venerdì , 26 Aprile 2024

Disegno di Legge sulla gestione dei corsi d’acqua in Abruzzo, il WWF lo boccia

IL WWF “IL DOCUMENTO VA COMPLETAMENTE RIPENSATO, SI APRA UN CONFRONTO SERIO SULLA GESTIONE E SUL FUTURO DEI FIUMI ABRUZZESI

Pescara – Era prevista per questa mattina nella seconda Commissione Consigliare, la discussione per il Disegno di Legge (DL) NORME IN MATERIA DI GESTIONE DEI CORSI D’ACQUA E DI INTERVENTI DI MANUTENZIONE FLUVIALE A COMPENSAZIONE”, presentato dalla Giunta Regionale abruzzese, rinviata a data da desstinarsi. Il WWF, convocato in Commissione, ha inviato le proprie osservazioni al documento chiedendo di rigettare completamente la proposta e rivederla nei contenuti e nell’impostazione. 

I fiumi abruzzesi, come in parte viene descritto anche nella relazione che accompagna il DL, subiscono pesanti impatti antropici: ampiezza e portata ridotte da opere idrauliche in alveo,asportazione di materiale dal letto dei fiumi e dunque dalla fascia litoranea,  tagli alla vegetazione ripariale, canalizzazioni, ecc., ma la proposta normativa della Regione Abruzzo non prevede iniziative concrete di riduzione del degrado e di riqualificazione ecologica dei fiumi. 

Anzi, paradossalmente, quanto previsto dal DL potrebbe aumentare l’impatto sugli ecosistemi fluviali perché favorisce l’asportazione del materiale litoide dagli alvei (finanziando addirittura l’intervento con lo scomputo del costo del valore del materiale, un vero regalo ai cavatori!) e la conseguente distruzione della vegetazione ripariale. 

Manca la programmazione di interventi che mirino ad eliminare le cause del degrado dei fiumi, come ad esempio la rimozione di sbarramenti o ostacoli lungo i fiumi (almeno di quelli obsoleti), il ripascimento delle aree in deficit di sedimenti per favorire anche il rallentamento dell’arretramento costiero, la rinaturazione delle sponde e/o il recupero delle aree di esondazione naturale dei fiumi. Senza azioni concrete volte alla rimozione delle cause è più che evidente che i problemi, enumerati nella relazione al DL, permarranno. 

Bisognerebbe garantire, piuttosto, una manutenzione che assecondi la naturale dinamica fluviale, e dunque che valuti anche l’opzione del ‘non intervento’, tutelando, invece, i servizi ecosistemici e intervenendo soltanto dopo un’attenta valutazione del problema e sulla base di piani redatti attraverso competenze interdisciplinari. 

Come dimostrano gli stessi estensori del DL, questo tipo di approccio, pur se richiesto a gran voce dall’Europa, stenta ad affermarsi non solo in Abruzzo, ma in generale in Italia, manca un’adeguata cultura a riguardo, quella del “lasciar fare alla Natura”, così come sono ancora carenti le capacità progettuali diffuse, che fanno capolino solo timidamente: ne sono esempi positivi il progetto di rinaturazione sul Sangro in Comune di Scontrone o il progetto da 357 milioni di euro, proposto da WWF e ANEPLA (Associazione nazionale Estrattori Produttori lapidei e affini di Confindustria), inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la rinaturazione del Po. 

La Giunta Abruzzese dovrebbe, coerentemente con la vigente legislazione, con le normative europee e con la Strategia Europea per la biodiversità entro il 2030, adoperarsi a ridurre la vulnerabilità del territorio per aumentarne o ripristinarne la resilienza rispetto a eventi che si sono fatti sempre più frequenti ed estremi (alluvioni catastrofiche, siccità straordinarie…), cambiando l’attuale approccio predatorio sui fiumi.  

Una simile legge, semmai incautamente approvata, peggiorerebbe le condizioni delle aste fluviali; non avrebbe alcun peso, se non negativo, nella prevenzione delle alluvioni; aumenterebbe la fragilità del reticolo fluviale regionale a fronte dei cambiamenti climatici già in essere; e per ultimo creerebbe persino incongruità anche economiche, nonché immotivati privilegi, nel settore del mercato del materiale di cava. 

Il WWF chiede quindi di bloccare il DL in oggetto e di avviare un confronto serio sulla gestione e sul futuro dei fiumi abruzzesi anche per definire urgentemente il contributo che la Regione Abruzzo intende fornire per raggiungere gli obiettivi e mantenere gli impegni fissati dalla Strategia Europea della Biodiversità, identificando i fiumi che si intende riqualificare e riconnettere anche rimuovendo sbarramenti e barriere che ne impediscono la naturale continuità e promuovendo interventi di rinaturazione fluviale. 

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