regione da un anno e sono riusciti a continuare a fare gli stessi errori della precedente Giunta di centro sinistra che sempre ho contrastato. La“manovra di contenimento” che il centro destra attuerà, e che di fatto sono tagli lineari che loro si ostinano a chiamare “riduzione della spesa”, renderà la situazione ancora più grave. E’ arrivato il momento che si inverta la rotta, perché quello alla salute è un diritto di tutti i cittadini”.

Domenico Pettinari, che negli scorsi mesi aveva denunciato il clamoroso taglio (o riduzione della spesa) di oltre 70 milioni di euro per la sanità, analizza la situazione della provincia intera perché, afferma: “Il collasso di Pescara è dovuto anche al depotenziamento di strutture limitrofe come Popoli e Penne”.

«Basta recarsi nei reparti per capire come siamo messi – spiega il 5 stelle – vediamo che Medicina e Geriatria sono i comparti che soffrono di più. I posti letto non bastano e dobbiamo constatare che nel reparto di Medicina, per esempio, non esistono sale esclusivamente dedicate per isolare i pazienti problematici. Senza andare troppo oltre, basta pensare all’influenza che potrebbe aggravare il soggetto ricoverato. Medicina ha 40 posti letto e, solitamente, 10 in più se si contano le barelle posizionate nei corridoi e altri 10 che sono messi a disposizione da altri reparti costringendo i medici a dover muoversi da un piano all’altro, la richiesta è nettamente superiore all’offerta e questo genera un cortocircuito per il servizio erogato.

Oltre al reparto di Medicina e Geriatria criticità evidenti si riscontrano in Oncologia con le Sale d’attesa per i pazienti, che eseguono terapie per la cura dei tumori, non adeguate, sia dal punto di vista della privacy che da quello del contagio, poiché spesso questa tipologia di paziente ha le difese immunitarie basse e non può assolutamente essere messo in contatto con altre persone.

Ma anche gli altri reparti del nosocomio pescarese soffrono gli stessi problemi.

Il comparto di Radioterapia dovrebbe essere efficiente e prestare le migliori cure ai pazienti. Dopo le nostre numerose denunce il reparto è stato dotato di un acceleratore lineare di nuova generazione, ma il vecchio è ancora in attività nonostante sia obsoleto e non tecnologicamente avanzato. Un altro aspetto che ci è stato segnalato nel reparto riguarda il macchinario per la Brachiterapia, per la cura dei tumori ginecologici, che è stato donato all’Ospedale di Pescara dal Canada. Si trova nello stesso bunker di uno dei due acceleratori lineari, tanto che se uno è in funzione l’altro deve rimanere fermo, allungando così liste d’attesa per i pazienti già sottoposti a cure stressanti ed invasive.

È ironico che a denunciare i gravi disservizi dell’ospedale di Pescara siano anche alcuni consiglieri comunali del centro destra. Voglio ricordare loro che la Regione, ente preposto alla soluzione dei problemi della sanità abruzzese, è governata dai loro colleghi di partito. È evidente quindi che il momento dei blitz e delle promesse sia finito. Ora devono agire in fretta.

A Penne e Popoli la situazione non è migliore.

Abbiamo portato il caso della Gastroenterologia di Penne in Consiglio regionale per chiedere come mai il reparto sia stato abbandonato e dimenticato dalla Giunta. Stiamo parlando di un’eccellenza a livello regionale, una delle pochissime che registra mobilità attiva in termini sanitari e che ad oggi è abbandonata a sé stessa con un solo medico poiché il secondo, seppur con provvedimento aziendale è stato assegnato a Penne, continua a svolgere la propria funzione prevalentemente all’interno dell’Ospedale di Pescara, penalizzando ancora di più il sistema sanitario delle aree interne. Inoltre a causa della mancanza di personale l’esame diagnostico in video capsula, fiore all’occhiello del reparto, non si può più eseguire e, come se non bastasse, la seconda sala endoscopica è ferma allungando le liste d’attesa sensibilmente. Depotenziare Penne significa intasare ancora di più l’Ospedale di Pescara, rendendo un servizio pessimo sia ai cittadini dell’area metropolitana che a quelli dell’area vestina. Ecco perché abbiamo sempre chiesto il ripristino della UOSD di gastroenterologia e di una UOC di ortopedia su Penne dove i numeri degli interventi sono stratosferici e di altissima qualità grazie alla grande competenza del personale sanitario. Sono eccellenze che devono essere valorizzate.

Nel reparto di ostetricia ginecologica stesso problema, sono stati assunti due medici con destinazione Penne mentre sembrerebbero essere stati operativi fino a ieri su Pescara. Anche medicina lamenta una carenza di medici tra pensionamenti, prescrizioni e mancati rimpiazzi.

Così come anche l’ospedale di Popoli, che è stato depotenziato, costringe pazienti delle zone interne a recarsi a Pescara anche per i casi di emergenza perdendo un tempo che troppe volte può fare la differenza tra la vita e la morte.

E a chi dice “i fondi non ci sono” rispondiamo che i fondi non ci saranno mai fin quando si persisterà con gli sprechi e con una gestione fallimentare di beni e risorse.

In un anno nessuno ha tamponato l’emorragia di euro che è la Pet-Tac dell’ospedale di Pescara, un macchinario dal valore di 1,5 milioni di euro per cui invece spendiamo da anni 5mila euro al giorno di affitto, per una spesa totale di circa 15 milioni di euro. E come se non bastasse la Pet è dislocata fuori dalla struttura ospedaliera in un furgone, costringendo i pazienti ad uscire al freddo e a passare nelle sale d’aspetto anche dopo che viene iniettato loro il farmaco radioattivo, che li costringerebbe all’isolamento.

Nessuno ha tolto dallo stato di abbandono la palazzina pagata dalla Asl 3 milioni di euro, ma acquistata dal privato a soli 900mila euro pochi anni prima! Sono 6 anni che quel palazzo è abbandonato e chi mi conosce bene sa quanto mi è costato denunciare l’inutilità di quella spesa. Oggi che l’abbandono e l’inutilizzo è sotto gli occhi di tutti forse è chiaro ai più che ci troviamo davanti ad una spesa inutile e che non aveva nessun carattere di urgenza.

Sprechi che si traducono anche in materiali non utilizzati e lascianti in abbandono, come l’RX polifunzionale, macchinario da 350mila euro e ancora inutilizzato all’ospedale di Pescara Nord. Fermo da anni per la mancanza di un pezzo. Il centro destra aveva promesso che avrebbe risolto nel giro di poco tempo la questione. Passato un anno il macchinario è ancora lì. L’inutilizzo dei macchinari abbandonati è uno dei fattori che aumenta sostanzialmente le liste d’attesa in tutta la regione. Tra la chiusura dei reparti degli ospedali minori e l’abbandono dei macchinari che potrebbero servire a snellire le file ci troviamo davanti ad una congestione totale dei Pronto soccorso degli ospedali maggiori, come quello di Pescara.

Continua inoltre lo spreco legato all’Elisoccorso. Una vicenda grottesca, causata da una gestione completamente sbagliata. Parliamo di una struttura risultata, in un primo momento, inagibile per l’atterraggio del nuovo elicottero di soccorso, acquistato a seguito di un bando di gara, a disposizione della Asl. Valutazione che è stata invece smentita, in seguito, dagli stessi vertici dell’Azienda ospedaliera. Intanto continuiamo a spendere soldi pubblici per pagare un privato che si occupa del trasporto tra l’Aeroporto d’Abruzzo, luogo individuato per l’atterraggio dell’elicottero, e l’ospedale di Pescara».

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