giovedì , 25 Aprile 2024

Piano del Verde: Italia Nostra “a Pescara un adempimento necessario ed urgente” DOCUMENTO

Pescara – La visione per un piano del verde cittadino è affidata al Piano del Verde –  documento previsto dal Decreto sui “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura dei prodotti per la cura del verde”: “Il Piano del verde rappresenta lo strumento necessario integrativo della pianificazione urbanistica generale, che stabilisce, in base alle priorità determinate dalle esigenze del territorio, gli obiettivi previsti in termini di miglioramento dei servizi ecosistemici, gli interventi di sviluppo e valorizzazione del verde urbano e periurbano a lungo termine, le risorse economiche da impegnare e le modalità di monitoraggio degli obiettivi raggiunti e di coinvolgimento delle comunità locali

 Il Piano di Pescara è in fase di stesura, ma come lamenta l’Arch. Massimo Palladini presidente della sezione Italia Nostra di Pescara cittadini e associazioni non sono stati coinvolti nella dovuta partecipazione. «Il verde urbano rappresenta il centro di una nuova visione culturale, un sistema essenziale della città, presidio sanitario dei cittadini, per cui è necessario che la politica del verde di Pescara si emancipi dalle consuete dimensioni di emergenza e discontinuità nella sua gestione di il verde come semplice arredo o piacere estetico».
E’ in quest’ottica che l’associazione Italia Nostra ha inviato, il 10 giugno scorso, il proprio contributo all’Amministrazione Comunale. La proposta si basa su un approccio interdisciplinare che mostra la complessità e l’urgenza del tema, e ricorda inoltre la necessità di aprire un dibattito pubblico:

-la cintura verde, i corridoi ecologici, la protezione del verde storico e del paesaggio, la creazione delle connessioni insieme alla mobilità dolce, la valenza sociale, sanitaria e ambientale.

Tutti aspetti che non possono prescindere dalla partecipazione dei cittadini e delle associazioni, parti attive del processo decisionale condiviso per il bene della comunità. «Se vogliamo rendere resiliente la nostra Città, la sfida per una nuova visione del Verde Urbano sarà imprescindibile» ha aggiunto Palladini.

 

IL DOCUMENTO: UN PIANO DEL VERDE DELLA CITTA’: un adempimento necessario ed urgente

 

Premessa

Le città sono chiamate a diventare dei laboratori di innovazione per affrontare le nuove sfide del cambiamento climatico. Qualsiasi cambiamento si basa su una nuova visione culturale svincolata da passati paradigmi. Il Covid 19 ci ha insegnato come i cambiamenti, che ci troveremo ad affrontare, potrebbero essere più repentini della nostra immaginazione e le città saranno la prossima sfida. Potranno resistere se avranno una nuova progettualità.

Il verde urbano è un cardine di questa nuova visione culturale, esso infatti diventerà il nuovo presidio sanitario dei cittadini, al contrario, una sottovalutazione, porterà inevitabilmente a peggioramenti della qualità della vita.

E’ necessario che la politica del verde nel nostro Comune si emancipi dalle consuete dimensioni dell’urgenza e dell’emergenza e approdi finalmente a una ordinarietà di gestione del patrimonio naturale in cui le diverse azioni (dalle piantumazioni, alla manutenzione, etc.) siano inserite in politiche sistematiche di questo importante bene comune, organiche, e di ampio respiro (territoriale e temporale).

D’altra parte le “vie verdi”, soprattutto nell’attuale fase di degrado delle condizioni di vita nelle città, svolgono un servizio prezioso per favorire l’adattamento dei territori ai cambiamenti climatici e per elevare le capacità di resilienza ai mutamenti in corso. Il complessivo sistema del verde assolve alle funzioni di conservazione della diversità biologica oltre che di miglioramento della condizione urbana. Sono funzioni ovvie che, qui, vale la pena ripetere: riduzione dell’inquinamento atmosferico, riduzione dei gas climalteranti, miglioramento del microclima urbano, attenuazione dei rumori, protezione idrogeologica, miglioramento del paesaggio, benefici alla salute psicofisica dei cittadini, conservazione della biodiversità.

Riteniamo che il verde urbano debba diventare un sistema essenziale della città, così da superare per sempre l’attuale discontinuità nella gestione del verde, visto ancora come elemento puntuale, spesso come semplice arredo o, peggio, infrastruttura inanimata urbano.

Quelle che avanziamo non sono richieste massimaliste ma il semplice e determinato rispetto e applicazione delle leggi vigenti. In questo settore, a partire dalla L. 10/2013 e dalla attività svolta dal “Comitato per lo sviluppo del verde pubblico istituito” ai sensi del punto e) comma 2 – art. 3 della L. 10/2013, sono stati tracciati riferimenti utili per una corretta gestione del patrimonio naturalistico della città sino alle più recenti e circostanziate disposizioni del DL 10 marzo 2020.

Il Piano del Verde di Pescara

Lo strumento più urgente per favorire una svolta nelle politiche del verde a Pescara è senza dubbio il Piano del Verde come indicato nelle normative richiamate, infatti: “Il Piano del verde rappresenta lo strumento necessario integrativo della pianificazione urbanistica generale, che stabilisce, in base alle priorità determinate dalle esigenze del territorio, gli obiettivi previsti in termini di miglioramento dei servizi ecosistemici, gli interventi di sviluppo e valorizzazione del verde urbano e periurbano a lungo termine, le risorse economiche da impegnare e le modalità di monitoraggio degli obiettivi raggiunti (previsti dal Piano stesso) e di coinvolgimento delle comunità locali (D. 10 marzo2020 Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura dei prodotti per la cura del verde. lett. C).

Ai fini del miglioramento dei servizi ecosistemici e della conservazione e dello sviluppo della biodiversità riteniamo necessario che il Piano assuma il tema della individuazione della rete ecologia comunale, cioè dell’infrastrutturazione verde del territorio in tutta la sua estensione comunale (con gli opportuni riferimenti ai sistemi sovra urbani). All’interno di tale telaio unitario potranno collocarsi le diverse tipologie del verde urbano e periurbano.

Gli spazi verdi e, in particolare, le coperture arboree, oltre a fornire alla società preziosi servizi sanitari e ricreativi, rappresentano una rete storico-culturale e socio economica, di cui le popolazioni residenti sono sempre più consapevoli. Quindi, sarà necessario che il Piano assuma pienamente la problematica dell’identità dei luoghi con riferimenti agli aspetti paesaggistici, culturali e storici, del patrimonio naturale.

Per Italia Nostra questo aspetto assume particolare importanza perché attiene alla riappropriazione dei valori culturali del paesaggio e dell’identità del territorio, al fine di contenere le predominanti forme di omologazione che cancellano le specificità dei luoghi e delle culture.

Il metodo del Piano del Verde

Nel quadro delle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” a cura del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, MATTM, 2017, Il Piano del verde dovrà:

  • fondarsi su un aggiornato censimento del verde, articolarsi in progetti attuativi, e contenere i piani di monitoraggio e gestione del patrimonio naturale;
  • assumere pari dignità della pianificazione urbanistica e fornire ad essa elementi e riferimenti essenziali. Fondamentale sarà, per la qualità urbana e la compatibilità e sostenibilità delle trasformazioni territoriali, assicurare il contenimento del consumo di suolo e della frammentazione degli habitat naturali;
  • prevedere la  stretta integrazione fra rete verde e rete della mobilità dolce:
  • relazionarsi strettamente con la programmazione economica finanziaria del Comune perché gli obiettivi e le azioni previste dal Piano non restino belle intenzioni sulla carta;
  • costituire un riferimento, anche con l’indicazione di tipi e modalità di intervento nella realizzazione di opere  pubbliche, superando l’abituale modo di agire ex post e di sostanziale marginalità;
  • fondarsi su un iter di redazione aperto e partecipato tenendo conto del ruolo, in termini positivi e negativi, che i comportamenti dei cittadini assumono nella conservazione del verde;
  • utilizzare un metodo di progettazione multidisciplinare;
  • articolare la sua attuazione attraverso programmi e progetti specifici partecipati e condivisi.

I Contenuti del Piano del Verde

– Ribadire che i grandi vuoti urbani, le più promettenti situazioni di trasformazione della città, debbano essere caratterizzati dalla prevalente destinazione a verde. A Pescara tali zone sono: area di risulta, porta nord (attualmente in discussione), ex Cofa. Questi ambiti di notevole dimensione e naturalità dovrebbero integrare le “core areas” già esistenti (Riserve Naturali “Pineta di Santa Filomena” e “Pineta Dannunziana”).

– Individuare le connessioni, possibilmente integrate a percorsi di mobilità alternativa, fra i parchi e le zone verdi della città, con particolare attenzione ai contesti di edilizia scolastica e ai servizi urbani.

– Superare al più presto la frammentazione della più delicata presenza naturalistica della città, la Riserva Naturale Dannunziana con il ricompattamento urgente del comparto 5 e l’espulsione del traffico automobilistico dal suo interno. (si rinvia alle osservazioni di Italia Nostra al PAN in corso di approvazione).

– Tutelare i principali corridoi ecologici di scala territoriale con la realizzazione del Parco fluviale della Pescara, la tutela del sistema dei fossi a partire da Fosso grande e del corridoio del Vallelunga elemento di connessione fra la Riserva Naturale Dannunziana e i boschi di San Silvestro.

– Tutelare con specifica attenzione il verde storico della città: viali storici, alberi monumentali, giardini pubblici o privati di importanza testimoniale con particolare attenzione alla specie arborea del Pino d’Aleppo (Pinus halepensis), specie coevoluta con il territorio e peculiare da un punto di vista paesaggistico per la città di Pescara.

– Rispettare le linee di paesaggio delineati da assetti evolutivi fitogeologici rappresentati da specie e associazioni vegetali come, oltre il citato Pino d’Aleppo, la roverella (Quercus pubescens) il leccio (Quercus ilex) la tamerice (Tamarix africana), specie vegetali della macchia mediterranea e delle formazioni ripariali.

– Ripristino naturalistico dei residui boschi collinari (San Silvestro, Colle Orlando, Colle del Telegrafo, Colle Marino, ecc.).

– Tutelare le aree agricole periurbane e favorire la formazione di orti urbani nel tessuto della città.

– Inserire nel Piano un programma di decorticazione delle aree impermeabilizzate (slarghi, piazze) là dove possibile.

– Recuperare una risorsa inutilizzata quale l’ex osservatorio avicolo e le aree adiacenti per la realizzazione del vivaio comunale.

– Affrontare gli annosi e irrisolti problemi di allagamento di interi settori urbani in occasione di eventi atmosferici di particolare intensità attraverso i ricorso a “giardini della pioggia” anche ristrutturando piazze e giardini esistenti (es: Piazza Grue in relazione agli allagamenti di via Spaventa e zone adiacenti, oppure l’antistadio in relazione agli allagamenti di Viale Marconi – via Pepe, ecc).

– Ripristinare e tutelare aree dunali (porto – foce del torrente Vallelunga – parco nord).

– Favorire interventi di mitigazione paesaggistico – ambientale: es. trasformare in giardini verticali le ampie e spoglie murature del rilevato ferroviario, barriere verdi (dove possibile) in adiacenza a ferrovia, strade di grande percorrenza, ospedali, detrattori ambientali.

– Prevedere interventi di “ripulitura selettiva” nelle aree a verde, come ad esempio i giardini verticali precedentemente citati per il rilevato ferroviario, una pratica utile ad accompagnare l’evoluzione naturale e l’equilibrio ambientale, creando situazioni economicamente più sostenibili e naturalmente resilienti.

– Formulare norme di indirizzo per lo sviluppo del verde fondate sui caratteri ambientali e storici del territorio con l’indicazione delle specie di cui favorire l’impianto, affinché non si realizzino più interventi quale quello di via Pepe con l’impianto di esotiche Washingtonie.

– Individuare aree e azioni necessarie per la riqualificazione di contesti urbani degradati o marginali, come ad esempio, quello di via Tiburtina in cui un Comitato cittadino richiede la realizzazione di un nuovo parco pubblico.

– Integrare la normativa edilizia con norme che favoriscano la realizzazione di tetti verdi o giardini verticali.

– Prevedere articolate forme di incentivazione della partecipazione dei privati alla valorizzazione e gestione del verde pubblico (es. defiscalizzazione per cittadini virtuosi rispetto alla manutenzione del verde).

-Valorizzare le Piante Monumentali della città di Pescara, sia quelle riconosciute dal Comune, con Delibera di Consiglio Comunale n.24 del 18.03.2013, sia quelle prossime alla monumentalità. Valorizzare, in questo caso, significa poter disporre delle piante più interessanti e più felicemente ubicate per costruirvi attorno attività didattiche, scientifiche e turistiche, ma al tempo stesso garantire le opportune azioni di vigilanza, di conservazione e di manutenzione, ordinaria e straordinaria, che saranno di volta in volta necessarie

Partecipazione

L’elaborazione del Piano del verde di Pescara dovrebbe consentire ricorrenti e programmati momenti di partecipazione della città. La normativa dovrebbe definire adeguate forme partecipative negli iter di formazione dei progetti attuativi previsti dal Piano

Si tenga conto di quanto espresso nel merito dal Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico: il “Verde urbano è anche espressione ed esperienza di cittadinanza. Di cittadinanza attiva, che in chiave di sussidiarietà soccorre e subentra alle amministrazioni pubbliche. Tanto nella sfida a contrastare fenomeni di incuria che in alcuni casi diventano di vero e proprio degrado, anche profondo (nelle periferie, ma non solo), quanto nel dare forma a una domanda di spazi pubblici che è anche richiesta di una dimensione di rinnovata socialità. Quella dell’attivismo civico nel campo del verde urbano è spinta dal basso prorompente, tanto forte e viva da spingere alla ricerca di un punto di equilibrio che coniughi la necessità di individuare “regole e competenze” (senza cadere nella trappola della burocratizzazione), con l’esigenza di non disincentivare o demotivare questo essenziale slancio.

Sarà pertanto obiettivo di Italia Nostra di Pescara, e delle associazioni che condividono quanto sopra espresso, mantenere vigile e attiva l’opinione pubblica della città e assumere le necessarie iniziative di mobilitazione e di confronto nella convinzione che la redazione del Piano non sia un semplice adempimento tecnico ma un momento di crescita culturale e di sensibilità ambientale dei cittadini.

Al fine di approfondire e diffondere i contenuti sopra enunciati la Sezione di Italia Nostra di Pescara si impegna ad organizzare, dopo l’estate e compatibilmente con le regole attinenti alle pubbliche iniziative, incontri seminariali di condivisione con esperti e cittadini.

Pescara   10 giugno 2020

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