martedì , 19 Marzo 2024

Il Comitato Strada Parco Bene Comune interviene sul Parcheggio estivo “simbolo del fallimento della politica”

Pescara – Sul destino riservato alla Strada Parco e la necessità che il tratto venga utilizzato come area parcheggi, come oramai avviene ad ogni bella stagione, riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento di Ivano Angiolelli presidente del Comitato Strada Parco Bene Comune.


di Ivano Angiolelli
L’estate alle porte segnerà il ritorno delle auto dei bagnanti sul corridoio verde ciclo pedonale di Pescara, meglio conosciuto come “Strada Parco”. Mille posti auto al ticket di 3 euro per l’intera giornata.
Neppure la pandemia epocale è servita a favorire il cambiamento verso soluzioni meno impattanti sul territorio, l’ambiente e il paesaggio. 
Una consuetudine insana, avviata il 21 luglio 2011 con l’impegno assunto all’unanimità dal Consiglio comunale dell’epoca a non ripetere l’esperimento nell’anno successivo, destinato all’avvento della Filovia fantascientifica di Pescara: di volta in volta annunciata in imminente esercizio, mai realizzata a distanza di tredici anni dall’avvio dei lavori grossolani nel Comune di Montesilvano, che risale al lontano gennaio 2009.
Pur comprendendo le ragioni di chi abita lontano dalla spiaggia e ha pari titolo di frequentarla, il parcheggio disposto su una strada preclusa al traffico, destinata da più di vent’anni all’uso collettivo per passeggiare indisturbati, andare in bici, fare footing, pattinare, portare a spasso i bimbi in passeggino, non sembrerebbe la soluzione migliore praticabile.
Esiste un parcheggio immenso in area centrale, pressoché vuoto nei fine settimana, che potrebbe essere riservato gratuitamente alle auto dei bagnanti, da accompagnare al mare con un più sostenibile servizio di trasporto pubblico attraverso l’impiego di navette a basso inquinamento acustico e atmosferico. Magari, con la riviera contestualmente chiusa al traffico per agevolare le corse. 
E cosa dire delle Aree di risulta?
Il Comune di Pescara è uno dei pochi comuni costieri che non si è dotato di un servizio di bike sharing (bici a noleggio). Nei piani della mobilità sostenibile, confezionati da enti sovraordinati, questa misura – nei fatti inattuata – è prevista proprio in funzione della riduzione del traffico veicolare; che a Pescara invece si incentiva assicurando, nientemeno, parcheggi di prossimità (laddove non potrebbero esistere).
Sarebbe bastato – basterebbe – affidare un servizio di bike sharing all’interno della stessa area di risulta onde garantire, ai tanti cittadini che sono costretti a servirsi dell’auto per raggiungere il capoluogo adriatico, l’accesso con facilità e rapidità, senza congestionare il traffico, al lido di preferenza: gli stessi potrebbero utilmente servirsi della Strada Parco, dopo aver convenientemente parcheggiato la propria auto. 
Una soluzione sovrapponibile all’idea innovativa del monopattino elettrico.
È sotto gli occhi di tutti qual è l’utenza rappresentativa del monopattino: minorenni che non possono guidare l’auto, ai quali offrire in alternativa il passaggio da un mezzo di mobilità ecosostenibile (il monopattino) a un altro altrettanto non inquinante (come la bici), anche in completamento all’auto privata qualora necessaria per raggiungere il parcheggio
scambiatore.
Tanto più che sul Viale si riversano le carrozzine dei portatori di disabilità e degli anziani con difficoltà di deambulazione, talvolta azionate da motore elettrico, i quali solo lì possono circolare in piena libertà e sicurezza.
La strada, che costeggia un’estesa pineta da recuperare, da troppi anni in colpevole abbandono, è diventata nel tempo un bene collettivo di valore inestimabile. Essa configura un primo benefico tentativo di recupero degli spazi eccessivi occupati dalle auto private in movimento dappertutto, che hanno complicato non poco l’esistenza civile.
Sulla Strada Parco si vive invece una migliore condizione di vita, posto che vada sempre più maturando nella pubblica opinione la consapevolezza che una parte degli spazi pubblici debba essere necessariamente riservata alla convivialità, alla socialità, alle attività ludiche e sportive, al fine di determinare un miglioramento della qualità dell’aria e della salute pubblica, ma anche per favorire lo sviluppo turistico.
Quale sarà, allora, il destino da riservare alla Strada Parco?
Il Comitato “Strada Parco Bene Comune” si è costituito il 16 aprile scorso con uno scopo sociale ben definito: garantire la trasparenza e il rispetto dei requisiti di legalità in una commessa pubblica opaca, impossibile da realizzare secondo le regole dell’arte su un corridoio verde ciclo pedonale privo di marciapiedi a norma interamente percorribili e accessibili ai portatori di disabilità, come tale inadeguato a garantire le necessarie condizioni di sicurezza di esercizio e di efficace funzionamento. Con l’obiettivo finale – in ciò sostenuto dal patrocinio dello Studio legale Di Tonno – di preservare la funzione sociale del Viale, confidando che il TAR di Pescara possa affermare una volta per tutte la sua valenza giuridica di “bene comune consolidato“, posto a tutela della salute pubblica e della qualità dell’aria e della vita della gente, specie delle categorie sociali più deboli e svantaggiate. 
A fronte di questa legittima aspirazione, la classe politica dirigente, noncurante e indifferente a tutte le puntuali sollecitazioni rivoltele da lunghi anni dal Comitato, ha deliberato ancora una volta il ritorno indebito delle auto private su uno spazio comune inibito alla circolazione veicolare, fino al 15 settembre prossimo. Benché sia stato nel frattempo attrezzato il parcheggio nelle aree rivierasche dell’ex Enaip e si tenga viceversa incomprensibilmente chiuso agli utenti l’ampio parcheggio disponibile nel complesso “Le Naiadi”. Un altro esempio espressivo di cattiva amministrazione, che accompagna la scelta irrazionale di annunciare in pompa magna, a metà marzo scorso, la ripresa imminente dei lavori del filobus, pronto addirittura a entrare in regolare esercizio a gennaio 2022. Subito dopo mandato in soffitta, a beneficio dei bagnanti e degli operatori balneari, senza spiegare una sola ragione sottostante al sorprendente rinvio sine die delle opere precarie mai completate.
Avanti di questo passo, Pescara non cambierà mai verso e non potrà divenire in tempi ragionevoli la “Città della conoscenza e del benessere” preconizzata nel 2017 dal buon Professor Stefano Civitarese.
Se la “Strada Parking” non incontra neppure il favore del Chiarissimo Professor Paolo Fusero, illuminato Urbanista al Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio”, qualche buona ragione dovrà pur esserci.


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