sabato , 20 Aprile 2024

Spettacoli di falconieri nel Parco del Gran Sasso: La SOA “stop a spettacoli con animali, presente fauna protetta”

Gli ornitologi della Stazione Ornitologica Abruzzese hanno scritto ai Carabinieri-Forestali e all’Ente Parco chiedendo lo stop agli spettacoli di falconeria in programma tra pochi giorni a Rocca Calascio, in pieno Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

 

L’uso di falchi e aquile di ogni genere può negativamente incidere sulla fauna protetta a livello internazionale presente in quei luoghi, dal Gracchio corallino alla Coturnice. Si va dal disturbo alla possibile predazione, in un momento delicatissimo come quello dell’inizio della stagione riproduttiva.

 

Dichiara Massimo Pellegrini, presidente della SOA Onlus “La falconeria è considerata una forma di caccia ed è infatti regolamentata dalla legge sull’attività venatoria 157/1992. Pertanto in un’area protetta è evidente che non possa essere neanche autorizzata. Non a caso in queste zone non è possibile addestrare i cani a scopo venatorio o ludico. Inoltre gli animali usati dai falconieri possono fuggire ed interagire con gli individui presenti naturalmente, con potenziale introduzione di patologie, disturbo e/o ibridazione.

 

Infine un discorso a parte merita la questione del significato dell’uso di animali selvatici non addomesticati ma nati in cattività per fare spettacoli per il mero scopo di intrattenimento. Intanto la falconeria nasce con ben altri intenti e scopi e, quindi, un potenziale discorso “storico” e “culturale” non si può certo associare a questi “spettacoli” che si avvicinano più al circo, con tutto quello che ne consegue sotto l’aspetto etico, didattico ed educativo.

 

Se, poi, tutto ciò si svolge ripetutamente in un parco nazionale, in un Sito di Interesse Comunitario e in una Zona di Protezione Speciale, nati per garantire la conservazione e la tutela degli animali selvatici e dove si dovrebbe andare esclusivamente per poterli osservare in totale libertà, ci troviamo di fronte a quelle che appaiono anche possibili violazioni di legge. Auspichiamo, quindi, un immediato intervento delle autorità preposte.

Il falconiere Granati risponde all’attacco della Soa: “animali utilizzati per dimostrazioni di volo e non spettacoli”

 

Giovanni Granati, il  falconiere Abruzzese che porta in giro per il mondo le tradizioni Italiane ed i magnifici territori d’Abruzzo, si trova attualmente in America, impegnato in un tour che lo ha già visto impegnato in numerosi stati per la formazione e la condivisione di un’innovativa tecnica di allenamento dei rapaci che unisce la storia e le tradizioni alle moderne tecnologie, trovando la giusta connessione tra la falconeria e la reintroduzione dei rapaci. Da olter Oceano Granato replica alle osservazioni della SOA

Giovanni Granati

«la falconeria è sì una forma storica di caccia, ma gli animali vengono utilizzati per le dimostrazioni di volo, e non per gli spettacoli, come il dottor Pellegrini di Soa indica nel suo comunicato. Le dimostrazioni vengono effettuate con rapaci non addomesticati alla predazione ed esenti da ogni problematica sanitaria. La falconeria in questa epoca è considerata un importante mezzo di comunicazione ed educazione al rispetto degli animali selvatici, vista la rarità con cui è possibile osservare gli animali in ambiente selvatico e di interesse sociale, in quanto è utilizzata anche per la risoluzione di problematiche sanitarie indotte da piccioni ed altri animali invasivi. Lo studio condotto in America è la dimostrazione di questi intenti e ciò che ha scritto il presidente sia un’erronea interpretazione distorta da altri scopi. Le dimostrazioni inoltre vengono svolte in territorio urbano e non come indica il Pellegrini in territorio protetto o area speciale, autorizzati dal comune di Calascio che vedono in questa attività un ottimo mezzo di attrazione turistica nonché educazione ambientale»

«Sono contento che la Soa non sia esistita prima della registrazione della famosa pellicola “Lady Hawke” – continua con umorismo Granati – altrimenti avremo rischiato di non poter vedere questo capolavoro che ha portato la nostra regione in giro nel mondo proprio come sto facendo io con progetti e film documentari a carattere internazionale»

«Anche io auspico maggior controllo, anche come vice presidente con delega agli animali selvatici dell’associazione ambientalista nazionale “Altra Italia Ambiente” – spiega Granati – delle piccole e medie associazioni ambientaliste regionali e mi impegno, attraverso l’operato degli organi preposti al controllo, ed eventualmente con l’ausilio delle guardie zoofile, a controllare che il bird watching non vada a disturbare le specie selvatiche locali, in quanto rappresenta una pratica, a parer mio, invasiva e dannosa per le specie in riproduzione nel parco (aquile reali, falchi pellegrino e lanario), in quanto gli osservatori, per effettuare fotografie e possibili avvicinamenti, il più delle volte, entrano in aree speciali disturbando i selvatici durante la riproduzione».

 

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