venerdì , 29 Marzo 2024

Bonifica Bussi, Il TAR del Lazio “boccia” il Ministero dell’Ambiente

Accolti i ricorsi di Regione Abruzzo, ARTA, Comune di Bussi sul Tirino e della ditta aggiudicatrice 

Il WWF: «Il dato ultimo è sempre lo stesso, passano gli anni e la bonifica non è stata fatta» 

Pescara – Senza pace la situazione del sito di bonifica di interesse nazionale di “Bussi sul Tirino”: con la sentenza 347/2020 il TAR del Lazio ha dichiarato illegittimo l’annullamento d’ufficio con cui il Ministero aveva azzerato la gara d’appalto, da lui stesso indetta, per la bonifica delle discariche abusive a nord dello stabilimento di Bussi.
Sono stati dunque accolti i ricorsi presentati da Regione, Comune di Bussi sul Tirino, ARTA Abruzzo e dalla DEC-Deme, la ditta aggiudicatrice dell’appalto.  Lo Stato è stato condannato pure a pagare 15mila euro di spese di lite. 
I giudici amministrativi hanno rilevato innanzitutto la legittimazione attiva della Regione Abruzzo nel giudizio in esame, non solo quale ente esponenziale della comunità locale ma anche quale parte del rapporto costituito con l’accordo di programma stipulato nel 2017. Un atto tra Solvay spa, allora proprietaria delle aree in esame, il Ministero dell’Ambiente, la Regione Abruzzo e il Comune di Bussi sul Tirino, era stato infatti stipulato proprio “al fine di garantire il completamento della Procedura di Gara” in esame.

Con un milione e mezzo di euro inoltre la Regione si era obbligata a coprire “ogni ulteriore spesa derivante dalla Procedura di Gara nonché dall’esecuzione e del collaudo dei servizi e lavori oggetto di aggiudicazione”, aspetto che non è stato poi contestato dal Ministero in sede di ricorso. Secondo il Tar il provvedimento di annullamento adottato dal Ministero appare tardivo in quanto adottato oltre il termine di 18 mesi.

Il Tar ha opportunamente ritenuto di affrontare le questioni che appaiono rilevanti nella conformazione della successiva attività amministrativa, evidenziando in particolare la contraddittorietà e l’irragionevolezza dell’agire del Ministero dell’Ambiente e la circostanza che l’esigenza della rapidità nella conclusione dell’iter amministrativo propedeutico alla bonifica di un sito cosi dannoso per l’ambiente non pare aver caratterizzato l’operato del Ministero.

In conclusione, delle tre “criticità” che il Consiglio superiore dei Lavori pubblici avrebbe rilevato, secondo la prospettazione del Ministero dell’Ambiente la prima appare superata così dalla considerazione che, allo stato, l’interesse pubblico sotteso al provvedimento ministeriale di autotutela non può più risiedere oggi nella violazione delle norme della gara pubblica, trattandosi di una gara già conclusa e aggiudicata; mentre le altre due, poiché concernono la progettazione definitiva, dovranno essere risolte nel prosieguo dell’istruttoria e con il parere finale del Consiglio stesso, fermo restando che dovrà tenere conto in modo motivato e circostanziato delle considerazioni della parte privata.

IL WWF “ Si torna al punto di partenza, la gara torna valida a meno di ulteriori sviluppi legali”

«La bocciatura del TAR – questo il commento del delegato del WWF Italia per l’Abruzzo Filomena Ricci – rappresenta l’ennesimo colpo di scena di una vicenda che si trascina ormai da oltre 13 anni, quando furono rinvenute varie discariche abusive a partire dalla prima nei pressi della confluenza dei fiumi Tirino e Pescara. La situazione di aperto contrasto tra il Ministero dell’Ambiente, da una parte, e la Regione Abruzzo e il Comune di Bussi, dall’altra, non rende sicuramente più facile la bonifica che dovrebbe invece essere l’obiettivo principale di tutte le amministrazioni nell’interesse esclusivo della salute dei cittadini e dell’ambiente. Ora si torna al punto di partenza con l’aggiudicazione della gara che torna valida, sempre che non intervengano ulteriori sviluppi nella battaglia legale. Il dato di fondo rimane però sempre lo stesso: le discariche furono scoperte nel 2007, il sito di bonifica di interesse nazionale è stato istituito nel 2008, dal 2007 al 2018 vi è stata anche una gestione commissariale per l’area… ma la bonifica ancora non è stata fatta!». 

Rifondazione Comunista “Bocciato il Ministro e il M5S Abruzzo che lo ha difeso”

“Il Tar ha fortunatamente bocciato il ministro Costa che ha dimostrato incompetenza e protervia. Invece di ascoltare il Comune di Bussi, gli altri enti territoriali e gli ambientalisti, ha dato retta ai suoi dirigenti. Lo hanno aiutato a sbagliare i cinquestelle abruzzesi, o almeno la consigliera Sara Marcozzi, che si è schierata in difesa del ministro. Ora il ministro la smetta e ascolti chi sul territorio fa da tanti anni battaglie ambientaliste. Non faccia perdere altro tempo a una comunità che esige bonifica. Ringraziamo il compagno Salvatore La Gatta per la resistenza che sta dimostrando da anni” È quanto hanno dichiarato dopo aver appreso la notizia Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Corrado Di Sante, segretario provinciale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.

Forum H2O: “Ministro Costa ora chieda scusa agli abruzzesi e rifletta, non ha difeso né l’ambiente né la salute ma i suoi dirigenti che sbagliavano”

Il Ministro dell’Ambiente Costa chieda scusa e rifletta anche sul suo operato e se è in grado di governare adeguatamente la sua struttura ministeriale. Nonostante gli appelli e le puntuali segnalazioni che avevamo fatto, evidenziando tutte le lacune dell’attività ministeriali, ha deciso consapevolmente di difendere gli errori dei suoi dirigenti e non  l’ambiente e la salute dei cittadini” così Augusto De Sanctis del Forum H2O che aveva criticato duramente l’operato del Ministero divulgando una serie di documenti che sono stati poi alla base dei ricorsi e della sentenza del TAR di oggi che annulla il provvedimento con cui il Ministero dell’Ambiente aveva bloccato la gara da 40 milioni di euro che avrebbe permesso una bonifica rapida delle discariche 2A e 2B a Bussi da oltre 100.000 mc di rifiuti.

«Il ministero dell’Ambiente –spiegano gli attivisti del Forum H2O– per 8 mesi si era rifiutato di darci la documentazione sulla gara. Grazie alle nostre fonti abbiamo però scoperto documenti di gravità inaudita che oggi il TAR censura in maniera durissima, con passaggi in cui rileva che il comportamento del Ministero è connotato da “sviamento di potere“, “contraddittorietà e irragionevolezza” in circostanze addirittura “eccentriche“». 

Secondo i giudici del TAR “l’esigenza della rapidità nella conclusione dell’iter amministrativo propedeutico alla bonifica di un sito cosi dannoso per l’ambiente non pare aver caratterizzato l’operato del Ministero nella vicenda di specie“. Il Ministero, dicono anche i giudici, è andato nella direzione esattamente opposta rispetto a quanto richiesto dalla Corte Costituzionale sulla difesa di ambiente e salute. 

Forum H20

«Il TAR puntualmente ha dato torto al Ministero su tutte le questioni controverse che avevamo denunciato. Ad esempio la possibilità di procedere più speditamente con la rimozione diretta dei rifiuti come previsto dalla gara, –ricordano gli ambientalisti– mentre il ministero sosteneva la necessità dell’analisi di rischio esclusa invece dall’Art.242bis sulle procedure semplificate scelte dall’allora commissario proprio per velocizzare la bonifica, come aveva evidenziato già 5 anni fa l’ARTA da ARTA. Che il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che aveva sollevato alcune critiche sul progetto non era definitivo. Che, rispetto a Edison “non sono state provate in giudizio fondate ragioni di impedimento alla possibilità di recuperare comunque quanto si andrà a spendere a tal fine, in danno della stessa responsabile, per la parte da questa non eseguita spontaneamente.”»

“A questo punto – conclude De Sanctis – serve un’immediata inchiesta interna sull’operato dei due dirigenti del Ministero dell’Ambiente Lo Presti e Distaso. Sarebbe ovviamente surreale un ricorso al Consiglio di Stato e speriamo che anche l’Avvocatura, che aveva dato un parere stringato e superficiale, dia lo stesso suggerimento al Ministro. Auspichiamo infine che la procura della Repubblica di Pescara batta finalmente un colpo sui ritardi ultradecennali delle bonifiche a Bussi, magari partendo proprio dalle conclusioni a cui sono pervenuto i giudici del TAR.”

Marsilio: riavviamo subito il confronto istituzionale

“Si tratta di una sentenza importante che conferma la posizione della Regione Abruzzo tesa a bonificare la discarica nel più breve tempo possibile – ha sottolineato il presidente Marco Marsilio – adesso bisogna riavviare subito il discorso politico istituzionale attraverso il confronto tra la Regione, la Provincia e i Comuni interessati, in particolare quello di Bussi. Ringrazio gli avvocati Stefania Valeri e Marianna Cerasoli, dell’avvocatura regionale, per il lavoro svolto e il risultato ottenuto che consentirà ora di intervenire celermente. Mi auguro infatti che Il Ministero dell’Ambiente desista e non continui in una battaglia giudiziaria amministrativa che non farebbe il bene nell’ambiente nelle aree inquinate”.

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