sabato , 20 Aprile 2024

Chieti, il Teatro Marrucino apre la stagione lirica del bicentenario con “La Cenerenola” di Rossini VIDEO

 La Direzione dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara è invece affidata a Gianna Fratta, che distinguendosi in un ruolo che fino a poco tempo fa era quasi esclusivo appannaggio degli uomini, ha diretto le compagini musicali più prestigiose nel panorama internazionale ed è stata insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana per i risultati ottenuti. Nel cast vedremo David Ferri Durà (nel ruolo di Don Ramiro), Mauro Bonfanti (Dandini), Emilio Marcucci (Don Magnifico), Libera Granatiero (Clorinda), Rossella Giacchero (Tisbe), Beatrice Mezzanotte (Angelina, Cenerentola) e Roberto Lorenzi (Alidoro), mentre Fabio D’Orazio condurrà il Coro del Teatro Marrucino. Le scenografie di Alfredo Troisi realizzate da La Bottega Fantastica, insieme ai costumi di Arrigo, evocheranno le magiche atmosfere della celebre fiaba di Charles Perrault nella suggestiva cornice neoclassica del Teatro Marrucino, che da ben duecento anni non manca mai di affascinare i suoi spettatori.

“Iniziano le celebrazioni del bicentenario del Teatro con questa bella opera che nella tradizione orale sarebbe l’opera che è stata rappresentata in occasione dell’inaugurazione del Teatro nel 1818 – ha affermato il presidente del Cda del Teatro Marrucino, Cristiano Sicari – quindi questo è il primo passo per le celebrazioni di questo importante evento per la città di Chieti, per il Teatro e per la regione intera, c’è un ospite d’eccezione che è un amico del Teatro come Michele Mirabella, credo che vada sottolineata anche la direzione d’orchestra a cura della signora Gianna Fratta che l’anno scorso in Senato ha suonato per il concerto della fine dell’anno, quindi in un’occasione assai prestigiosa. Abbiamo coniato un simbolo che renda riconoscibile questo evento che credo poi rimanga impresso anche in futuro per la comunicazione del Teatro, è il segno di un impegno del Consiglio di Amministrazione, Paolo De Cesare e Annalisa Di Matteo, direttore amministrativo Cesare Di Martino, direttore artistico Ettore Pellegrino, ma anche di tutte le maestranze per lasciare un segno che celebri e ricordi questo evento che per noi è assolutamente coinvolgente”.

“Abbiamo deciso insieme alla deputazione di inaugurare la stagione e l’inizio dei festeggiamenti per i 200 del Teatro Marrucino con ‘La Cenerentola’ di Gioacchino Rossini – ha rimarcato il direttore artistico del Teatro Marrucino, Ettore Pellegrino – abbiamo deciso questo perché 200 anni fa questo Teatro venne aperto con un spettacolo tratto da La Cenerentola di Rossini, non c’è stata tutta l’opera rappresentata in forma scenica, solo alcune arie, però noi la riproponiamo 200 anni dopo in una veste allegra, frizzante, giocosa. Il maestro Mirabella è assolutamente la persona ideale per rappresentare un’opera del genere sia per il suo umorismo, per la sua cultura, per il suo saper giostrare un melodramma in maniera molto libera, limpida e fluida. Al contrario de ‘Il Barbiere di Siviglia’ ad esempio che ha delle aree molto orecchiabili per cui il pubblico popolare le ricorda e le canticchia, ‘La Cenerentola’ non ha questo tipo di scrittura, ha un sestetto bellissimo, un quintetto fantastico, ha musiche un po’ più complicate da ricordare e da memorizzare e per questo motivo non ha avuto quel grandissimo successo popolare, almeno inizialmente”.

Oltre ad essere il primo titolo in cartellone per la Stagione lirica 2017 – che prosegue il 24 e il 26 novembre con “La Bohème” di Giacomo Puccini e il 10 dicembre con “Giove a Pompei” di Umberto Giordano e Alberto Franchetti – “La Cenerentola” apre infatti ai festeggiamenti per il Bicentenario del Teatro Marrucino. Una scelta non casuale visto che, secondo quanto è stato tramandato oralmente, fu proprio l’opera rossiniana a dare inizio nel gennaio 1818 alla storia del Teatro teatino, che oggi la Deputazione Teatrale intende celebrare con un cartellone ricco di iniziative. Grandi concerti (UtoUghi, Antonio Pappano, l’Orchestra Filarmonica del Lussemburgo), nuove produzioni, ma anche convegni, esposizioni e momenti d’approfondimento, segneranno le tappe di una lunga festa del teatro e della musica. L’obiettivo non è soltanto ripercorrere la prestigiosa vicenda artistica che ha reso il Marrucino fulcro e memoria tangibile della vita culturale abruzzese, ma anche coinvolgere il pubblico in una grande riflessione collettiva sul ruolo dello spettacolo dal vivo come paradigma dell’identità italiana e volano di sviluppo sociale. E per questa grande occasione lo storico Teatro non poteva non darsi una nuova veste: un nuovo logo e un nuovo progetto grafico che, coniugando tradizione ed innovazione, veicoleranno l’immagine del Marrucino e gli appuntamenti del suo Bicentenario al pubblico di sempre e ad una platea – si spera, sempre più numerosa – di giovani e giovanissimi spettatori.

“Intanto parte il bicentenario che è un evento che riguarda il Teatro Marrucino di Chieti, ma è un evento che deve riguardare e deve sentire tutto l’Abruzzo che lo deve sentire come un evento proprio – ha sottolineato il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio – vogliamo che sia il festeggiamento dei 200 anni del Marrucino, l’11 gennaio del 1818 ci fu l’avvio di questa straordinaria storia del Teatro Marrucino con la messa in scena de La Cenerentola, noi quest’anno riproponiamo quest’anno La Cenerentola il 27 ottobre con la regia del maestro Mirabella, poi inizierà questo lungo anno di eventi di grande spessore culturale, di grande partecipazione che io auspico, sarà un evento che dovrà far capire a tutti che l’Abruzzo ha bisogno di cultura, o meglio della buona cultura per arricchire la propria capacità a livello ambientale, è sicuramente il nostro brand, ma non può prescindere dalla capacità che noi abbiamo di fare e di produrre cultura ed il Teatro Marrucino è indibitabilmente uno di quegli elementi di eccezionale qualità che l’Abruzzo può portare come proprio motore per la cultura. Per mettere su questi eventi innanzitutto ci sono stati finanziamenti comunali, regionali, ma stiamo lavorando anche su dei finanziamenti che i privati vorranno mettere a disposizione del Marrucino e di questo straordinario evento. Sono fondi che serviranno a produrre gli eventi che ci saranno durante l’anno e sono anche finanziamenti che possono essere utilizzati all’interno dell’Art Bonus, cioè degli interventi sulla struttura del Teatro che permetteranno a chi sponsorizza quegli interventi di avere un beneficio fiscale del 65%. Le aziende che hanno la volontà di scrivere il proprio nome al fianco del bicentenario del Teatro Marrucino lo fanno quindi anche ocn un vantaggio fiscale del 65%”.

“È un’opera rappresentata nello stile di Rossini, non ho aggiunto nulla – ha spiegato il regista Michele Mirabella – è stato bello rispettare lo stile di Rossini, la scrittura musicale oltre che la scrittura del libretto che è estremamente brillante, senza sfarzi da opera sontuosa, è un’opera comica, umoristica, con un lieto fine e quando la bontà vince è il vero titolo, quello a cui Rossini si dovette rassegnare perché vinse Cenerentola. È la storia di una bontà che trionfa, lui ne sentiva il bisogno alla fine e forse anche noi. Questo è il bicentenario non solo del Teatro Marrucino ma anche de La Cenerentola che esordì appunto 200 anni fa, nel 1817 edil Teatro Marrucino aprì nel gennaio del 1818 con una Cenerentola, quindi quando proposi questo titolo al bravissimo Ettore Pellegrino fu accolto con grande soddisfazione e ci piacque l’idea che noi fossimo così compresi e motivati”.

Sulle difficoltà che si incontrano nel fare Teatro nel nostro Paese: “Le difficoltà che si incontrano nel fare Teatro sono dovute ad un solo motivo: che non ci sono soldi. Lo Stato italiano, con la Cultura ed il Teatro, la nostra patria è avara, è la nazione che spende meno credo in Europa, la penultima o l’ultima per la cultura. Quindi non ci sono molte ragioni per cui fare Teatro è difficile, ce nìè una sola: perché non ci sono sostanze, non ci sono risorse, finanziamenti, non ci sono soldi”.
Michele Mirabella, oltre al Teatro, ha fatto anche tanta televisione, questa è la sua ricetta per una televisione di qualità: “Tutti sanno qual è la televisione di qualità, non si può far finta di non capirlo: evitare di sfruttare la volgarità, l’ignoranta, il culto tremendamente pagano del successo, della bellezza senza contenuti, evitare le sciocchezze soprattutto, non evitare l’intrattenimento, la televisione è anche intrattenimento, più è serio l’intrattenimento e più funziona, serio non vuol dire noioso ma vuol dire intelligente, quindi serve l’intelligenza”.

 

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