Pescara – «Siamo davanti a una vera e propria emergenza nella Asl di Pescara. La causa è da ricercare nelle carenze croniche di personale, nella fatiscenza delle strutture e nella pessima organizzazione delle risorse. Una spirale di inefficienze che si traducono in una realtà fatta di disservizi che l’utente finale è costretto a sopportare sulle proprie spalle, davanti a una Regione inerme e sorda alle esigenze dei pazienti.»
A presentare la disamina della situazione sanitaria in provincia di Pescara è il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa davanti al pronto soccorso dell’Ospedale Santo Spirito, con lui alcuni cittadini tra cui i familiari delle vittime del covid che settimane fa avevano manifestato davanti alla Regione Abruzzo.
“Tante le criticità – spiega Pettinari- vecchi problemi mai risolti a cui si aggiungono nuove problematiche.
DISTRETTI SANITARI
«Il pronto soccorso e i reparti dell’Ospedale di Pescara sono ingolfati e stanno scoppiando. Questo perché la macchina dell’offerta sanitaria non funziona bene. Sono anni che sosteniamo con convinzione che i distretti sanitari delle città e gli ospedali minori della provincia devono funzionare al meglio, poiché sono delle valvole di sfogo indispensabili per evitare il sovraffollamento del Santo spirito e garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini, anche nelle aree interne. Invece i distretti sanitari di Pescara sud e di Montesilvano sono situati ancora in strutture fatiscenti, per la quale paghiamo anche affitti a proprietari privati, nonostante uno di essi sia stato già inaugurato, con grandi annunci trionfalistici del centrodestra. Abbiamo strutture pubbliche pronte, che per ora però rimangono vuote o funzionano in minima parte. Come se non bastasse questa vergogna, i distretti hanno personale insufficiente e strumentazioni non adeguate a fornire i servizi per cui sono preposti. Una situazione che denunciamo da sempre con fermezza ma sulla quale nessuno muove un dito. Questo inevitabilmente porta la maggior parte dell’utenza a rivolgersi direttamente all’ospedale che deve gestire una mole di lavoro superiore a quella che avrebbe se i distretti sanitari funzionassero a dovere. »
PRONTO SOCCORSO
«Ci ritroviamo così un pronto soccorso pieno di codici bianchi con pazienti tenuti nelle barelle o nelle salette d’attese per tempi lunghissimi. Accessi inappropriati che si verificano perché tanti utenti non hanno alternative. L’enorme lavoro che viene svolto dal personale medico, infermieristico e dagli Oss è l’unico motivo per cui il Pronto soccorso va avanti e per questo non finirò mai di ringraziarli. Ma non possiamo costringere queste persone a turni massacranti e a lavorare sempre in condizioni di emergenza. Ormai ho perso il conto delle volte che ho chiesto, in ogni sede possibile, l’assunzione di nuovo personale e l’apertura del nuovo pronto soccorso. Ma anche su questo fronte la Regione è sorda e completamente inesistente.
REPARTI
«Ovviamente la mole di lavoro che ingolfa il pronto soccorso porta ripercussioni anche sui reparti il polo oncoematologico scoppia: le sale d’attesa sono senza aria condizionata costringendo i pazienti, che già sono provati da malattie invalidanti, ad aspettare le cure in un ambiente poco confortevole che certo non aiuta dal punto di vista psicologico.
Il reparto di medicina, in particolare, ha una cronica carenza di personale che non riesce ad essere colmata. Ma non è solo il personale sanitario a mancare, anche la struttura dirigenziale e organizzativa è carente. Basti pensare che in eccellenze come ematologia e pediatria ancora non vengono nominati i primari, con tutti i disagi organizzativi che questa mancanza crea.
In radioterapia abbiamo ancora un acceleratore lineare obsoleto che deve essere sostituito. Siamo soddisfatti che, dopo le nostre numerose battaglie, sia stato acquistato un macchinario nuovo ma quello vecchio ancora non viene sostituito e non rende un buon servizio agli utenti.
Se poi scendiamo nei sotterranei dell’Ospedale quello che ci aspetta è un vero e proprio inferno: tunnel che sembrano labirinti, ambienti fatiscenti, muri che sembrano aver subito un bombardamento. Eppure nei sotterranei abbiamo comparti importanti come anatomia patologica, o le cucine e le lavanderie dell’ospedale dove viene sterilizzata la biancheria».
PRENOTAZIONE ESAMI
«Liste d’attesa ancora troppo lunghe. Prenotare un esame è diventato difficilissimo e cosa più grave anche per esami ordinari come le analisi del sangue, per le quali prima si riusciva in pochi giorni a prenotare il posto, adesso si è passati addirittura a 30 giorni di attesa, a cui si devono aggiungere anche circa 15 giorni per ottenere i risultati. Una situazione gravissima perché di fatto dalla richiesta di analisi all’ottenimento dei referti possono passare anche 45 giorni. Un tempo lunghissimo che potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte di un paziente. Sugli esami diagnostici non va meglio, sembra impossibile prenotare una visita specialistica con carattere di urgenza. Eppure la Asl dovrebbe lasciare il 30% delle prenotazioni libere per i casi urgenti, ma questa percentuale è sempre inutilizzabile perché piena. Ora è chiaro che si deve o aumentare la percentuale destinata alle urgenze o attivare dei controlli per capire se vengono realmente destinate per queste.»
GRANDI SPRECHI
«C’è ancora una palazzina in via Rigopiano che la Asl acquistò pagandola 2milioni e 800 mila euro, quando, solo due anni prima, il privato che la vendette l’aveva acquistata per 900mila euro. Dopo 7 anni quella palazzina è ancora in abbandono e rappresenta uno degli sprechi più importanti a carico della Asl a danno dei soldi pubblici di tutti i cittadini.
Non è da meno lo spreco legato all’elisuperficie dell’ospedale. Ho più volte denunciato che l’elisuperficie dell’ospedale, dopo l’acquisto di un nuovo elicottero, non è stata più utilizzata perché la piattaforma di atterraggio non avrebbe sostenuto il peso del nuovo mezzo. Stima successivamente smentita da alcune perizie che hanno dimostrato che la piattaforma poteva reggere tranquillamente il peso dell’elicottero. Ma di fatto ancora oggi l’elisoccorso è dirottato all’aeroporto, l’elisuperficie inutilizzata, e i pazienti raggiungono l’ospedale con un servizio “navetta”, gestito da un’associazione privata, con costi aggiuntivi per la Asl e un ritardo di azione sulle emergenze/urgenze, dettate dal percorso extra su cui deve spostarsi l’ambulanza. Ho chiesto più volte alla Giunta regionale, a trazione centrodestra, di sanare questa anomalia riattivando l’elisuperficie. Ho avuto solo promesse a rassicurazioni a seguito delle mie numerose interpellanze ma, ad oggi, la situazione è ancora immutata.»
PENNE E POPOLI ABBANDONATE DAL RIORDINO DELLA RETE OSPEDALIERA
«In questi giorni ci hanno sottoposto il riordino della Rete ospedaliera presentato da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Mi duole dover constatare che ancora una volta i presidi di Penne e Popoli sono stati abbandonati da questa Giunta che continua un inesorabile depotenziamento di quegli ospedali che per le aree interne della nostra provincia sono indispensabili. E non solo, visto che come abbiamo già sostenuto avere questi ospedali operativi e funzionanti significa snellire il lavoro di Pescara che è già congestionato.
L’unica certezza – conclude Pettinari – è che questo centrodestra sulla sanità ha solo commesso clamorosi errori e scelte politiche che non condivido e che tutti noi paghiamo ogni giorno sulla nostra pelle. Se la politica passasse più tempo sul campo, nei reparti e meno tempo sulle poltrone forse si risolverebbero davvero i piccoli e grandi problemi della sanità pubblica, ma così non è. Io continuerò a fare tutto il possibile perché la voce dei cittadini arrivi nelle stanze della Regione. Per questo ringrazio anche i parenti delle vittime del covid e non solo, vittime alle quali sono stati sottratti oggetti di valore prima del decesso in ospedale, che oggi sono venuti qui ancora una volta a sostenere le nostre battaglie e ai quali io sono fiero di dare la possibilità di raccontare le loro storie drammatiche affinché la politica intervenga e faccia sentire loro la presenza delle istituzioni. Sono queste le voci che dovrebbe ascoltare chi governa la Regione Abruzzo, non solo i diktat di partito che arrivano da Roma».