domenica , 28 Aprile 2024

Nuovo stemma per la Regione Abruzzo: D’Alfonso ironizza “che splendida koinè!”

Chieti – È stato presentato ieri , al museo archeologico nazionale di Villa Frigerj, a Chieti, il nuovo stemma della Regione Abruzzo. La composizione grafica del nuovo stemma della Regione Abruzzo, approvato con una specifica legge dal Consiglio regionale, consiste in uno scudo sannitico interzato in sbarra d’argento, di verde e d’azzurro, sul quale è posto il Guerriero di Capestrano, rappresentato a figura intera, in forma stilizzata. 

Sostanzialmente immutata rispetto alla versione precedente la base dello stemma con i suoi tre colori nelle bande che rappresentano, nell’ordine, le cime innevate del Gran Sasso, della Maiella, del Sirente, del Velino e dei contrafforti appenninici, i boschi, le colline ed il Mar Adriatico.
Al di sopra dello stemma è posta la denominazione “REGIONE ABRUZZO ” in lettere maiuscole d’oro. Sotto lo scudo è indicato il motto “GENTIVM VEL FORTISSIMARVM ITALIAE” in caratteri maiuscoli.
 

D’ALFONSO: IL NUOVO GONFALONE RISOLVERA’ TUTTI I PROBLEMI DELL’ABRUZZO

Il restyling dello stemma non è passato inosservato all’ex Presidente della Regione Abruzzo e ora Deputato del Partito Democratico, Luciano D’Alfonso che in una nota tagliente ha ironizzato così:  «Finalmente l’Abruzzo ha il suo nuovo stemma. Un evento atteso da anni, che pone fine a tutti i problemi della regione. 
Grazie a questa mirabolante novità, la percorrenza dei treni per Roma scenderà sotto le due ore, l’aeroporto accoglierà voli da tutto il mondo, i cantieri che funestano l’A14 chiuderanno ad horas e la disoccupazione sparirà. Gloria nell’alto dei cieli a questa maggioranza regionale che ha partorito – in soli 18 mesi – un provvedimento di tale portata.
I soliti pozzangheristi diranno che si tratta di un fatto marginale e tutto sommato superfluo, che i 70.000 euro pagati alla società di comunicazione che ha elaborato il nuovo simbolo sono eccessivi, che altre sono le priorità di questo territorio. Qualcuno oserà persino insinuare che è brutto.
Sappiamo bene che si tratta di barellieri dell’odio, i quali non comprendono le necessità del popolo abruzzese, le sue peculiarità storico-culturali, la solenne volontà di identificarsi in un simbolo che unisce le due anime della regione: una frase di Plinio il vecchio riferita ai Sanniti, sormontata dall’immagine di una statua picena (il Guerriero). Che magnifica crasi, che splendida koinè!
Rinsaldati nell’animo da questa magnifica notizia, guardiamo al futuro con maggior fiducia e con l’auspicio che questa maggioranza di vanesi incapaci vada a casa dopo il 10 marzo.» Ha concluso D’Alfonso.

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