venerdì , 29 Marzo 2024

Strada Parco, i comitati in una lettera aperta: “Quante stranezze sulla Filovia di Pescara e sul PUMS che la esalta impropriamente”

Pescara- I comitati a difesa della Strada Parco nella funzione sociale di greenway, non interverranno domani alla seduta aperta del Consiglio Comunale Straordinario convocato dall’amministrazione di Pescara per la presentazione del PUMS, non saranno presenti per ‘amarezza nei confronti delle istituzioni’  dichiarano i cittadini riuniti da 10 anni a difesa della strada parco,  hanno deciso invece di affidare il loro pensiero in una lettera aperta all’Amministrazione comunale, la stessa che domani verrà letta da una loro rappresentante durante i lavori di consiglio.
Pubblichiamo in anteprima e per esteso il pensiero dei comitati.

 

Egregio Presidente,  Avvocato Francesco Pagnanelli, Signori Consiglieri,
 
In occasione del Consiglio comunale in adunanza straordinaria con sessione aperta, convocato il 13 corrente, alle ore 16.30, al quale i comitati scriventi, in rappresentanza dei residenti di Via Castellammare Adriatico, hanno deciso di non intervenire per la profonda amarezza maturata nei confronti delle Istituzioni dopo dieci anni di mancato ascolto delle loro buone e sacrosante ragioni, sottopongono all’attenzione dei signori Consiglieri alcune brevi considerazioni che saranno lette all’Assemblea dalla Signora Antonella De Cecco a chiarimento di così tanta delusione.
A gennaio scorso, l’assessore alla mobilità  – nel vantare il valore strategico della Filovia di Pescara – aveva dichiarato alla stampa locale che sarebbero subito ripartiti i lavori sulla strada parco, fermi dal marzo 2015 giacché ufficialmente conclusi a giudizio dei responsabili del procedimento. A distanza di sei mesi, gli unici interventi realizzati da ALPIQ – subentrata alla cessata Balfour Beatty Rail nel ruolo di capofila mandataria dell’appalto pubblico incompiuto – hanno riguardato il taglio disordinato dei rami degli alberi che interferivano pericolosamente col doppio bifilare al servizio del filobus, funzionale alla “visita di consistenza” eseguita il 7 marzo decorso dal filobus gentilmente offerto dalla città di Chieti, il cui verbale tarda a vedere la luce. A sua volta essenziale per poter pervenire all’auspicata tardiva risoluzione a debito del contratto di fornitura stipulato il 21 maggio 2007, mai onorato dall’appaltatore. Il quale, non è stato neppure in grado di fornire un filobus alternativo equivalente al Phileas olandese, la cui ditta costruttrice – APTS di Helmond – ha dichiarato fallimento il 25 novembre 2014. Una potatura operata alla meglio dagli elettricisti, come tali privi della maestria specifica, che ha finito per squilibrare le chiome del patrimonio verde a dimora, col conseguente pregiudizio procurato alla salute e alla stabilità degli alberi, a rischio caduta. Nessun intervento, viceversa, è stato mai programmato sulla riqualificazione del sottofondo stradale, inidoneo a sostenere il traffico pesante, la messa a norma dei marciapiedi impraticabili e della pista ciclabile discontinua e sconnessa, l’indispensabile eliminazione delle barriere architettoniche, per la gran parte insuperabili data la mancanza di spazi idonei allo scopo, che rendono inaccessibili le banchine di fermata, tutte da rimodulare, ai portatori di disabilità, agli anziani con difficoltà di deambulazione, persino alle mamme con passeggino; da ultimo, neppure sul vetusto impianto di illuminazione suscettibile di integrale sostituzione da parte di Enel Energia.
Nondimeno, nel PUMS di recente presentato alla stampa, l’assessore competente ha insistito ripetutamente sull’esigenza imprescindibile di estendere il sistema filoviario a tutta l’area vasta metropolitana. Omettendo di considerare sia il mancato completamento a regola d’arte dei lavori del primo lotto (per nulla completo al 98 per cento) quindi ben lontano dalla regolare entrata in esercizio in condizioni di sicurezza e piena continuità di funzionamento, sia il sopravvenuto annullamento del bando di gara per l’assegnazione della progettazione definitiva del secondo e terzo lotto dell’impianto, nel frattempo opportunamente deliberato dalla Regione Abruzzo proprio in ragione dell’accertata inconsistenza delle opere malamente eseguite sul primo lotto. http://trasparenza.tuabruzzo.it/uploads/model_10/gara_322_2015/annullamento_bando_322.pdf
A ciò si aggiunga che, sul mercato internazionale degli autobus, non risultano oggi in produzione veicoli “alternativi equivalenti” al fallito Phileas, di cui al Codice dei pubblici appalti. Vale a dire filobus di diciotto metri dotati di batterie di ultima generazione in grado di garantire la sufficiente autonomia di marcia nei tratti sprovvisti del filo aereo, peraltro dotati di vincolo di assistenza alla guida che costituisce il caposaldo essenziale del cospicuo finanziamento allegramente confermato dal CIPE a dicembre 2002, ai sensi della Legge n. 211/1992: indispensabile requisito tecnico dei vettori previsti in esercizio su carreggiate di dimensioni inferiori al minimo di 7,50 m, qual è appunto Via Castellammare larga sette metri e in più punti assai meno, in conformità al Codice della Strada. 
Nelle condizioni date, il PUMS è incentrato su un’opera pubblica che da un quarto di secolo si è rivelata impraticabile sul tracciato malamente prescelto. A giudizio dei comitati, l’impianto era, resta e resterà di assai improbabile realizzazione. Meglio, allora, sarebbe impiegare – in linea con le scelte adottate dalli città più evolute – un veicolo elettrico dotato di batterie di ultima generazione, privo delle ridondanti infrastrutture fisse, da impiegare su corsie riservate ritagliate sulle principali direttrici di traffico veicolare, ove peraltro sussiste la molteplicità di servizi e risulta espressiva la pertinente domanda di trasporto pubblico. Così da togliere spazio alle auto private da scoraggiare nell’impiego eccessivo, anziché ai ciclisti e ai pedoni della strada parco, che da vent’anni fruiscono di un bene comune infungibile per il benessere e la complessiva qualità della vita di un quartiere ad eccessiva antropizzazione e alta densità abitativa. L’impiego sull’unico Viale ciclo pedonale di cui dispongono i pescaresi di serpentoni lunghi diciotto metri, previsti dal PUMS a doppia corsia di transito nella funzione di metropolitana veloce di superficie su un asse che non è strutturalmente adeguato ad accoglierli nella configurazione vigente del precario stato dei luoghi, sembrerebbe ai comitati un errore storico imperdonabile e incomprensibile, che recherebbe grave pregiudizio alle future generazioni, zero benefici alla mobilità sostenibile, danni ingenti all’Erario dello Stato.
Cordialità e buon lavoro per il bene di Pescara!
I COMITATI NATI A TUTELA DELLA STRADA PARCO NELLA FUNZIONE SOCIALE DI GREENWAY

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