venerdì , 26 Aprile 2024

Azione Universitaria Teramo “Sostegno ad Azione Sapienza, sinistra uguale violenza”

Teramo – Nella giornata di ieri a Roma presso l’Università “La Sapienza”, per il convegno “Il Capitalismo – Il profilo nascosto del sistema“, organizzato  dagli studenti di destra, di Azione universitaria, erano attesi il giornalista Daniele Capezzone e l’onorevole Fabio Roscani. 
Alcuni studenti di “Oggi come Cambiare Rotta”, che si definisce un’organizzazione giovanile comunista, anno protestato con uno striscione “Fuori i fascisti dalla Sapienza”, contestando l’appuntamento concesso negli spazi dell’università e tentando di accedere al convegno. Si è avuta ben presto una reazione della Polizia presente in servizio di Ordine pubblico che ha reagito con  una cosiddetta “carica di alleggerimento”, alcuni studenti sono rimasti feriti.
A seguito di quanto avvenuto ieri nella capitale, riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa condiviso dall’Associazione studentesca dell’Università degli studi di Teramo “Azione Universitaria Teramo”.

«Quello che è stato messo in scena martedì 25 ottobre 2022, presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, è l’agghiacciante spettacolo di squadristi con la falce e il martello del pensiero unico, che nascondono il loro estremismo violento dietro la parola antifascismo. 
Sono settimane che i ragazzi di Azione Universitaria hanno difficoltà nel portare a termine le loro attività, vittime di individui rabbiosi che con azioni violente e sistematiche hanno provato a sabotare e reprimere le normali attività di rappresentanza studentesca e di promozione dell’Associazione in questione. 
Noi oggi denunciamo questa violenza, spettro che si aggira attorno a una generazione di sinistra priva di cultura. Violenza politica che risente, soprattutto a livello di opinione pubblica, dell’immaturità degli studi storici e, di converso, dell’eccesso di narrazioni memorialistiche e giornalistiche. Anteporre compulsivamente la violenza alla cultura, li ha resi schiavi di un’ideologia che non è riuscita ad evolversi nel tempo.
Stiamo davvero facendo passare come vittime della Polizia i giovani che in quella mattinata volevano con la FORZA impedire un convegno autorizzato dall’Ateneo?
Stiamo davvero facendo passare il messaggio che la libertà di parola sia una strada a senso unico, che è giusto prevaricare manifestazioni del pensiero altrui se si rappresentano ideali di destra?
Ma forse non saranno vittime coloro che sono ostaggio da settimane di questi collettivi che si arrogano il diritto di decidere quali e quanti spazi avere o poter usufruire nelle università, chi ha il diritto di manifestare il proprio pensiero e chi ha il diritto di creare spazi culturali e di libertà per gli studenti negli Atenei?
Ricordiamoci che, se il fascismo non esiste più come opzione storicamente presente, anche la categoria di antifascismo è da riporre nell’armadio dei vestiti che non si usano più. D’altra parte, forse dobbiamo rammentare che l’antifascismo è per sua natura non una categoria positiva, ma una categoria negativa, un’anti categoria. Capiamo che per molti abbia un contenuto positivo, ad esempio, spesso si dice che la nostra Costituzione si fonda sull’antifascismo, ma nel senso di un fondamento storico che individuava nell’associazione di LIBERTÀ POLITICHE e diritti sociali la pietra angolare del nuovo ordinamento sorto sulle ceneri del fascismo.     L’antifascismo di oggi finisce con l’assolvere ad una funzione ipnotica che conferma i residui militanti di sinistra sulla loro identità, ma politicamente non serve a nulla e non significa nulla.
A volte abbiamo l’impressione che certi antifascisti, pur di mantenere in vita l’antifascismo, sarebbero disposti a fondare un partito fascista.»

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