venerdì , 29 Marzo 2024

Fiamme Gialle: scoperti oltre 70 mila euro di percezioni indebite assegni sociali

L’attività posta in essere dalle Fiamme Gialle teatine si incardina in quella

espletata su tutto il territorio nazionale e che prende spunto da una

prodromica analisi espletata dal Nucleo Speciale della Spesa Pubblica e

Repressione Frodi Comunitarie di Roma e poi sviluppata sul territorio dai

Reparti operativi.

L’obiettivo è stato quello di individuare ed accertare le persone che

indebitamente riscuotessero assegni sociali, di interrompere l’illegittima

erogazione ed attivare le misure cautelari per recuperare le somme

riscosse senza titolo.

I requisiti previsti dalla Legge 335/95 (Riforma “Dini”), per la erogazione

di denaro pubblico, sotto forma di assegni sociali, sono quelli della età (65

anni) della effettiva residenza (almeno 183 giorni) e/o della dimora stabile

ed abituale in territorio nazionale, nonchè della redditività.

Mancandone anche uno solo l’assegno sociale potrà essere ridotto,

sospeso e/o revocato.

Al meccanismo truffaldino si è giunti attraverso l’analisi prodromica

degli elementi desunti dapprima dall’incrocio dei dati Inps con quelli del

registro dell’Anagrafe degli Italiani residenti all’Estero (Aire), e poi dai dati

acquisiti dalle banche dati “Tessera Sanitaria” ed Anagrafe Tributaria”,

che hanno permesso di acclarare che la tessera sanitaria non aveva

un costante utilizzo e che ciò mal si conciliava con l’età avanzata del

titolare, nonché il rilascio del codice fiscale poco prima della richiesta

del beneficio.
In ultima analisi i militari operanti hanno proceduto alla

verifica,acquisendo ogni utile informazione da persone informate sui fatti.

Nel periodo di permanenza nello Stato italiano i soggetti indagati

richiedevano all’Inps competente per territorio la prevista pensione

minima, aprendo contemporaneamente un conto corrente o libretto

bancario/postale ove far confluire le somme indebitamente spettanti.

I controlli effettuati hanno permesso di appurare che

solo “cartolarmente” i 4 beneficiari denunciati erano in possesso dei

requisiti previsti dalla legge 8 agosto 1995, nr 335, per ottenere l’assegno

sociale.

Tutto sembrava in regola, con un piccolo particolare, la residenza

dei soggetti in Italia non aveva il carattere della fissa dimora. Infatti,

raggiunto lo scopo ed ottenuto quindi il riconoscimento dell’assegno

sociale, i beneficiari rientravano nel loro paese di provenienza.

Complessivamente, ammontano ad 71.444,81 euro le prestazioni sociali

indebitamente percepite.

Le 4 persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria per la

violazione prevista dall’art. 640, co. 2, n) 1 c.p. (Truffa ai danni dello

Stato) per aver indebitamento percepito provvidenze pubbliche,

contestualmente è stata richiesta l’applicazione delle misure cautelari

previste ai sensi dell’art. 640-quater, in relazione alle possidenze mobiliari

ed immobiliari risultanti nella disponibilità degli stessi, per pervenire

più efficacemente al recupero delle somme indebitamente percepite, a

garanzia del credito erariale.

È stato, infine, interessato l’Inps, organo competente per la gestione della

pensione sociale, per la conseguente procedura di sospensione e revoca

del beneficio e recupero dell’indebito.

L’azione di servizio eseguita dal Corpo rientra nell’alveo delle attività di

Tutela della Spesa Pubblica, ove si persegue l’obiettivo di salvaguardare

il corretto impiego di fondi pubblici e l’efficacia delle politiche di sviluppo

sociale e di sostegno in una ottica di equità sociale.

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