giovedì , 25 Aprile 2024

Renzi a Pescara “con il Masterplan abbiamo fatto un lavoro molto attento per L’Abruzzo”

Sono le ore 19,00 quando gli operai del comune stanno transennando l’area di ingresso al municipio, dove campeggia un maxischermo per la proiezione del discorso del Premier riservato a quanti rimarranno fuori,  si  e’ formata una numerosa folla di cittadini, molti di loro sono gli stessi  che hanno mancato l’ingresso al Teatro Massimo, ma dovranno comunque aspettare.  All’interno gli uomini della sicurezza controllano le borse,  qualcuno mormora che è già pieno e partono i mugugni.

Finalmente si entra e ad accoglierci troviamo una sala consiliare stravolta per l’occasione e il  palco dove parlerà il Presidente del consiglio diametralmente opposto all’emiciclo consiliare.

Un applauso e, sorpresa

Pian piano arrivano i big del Partito democratico, a un certo punto un applauso interrompe il torpore e il brusio di sottofondo, la sala già piena assiste all’abbraccio e una plateale stretta di mano  tra il Governatore della Regione D’Alfonso e l’assessore ribelle Di Matteo,  i due in questi ultimi giorni erano stati protagonisti di  un acceso dibattito, sarà pace fatta? Chissà, a rimarcare il possibile riavvicinamento  e’ di nuovo il Governatore quando stuzzica Di Matteo con una battutina a tono dal palco mentre dà il benvenuto ai presenti.
Ringraziando le forze dell’ordine per il lavoro svolto nella giornata D’Alfonso comunica che sono stati bloccati all’ingresso tre “capelloni” (evidentemente l’esperienza del teatro circus ha fatto abbassare la soglia di tolleranza) e rivolgendosi ai contestatori che vedono e ascoltano già da fuori sul maxischermo facendo sentire i loro fischi,  aggiunge di rispettare chi la pensa diversamente ma che il regolare svolgimento di un momento comune merita lo stesso rispetto anche da chi e’ contrario.

L’Arrivo di Renzi, Masterplan e controlli incrociati

Arriva il Premier e dalla sala parte un fragoroso applauso, prima del suo intervento politico il Primo Ministro non ha mancato di ricordare gli appuntamenti della giornata a Pescara al porto turistico, l’inaugurazione della scuola di Spoltore e soprattutto l’impegno preso con il con il masterplan “Abbiamo fatto un lavoro molto attento per L’Abruzzo. Adesso ci sono dei soldi per la regione ma si decide prima dove vanno, quando, come, chi controlla. D’Alfonso controlla me, io controllo lui e entrambi siamo controllati da sindaci e soprattutto cittadini che finalmente sanno come saranno investiti i loro soldi. E’ una rivoluzione di metodo”.  

Il dibattito referendario

Per il referendum che ha inteso lui stesso una “chiacchierata” ha commentato “Quelli del No sono gasati sul referendum. Dopo la vittoria di Trump, sembra che Salvini abbia vinto il Michigan. Bisogna che qualcuno glielo dica che non ha vinto in Pennsylvania ma che ha perso Varese l’ultima volta. Proprio oggi è accaduto un fatto straordinario, l’ennesimo ricorso contro il quesito referendario è stato respinto”.
Non è mancato il riferimento al gruppo di contestatori che con fischia e urla inneggiavano il dissenso in piazza insieme ai cittadini intervenuti ad ascoltare  “ Nella vita c’è chi fischia e c’è chi rischia” ha chiosato Renzi.

Campanili e riforme

Nel parlare della litigiosità insita nella politica e della disponibilità a discutere il premier non ha mancato di fare un riferimento alla sua Firenze e al rapporto con Pisa, ai guelfi e ghibellini, cogliendo anche un’analogia su Pescara-Chieti. Nel parlare della riforma, Renzi ha commentato “Nasce da 35 anni di discussione politica e istituzionale” e ha ricordato “sia la tradizione cattolica democratica con Dossetti nel 1951 che quella comunista-socialista con Iotti a Piombino 1979 avevano palesato la necessità di superamento del bicameralismo paritario”.

In ultimo ha invitato la platea a “non vivere questo momento referendario con rabbia e odio ma cercare di far capire al vicino di casa, ai propri amici e conoscenti il merito della riforma e la semplificazione dell’Italia la necessità di cambiamento.  Il racconto – ha aggiunto – non è la deriva autoritaria o il rischio democratico di cui molti parlano” (facendo riferimento ironico a Casa Pound che teme una deriva autoritaria).

“Noi vogliamo distruggere la burocrazia ma non perdere un’occasione che si ripresenterà almeno tra venti anni. Se volete mettere in gioco il futuro dei vostri figli, datemi una mano a contattare sinceramente le persone e spiegare loro le ragioni della riforma”.

matteo renzi pescara mlus1555

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