martedì , 23 Aprile 2024

L’ultimo saluto a Boris Colazzilli storico fondatore di Radio Citta’

Acerbo ricorda come negli ultimi tempi, Boris compatibilmente con i suoi impegni di lavoro e con la cura della famiglia si stava dedicando proprio ai lavori di riapertura della nostra emittente. E’ stato Boris il fondatore della radio, sua l’idea di dare vita alla radio e di farlo in forma comunitaria e non come business ma come punto di riferimento, aggregazione, comunicazione, catalizzatore di tutte le situazioni non allineate e creative nel nostro territorio, veicolo di socialita’ divertita e divertente, di buona musica e  punti di vista altri rispetto al mainstream, per dare voce alle nostre lotte ma anche alle tante cose belle che e’ un peccato che rimangano per pochi.

«La musica che passione, ritmo vitale e buone vibrazioni, ritmo e consapevolezza. Se una cosa e’ bella non puo’ essere per pochi intenditori. La bellezza e l’energia della musica come propellente spirituali per non arrendersi alle meschinita’, per cercare di essere all’altezza dei propri valori e dei propri sogni.

Non c’e’ comunita’ senza comunicazione – scrive Acerbo ricordando il compagno– E quindi se doveva lavorare per vivere all’assistenza tecnica delle radio commerciali poi quel sapere voleva metterlo a disposizione degli altri per un progetto che fosse – come diceva sempre – rivoluzionario.

Avevamo fatto tante esperienze radiofoniche. La prima Radio Citta’, Radio Blu, Radiolina che fini chiusa perche’ pirata. Poi chiamo’ a raccolta a Radio Luna i dj amici – praticamente il meglio della scena alternativa pescarese – per fare Lunanotte, ore e ore di palinsesto serale e notturno. Ma essere ospiti di privati anche se amici e’ una cosa, altra mettere su dal nulla una cosa tutta nostra, costruita con le nostre intelligenze e le nostre passioni, una radio di movimento».

Boris parlava sempre di rivoluzione:
la cosa piu’ rivoluzionaria pensava fosse quella di mantenere in vita lo spirito comunitario,
la condivisione disinteressata,
il piacere della buona vita con gli altri, l
a comunicazione tra le persone.

«Ogni volta che una riuscivamo a creare una bella situazione – si trattasse di una manifestazione, di una dancehall, di una festa, di una conferenza, di una performance o di un concerto non aveva importanza – ti abbracciava forte pieno della gioia di chi ama la vita e cerca il lato migliore nelle persone. –scrive Acerbo– Abbiamo tante volte parlato in notti di musica e fraternita’ di come mantenersi fedeli a certe idee elementari ma eterne, di come riuscire a non farci cambiare e non arrenderci. Pensavo che saremmo diventati vecchi insieme a continuare con le “cocce sbiellate” a parlare di musica e rivoluzione». 

Boris si autodefiniva operaio delle antenne ma in realta’ era molto di piu’.
Era il motore spirituale, quello che non si rassegnava mai, sempre pronto a ripartire.
Quello sempre pronto ad aiutare e a risolvere problemi che sembravano irrisolvibili.

«Ogni volta che c’era da fare qualcosa di bello e di giusto se lo chiamavi arrivava e come una sorta di superman alternativo metteva le sue infinite competenze tecniche a disposizione. 

Credo che tutti gli amici e le persone che lo hanno conosciuto possano raccontare mille storie incredibili in cui il tratto comune era la disponibilita’, la generosita’, il sorriso, la voglia di aiutare il prossimo e di rendere migliore la vita che tutti insieme viviamo.

La cosa che lo intristiva di piu’ era il fatto che le persone si chiudessero in se stesse, in sfere sempre piu’ rstrette, che perdessero il gusto del sentire insieme e di continuare a cercare.

Addio Boris, amico, fratello, compagno di sempre. Diceva il Che che il vero rivoluzionario e’ una persona che nutre profondi sentimenti d’amore. E tu sei stato un vero rivoluzionario.

Ciao Boris, continuerai a camminare al nostro fianco. 

Grazie per tutto quello che sei stato!

Hasta la victoria siempre!

Torneremo a trasmettere. –è la promessa di Acerbo– E ogni volta che accenderemo la radio il primo pensiero sara’ per te».

L’ultimo saluto a Boris, sarà domani 10 marzo alle ore 15 nella chiesa di Moscufo (in piazza)

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