venerdì , 29 Marzo 2024

A Pescara cerimonia per il 40esimo anniversario della scomparsa di Emilio Alessandrini

In piazza i bambini della primaria Alessandrini di Ari, le classi IV e V, A e B della primaria Flaiano, gli studenti dello scientifico di Penne e Da Vinci di Pescara. Prima dei discorsi, Matteo Mascitelli, allievo del Conservatorio Luisa D’Annunzio, ha eseguito il Silenzio con la sua tromba, poi si sono susseguiti i ricordi, conclusi dal Prefetto Gerardina Basilicata che ha ricordato il valore di Emilio Alessandrini quale servitore dello Stato e ha ricordato tutti gli altri uomini, donne e cittadini scomparsi prematuramente e colpiti perché impegnati in nome dello Stato.

La cerimonia è poi proseguita al Cinema teatro Massimo con la proiezione di un video sulla vita del magistrato e, a seguire, l’esibizione della Banda della Polizia di Stato, con un concerto dedicato alla sua memoria.

Emilio Alessandrini sarà inoltre ricordato il 1° febbraio in Tribunale a Pescara, nell’Aula a lui dedicata, in occasione del Convegno dal titolo “Diritti Infranti- Strategie del terrore e le risposte dello Stato”, a cura dell’ANM.

 

“Siamo onorati di rendere onore a un uomo di Stato quale fu Emilio Alessandrini – così il presidente del Consiglio Comunale Francesco Pagnanelli – Un uomo colpito perché faceva bene il suo lavoro, una forza della legalità del quale abbiamo il dovere di tramandare la storia e la memoria. Un messaggio importante soprattutto per i giovani che sono presenti numerosi e che non fanno mai mancare la propria attenzione e la volontà di non dimenticare”.

 

“Questi 40 anni, considerando quello che sta succedendo in occasione dell’anniversario della morte di Emilio Alessandrini, rendono ancora più forte la voce di chi ha subito perdite così ingenti per mano del terrorismo – così il sindaco Marco Alessandrini –  All’inizio di questo viaggio e per molti decenni c’è stato un assordante silenzio rispetto a tutto ciò che era il terrorismo. Per anni se ne è parlato poco e solo tramite la voce di coloro i quali quella violenza l’avevano portata, lasciando ai tribunali e alle sentenze l’elaborazione di quel periodo della vita del nostro Paese.

Sono passati i decenni, cambiano le sensibilità e viene ascoltata anche la voce di chi quella violenza l’ha subita, pagando come nel caso di Emilio, la colpa di fare né più ne meno che il proprio lavoro con passione, coraggio e tenacia. Lui era un riformista e all’epoca per aumentare la possibilità di scontro era proprio eliminando i riformisti che si toglieva di mezzo un cuscinetto che teneva insieme le distanze eversive e la risposta dello stato. Sono felice che ci siano i bambini e i ragazzi alla commemorazione: mai e poi mai avrei pensato che nelle scuole si potesse parlare di Emilio, questo ragazzo che troppo presto se n’è andato, ad appena 36 anni, ma che ha lasciato un segno in questa breve e a volte tormentata, ma sempre onorevole storia della nostra Repubblica”.

 

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