venerdì , 6 Dicembre 2024

Tumore al seno: dall’opposizione una legge per potenziare la ricerca e garantire cure integrate

Pescara – Sono circa 1200 gli interventi chirurgici eseguiti lo scorso anno in Abruzzo per il cancro alla mammella. La patologia oncologica negli anni sta mostrando una crescita esponenziale: basti pensare che l’incidenza nella nostra regione si attesta sui 170 casi ogni 100mila abitanti, contro i 38 registrati cinquant’anni fa. Un aumento che studi scientifici e importanti esperti del settore legano anche a fattori ambientali quali inquinamento, stile di vita e alimentazione non corretta. Gli studiosi sono altresì concordi che la parola chiave per combattere l’incremento dei casi sia “prevenzione”: screening costanti e corretto stile di vita per eliminare il rischio di insorgenza, ma anche per aumentare il tasso di guarigione e per evitare formazioni recidive.

In questo contesto si inserisce la Proposta di legge dell’Opposizione in Consiglio regionale, che si pone come obiettivo quello di garantire le attività di studio e ricerca nell’ambito delle terapie integrate per le patologie oncologiche. Il testo è stato presentato questa mattina a Pescara in una Conferenza stampa tenuta dai proponenti, il Capogruppo Luciano D’Amico e il Vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Blasioli, e dalla Consigliera regionale Erika Alessandrini che, come altri consiglieri  delle forze politiche che compongono il Patto per l’Abruzzo ha sottoscritto la Proposta di Legge.

“Grazie all’approvazione di questo Progetto di Legge – spiegano i proponenti – sarà garantito dal 2025 un supporto continuo e strutturato, di circa 50mila euro l’anno, al Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento dell’Università degli Studi “D’Annunzio”, che svolgerà le sue ricerche ponendo il focus sulla prevenzione, legata a un corretto stile di vita, e agli effetti collaterali dei trattamenti convenzionali per il tumore alla mammella. A seguito dell’approvazione del Testo, il Dipartimento avrà le risorse necessarie per  condurre le iniziative, con l’ausilio di chinesiologi esperti, di attività fisica adattata alle attività motorie da svolgersi presso le strutture di pertinenza dell’Università o ubicate nell’Ospedale Bernabeo di Ortona, riconosciuta eccellenza abruzzese nella cura del tumore mammario.

È bene sottolineare – continuano – che dal novembre 2017, grazie ad una convenzione tra Università e Asl 2, alle donne con diagnosi di tumore mammario vengono erogate terapie integrate a supporto delle terapie convenzionali. Alcune di queste attività sono già comprese nei LEA e quindi assicurate: counseling sullo stile di vita e sull’attività fisica, terapia nutrizionale e agopuntura. Altre, come l’esercizio fisico adattato, fino al 2023 venivano garantite dalla Asl 2 per mezzo di bandi di sponsorizzazione rivolti ai privati, che fornivano le risorse necessarie per stipulare una convenzione tra l’Azienda Sanitaria, che nel nosocomio di Ortona ospita l’Ospedale della donna, e il Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio”. 

Gli ultimi due bandi, però, non sono andati a buon fine, tanto che per buona parte del 2024 i servizi sono stati garantiti direttamente dalle liberalità di un’associazione che però non può, e non dovrebbe, sopperire alla funzione della sanità pubblica. Nasce da qui l’esigenza di questa Norma che andrebbe a garantire dei servizi indispensabili di medicina integrata con continuità ed efficacia.

Infatti, sono numerosi e prestigiosi gli studi di ricerca che riportano quanto un corretto stile di vita e l’attività fisica, svolta nel corso delle terapie, siano indispensabili per aumentare le possibilità di guarigione e diminuire il rischio di recidiva. In una delle ultime interviste rilasciate dal Professor Cianchetti, massimo esperto sul tema, viene evidenziato come proprio attraverso l’attività fisica sia possibile ridurre del 30% il cortisolo, ormone dello stress che favorisce l’insorgenza dei tumori, e contestualmente aumentare del 50% quello che Lui definisce  “natural killer”, ovvero quel gruppo di cellule del nostro sistema immunitario che ci difende dalle malattie oncologiche.

L’Ospedale della donna di Ortona, con l’approvazione di questa Legge regionale, potrebbe continuare a erogare gratuitamente servizi che davvero impattano sulla qualità della vita dei malati oncologici e sulla possibilità di guarigione. Parliamo di un’eccellenza generalmente riconosciuta: qualche giorno fa sono stati diffusi i dati del Programma nazionale esiti (Pne) 2024, che vedono l’Unità Operativa Complessa di chirurgia generale a indirizzo senologico di Ortona classificata al 16° posto su 447 breast unit italiane, con 602 interventi chirurgici solo nel 2023.

È importante sostenere queste realtà – continuano i consiglieri – ancor più in una regione come la nostra che sul campo della prevenzione medica risulta indietro rispetto alle altre italiane sull’applicazione delle leggi nazionali relative agli screening alla mammella. La situazione nelle quattro Asl abruzzesi è critica anche in merito ai tempi d’attesa per i singoli esami che sono ben superiori rispetto alle esigenze dell’utenza.

Ci auguriamo, quindi, che contestualmente alle azioni normative promosse per adeguare la nostra regione alle regole di screening nazionale, si approvi questa Proposta di Legge al fine di garantire con continuità ed efficienza un servizio utile come quello della medicina integrata. Auspichiamo che tutto il Consiglio regionale, anche per mezzo delle audizioni di medici, università e associazioni, comprenda l’importanza di questa iniziativa normativa” concludono.

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