venerdì , 19 Aprile 2024

Stabilimenti balneari: Acerbo (PRC) “ancora più grandi? no grazie”

La Giunta Comunale di Pescara ha approvato il 9 dicembre scorso la delibera con le modifiche alle norme del “Piano spiaggia” recependo le disposizioni di quello che il coordinatore regionale del Partito di Rifondazione Comunista definisce l’orrendo Piano Demaniale Marittimo Regionale «approvato con voto unanime di centrosinistro e centrodestra e tiepidissima opposizione M5S» il PDM regionale era stato bloccato con 1000 emendamenti da Acerbo ma è stato poi approvato come commenta lui stesso «dopo la vittoria di D’Alfonso».

Nonostante non fosse obbligata a farlo scive Acerbo, la Giunta Alessandrini ha introdotto dunque la possibilità di aumentare di un ulteriore 30% il volume dei nostri stabilimenti balneari.

«Aumentare ulteriormente il volume degli stabilimenti è un’autentica follia –tuona il coordinatore PRC–  basta fare una passeggiata per la nostra riviera per rendersi conto di quanto siano cresciuti grazie a una politica complice e irresponsabile i volumi sul nostro arenile rendendo per molti tratti invisibile e inaccessibile la nostra spiaggia e il nostro mare.

A Pescara di tutto si sente la mancanza meno che di stabilimenti ancor più ingombranti.

Vi sono anche altre modifiche negative su cui ritorneremo ma è bene oggi sottolineare l’indignazione e invitare la Giunta e la maggioranza a fare marcia indietro rispetto a un testo sul quale non sono nemmeno state consultate le associazioni ambientaliste e i comitati».

Acerbo poi si chiede come le organizzazioni di categoria dei balneatori possono pensare di ricevere solidarietà rispetto alla Bolkstein se poi chiedono di poter continuare con comportamenti così contrari alla tutela di un bene demaniale, «dietro la proposta di questo “piano spiaggia” è ben visibile il ruolo degli stessi personaggi –commenta– che per ingraziarsi i balneatori hanno evitato di mettere i cartelli con i divieti di balneazione la scorsa estate. Una politica lobbistica ed elettoralistica da terzo mondo che rischia di deturpare definitivamente la nostra spiaggia.

Di ben altro piano demaniale avrebbe bisogno Pescara!

Le cose non stanno come le ha raccontate al Messaggero il vice-sindaco Enzo Del Vecchio: “Siamo obbligati a recepire quel provvedimento”. Una vera balla. L’aumento del 30% è una possibilità prevista nel Piano Demaniale Regionale votato da “centrosinistro” e centrodestra ma il Comune non ha l’obbligo di recepire quanto previsto nel comma 25 dell’articolo 5 delle NTA del Piano Demaniale Marittimo regionale:“per i comuni fino a 100.000 unità il parametro massimo di metri quadrati 250 è incrementato del 30%”».

Come ha spiegato il Prof. Stefano Civitarese in un parere reso al Presidente della commissione urbanistica del Comune di Pescara,

i comuni hanno il potere di specificare le previsioni regionali con il limite di non entrare in contraddizione (…) Nella maggior parte dei casi si fissa un obiettivo minimo da perseguire (direttiva) o si stabilisce un limite massimo per i vari tipi di insediamenti consentiti (conformazione del territorio), lasciando evidentemente alla discrezionalità del pianificatore comunale l’opzione se perseguire obiettivi più “ambiziosi” o fissare limiti inferiori a quelli massimi consentiti


«Tra i commi che fissano i limiti massimi, che quindi il Comune può decidere di non raggiungere, Civitarese cita proprio il comma 25 dell’articolo 5 –fa notare Acerbo–

La Giunta poteva dunque non recepire ma lo ha fatto. Alessandrini ancora una volta purtroppo segue le indicazioni di D’Alfonso, anzi in questo caso pure quelle di Riccardo Padovano. Ora la proposta deve essere approvata dal Consiglio Comunale. La città assisterà passivamente?

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