sabato , 27 Aprile 2024
Ph: Daniela Tinti

Realizzazione dello stadio del fondo ai Piani di Pezza: critico il WWF Abruzzo “progetto da rigettare in toto” 

Il WWF Abruzzo interviene ancora una volta su azioni impattanti in programma nel Parco Naturale Regionale del Sirente Velino, questa volta inviando le proprie osservazioni al progetto su “Interventi per l’ammodernamento e la messa in sicurezza di impianti sportivi, ricreativi e di risalita – lavori di realizzazione dello stadio del fondo nei piani di pezza – PNC misura a3.3”, che prevede la realizzazione in località Vado di Pezza, di una infrastruttura di innevamento programmato a servizio di un tratto iniziale di pista di sci di fondo lungo circa 800 m, con funzione di campo scuola o di riscaldamento per gli atleti che si prestano a percorrere le piste di sci di fondo che attualmente vengono battute in caso di innevamento naturale dal locale Sci Club. E’ prevista anche la realizzazione di un invaso nonché una palificata a doppia parete con la funzione sia di sistemazione e consolidamento della scarpata sia di una specie di tribuna per spettatori. 

Le azioni rimarca il WWF Abruzzo, ricadono all’interno di due Siti Natura 2000, la ZPS IT7110130 Sirente Velino e la ZSC IT7110206 Monte Sirente e Monte Velino. Nelle osservazioni presentate dalla sede regionale dell’associazione del Panda, quelle che vengono ritenute rcriticità sia rispetto agli aspetti formali e di procedura sia per valutazione di incidenza ambientale “condotta in modo approssimativo e carente”. 
Lo Studio di Incidenza Ambientale è stato pubblicato solo in data 21 luglio 2023 sul sito del Comune di Rocca di Mezzo; «a cantiere già aperto –commenta il WWF– nella zona di intervento, procedura questa del tutto inaccettabile visto che i lavori sono iniziati prima della conclusione dell’iter della VINCA (Valutazione di Impatto Ambientale).  Come inaccettabili sono i contenuti dello Studio di Incidenza Ambientale che trascura di valutare gli impatti significativi che opere come quelle in programma (scavi, canalizzazione interrate, pavimentazioni…) possono comportare sul cotico erboso andando a compromettere la comunità vegetale presente e adattata a vivere in quegli ambienti e aprendo la strada all’ingresso di specie invasive e alloctone. Molto sbrigativa è anche la valutazione degli impatti sulle biocenosi faunistiche presenti che sono variegate e di grande pregio (Orso marsicano, Vipera ursini, diverse componenti di avifauna…), legati in particolare alla sottrazione di luoghi in cui gli animali conducono fasi fondamentali del proprio ciclo vitale (ricerca dei partner, riproduzione, sviluppo) o al disturbo diretto. 
La conclusione dello studio è che se gli animali vengono disturbati….semplicemente possono sportarsi e allontanarsi! »

Anacronistica secondo gli ambientalisti è poi la scelta di ricorrereall’innevamento artificiale in Appennino a quote inferiori ai 1500 m s.l.m. «è davvero difficile comprendere come si possa pensare di utilizzare una risorsa, come quella idrica, per l’innevamento artificiale -commenta il WWF regionale– quando tanti comuni abruzzesi sperimentano la razionalizzazione dell’acqua potabile in diversi periodi dell’anno, ormai non solo durante la stagione estiva. Anche se chi programma tali azioni sui territori sembra non accorsene, il cambiamento climatico è in atto: l’estate del 2022 è stata la più calda della storia in Europa. Il mese di luglio ha fatto registrare 2,26 gradi centigradi in più rispetto alla media italiana dal 1800, anno da cui si registrano i dati. »

“Per la nostra Associazione il progetto è da bocciare in toto, per tutte le carenze procedurali e di impatto ambientale che presenta – dichiara Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – ma riteniamo che sia anche arrivato il momento di aprire un confronto più ampio sui territori montani: non ci può essere nulla di strategico, tanto da essere finanziato con i fondi del PNRR, in un progetto come questo che prevede come grande innovazione l’innevamento artificiale né lo può essere continuare a proporre interventi che minano la conservazione della flora e della fauna delle nostre aree protette. Strategia è puntare a modelli di fruizione del territorio differenti, che garantiscano le presenze tutto l’anno e che portino a scoprire e a far conoscere i luoghi e le bellezze della nostra Regione.” 

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