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Ex discarica di Villa Carmine: vanno all’asta, le cisterne per il percolato. Di Sante (PRC) “come nuove dopo 15 anni. Tempo e soldi pubblici buttati, percolato ancora nel fiume.”

Montesilvano – La giunta comunale con delibera n.18 del 24 gennaio 2020, ha autorizzato la messa all’asta di “6 cisterne Inox ex discarica”. Le poche righe dell’avviso campeggiano tra le altre notizie tra le pagine del sito web del comune di Montesilvano nella categoria avvisi pubblici, Il criterio utilizzato per l’individuazione del contraente sarà, si legge, esclusivamente quello dell’offerta economica più elevata.

«Quei 6 serbatoio che il comune vende sono il manifesto delle inadempienze, dei ritardi, dello sperpero di denaro pubblico, delle amministrazioni comunali di Montesilvano e della Regione Abruzzo per la mancata messa in sicurezza e bonifica della discarica di Villa Carmin

e e del sito di bonifica Saline-Alento. Un manifesto alla vergogna e all’inadeguatezza dei politicanti di centrodestra e centrosinistra» così interviene in merito il Segretario provinciale di Rifondazione comunista Corrado Di Sante che prosegue tracciando una cronistoria dei sei serbatoi mai messi in funzione.

«Nel 2005 (Cantagallo sindaco centrosinistra) vengono affidati quasi 200.000 euro alla ditta Deco per “interventi di messa in sicurezza di emergenza” della discarica di Villa Carmine, vengono posizionati i 6 serbatoi e il sistema di pompaggio per evitare che il percolato finisca nel fiume. A marzo 2008 (Cordoma sindaco centrodestra) il sistema di pompaggio è spento, i serbatoi vuoti e sotto la vegetazione i rifiuti sono a vista. La messa in sicurezza è un miraggio. Il SIN Saline-Alento istituito nel 2003 faceva parte dei 50 siti di bonifica nazionale, insomma nella lista dei più inquinati in Italia. Nel verbale della conferenza dei servizi del 6 dicembre 2010, il Ministero dell’Ambiente rileva un elenco sterminato di inadempienze da parte comune di Montesilvano, si chiede tra le altre cose a pagina 9 “di fornire dati sulla raccolta del percolato” perché sono presenti solo i dati relativi al 2005, dopo nessun dato, ovvero percolato per anni nel fiume Saline. Le reiterate inadempienze, le denunce degli ambientalisti e le interrogazioni in comune e regione di Rifondazione Comunista porteranno la Regione Abruzzo a commissariare l’allora giunta di centrodestra del comune di Montesilvano a novembre 2011 e a nominare nel 2012 un commissario ad acta per la messa in sicurezza della discarica di Villa Carmine per evitare che il percolato continui a inquinare la falda e il fiume».

Il tempo passa la discarica viene finalmente coperta da teloni, oltre 10 anni dopo l’istituzione del SIN, i 6 serbatoi spostati e accantonati ai piedi della discarica nel mezzo della vegetazione. Intanto da Sito di bonifica nazionale(SIN), il Saline diventa sito di bonifica regionale (SIR), «una situazione meno grave di inquinamento? –aggiunge Di Sante– Assolutamente no, è solo la logica dei tagli, i problemi restano immutati. Il sistema di impermeabilizzazione non funziona a pieno e la copertura incompleta e messa a dura prova dalle intemperie, il percolato continua a finire in falda facendo schizzare i livelli di inquinamento e così nel 2016 la discarica viene nuovamente sequestrata, il commissario ad acta rimosso. In tanto a Montesilvano dal centrosinistra di Di Mattia, rocambolescamente è arrivato il centrodestra di Maragno, i protagonisti sono sempre gli stessi la sostanza non cambia la bonifica non è una priorità».

Nel 2016 per la messa in sicurezza e la bonifica della discarica di Villa Carmine arrivano i fondi del MasterPlan il soggetto attuatore incaricato è l’Arap, passano altri anni e finalmente viene completato il piano di caratterizzazione della discarica.
«Ad agosto 2019 la Stagione Ornitologica Abruzzese, –ricorda il segretario PRC– rende pubbliche le indagini di campo fatte tra il 24 maggio e il 24 giugno 2019 dall’Arap dai documenti emerge “una contaminazione diffusa, con superamenti delle concentrazioni a monte e a valle” della discarica. A valle della discarica, inoltre, il manganese arriva quasi a 140 volte i limiti di legge, l’arsenico presenta un valore doppio e anche il ferro presenta valori elevatissimi, insomma il percolato dalla discarica finisce in falda e nel fiume. Lo stato di abbandono del sito, della discarica prosegue continuano gli abbandoni di rifiuti, ma l’amministrazione di centrodestra a guida De Martinis è presa dall’organizzazione del Jova Beach Party: discarica, rifiuti e fiume possono ancora attendere!»

Di Sante evidenzia come solo spulciando il sito dell’Arap si riesce ad apprendere qualche notizia in più.
«La situazione diventa sempre più vergognosa e surreale. Infatti dalla determina dell’Arap n. 508 del 27 dicembre 2019 a pagina 2 emerge che la strada di accesso ai pozzi del percolato è da ripristinare e che neppure l’Arta sa con precisione dove si trovino tutti i pozzi di raccolta del percolato. Cosa è stato fatto negli anni precedenti? In che condizioni è stato lasciato il sito da Comune e Regione? Poi dando uno sguardo alla delibera dell’Arap n.483 del 10 dicembre 2019 a pagina 3 si legge “non è possibile quantificare precisamente tutto il percolato presente nelle vasche a causa della documentazione attestante i volumi”. È incredibile, ma è semplicemente la realtà documentata. L’Arta aveva chiesto di svuotare le vasche a maggio 2019, sono trascorsi 8 mesi le vasche e i pozzi sotto la discarica visti i provvedimenti adottati dall’Arap sono stati svuotati dalle 60 tonnellate di percolato stimate?

Lo sversamento di percolato dalla discarica nel fiume Saline prosegue, la messa in sicurezza sta appena iniziando sono trascorsi più di 20 anni dalla chiusura della discarica, 17 anni dall’istituzione del sito di bonifica, 15 anni dall’installazione dei serbatoi che ora il comune mette all’asta.
Sapete quanto costa lo svuotamento dei pozzi di percolato? –aggiunge Di sante concludendo– L’Arap stima meno di 3500 euro. Non è una questione di risorse, è una questione di inettitudine e priorità. A Montesilvano l’amministrazione De Martinis al pari di quelle che lo hanno preceduto ha le priorità sbagliate, e spiace constare che neppure il consiglio comunale è al passo con quei minimi provvedimenti che riguardano la bonifica, insomma si continua a nascondere una bomba ecologica di 300.000 metri cubi di rifiuti sotto il tappeto dell’ipocrisia».

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