venerdì , 26 Aprile 2024

Filovia: PD Montesilvano,’I lavori saranno conclusi prima dello screening?’

A tornare sull’argomento ed evidenziare le criticità sulle attuali modalità di completamento è la segretaria del Partito Democratico di Montesilvano.

“In netta controtendenza con la vicina città di Pescara, il cui Sindaco Alessandrini nel dire stop al cantiere ha invocato una «rivisitazione complessiva dell’opera», – dichiara Di Costanzo – il Sindaco Maragno, ha preferito non prendere una posizione critica di opportunità dell’opera, così come pensata, per la sua comunità, e dunque i lavori continuano a ritmo sostenuto”.

Secondo l’esponente PD, l’ordinanza del Comando di Polizia Locale affissa alla recinzione del cantiere non fa riferimento ad alcuna Determina Dirigenziale o Ordinanza del Sindaco per il riavvio dei lavori. “Al punto 2 dell’ordinanza si fa riferimento al verbale di riconsegna temporanea delle aree al fine del loro utilizzo per i lavori di riqualifica strutturale della pavimentazione stradale ed alla posa delle condutture aeree di che trattasi. Non è ben chiaro dunque chi abbia autorizzato il riavvio dei lavori, se ci sia una chiara volontà amministrativa con atto dirigenziale o un atto del Commissario.
“Tuttavia a prescindere da ciò, anche nel caso si trattasse del Commissario prefettizio, non essendo questo un atto di ordinaria amministrazione, sarebbe stata opportuna una posizione politica chiara del Sindaco che, avesse preso in considerazione i comitati cittadini e soprattutto l’iter autorizzativo ambientale necessario per validare la realizzazione dell’opera.

E’ evidente nel caso di Maragno, un disimpegno ad assumere una posizione chiara nei confronti di un’opera che è tanto polemizzata e piena di criticità. Si può essere a favore o contro la strada parco, in ogni caso i cittadini e i comitati hanno il diritto di essere ascoltati e le autorità hanno il dovere di rispettare le procedure autorizzative, così come ha agito in maniera responsabile il Sindaco Alessandrini”.

“Il Comune di Pescara – sottolinea la segretaria PD – alla luce delle criticità ravvisate e del conseguente diniego dirigenziale alla riconsegna delle aree ha stoppato la riapertura del cantiere, che, disattendendo la prima indicazione della ditta appaltante di inizio lavori su Via Acqua Corrente (in territorio di competenza del Comune di Pescara), è stato allestito al di là delle Najadi, proprio in territorio montesilvanese, che non ha opposto le stesse resistenze”.

Il secondo aspetto che non va dimenticato è la procedura di screening non ancora conclusa.
“L’opera – ricorda Di Costanzo – è subordinata a Valutazione di assoggettabilità ai sensi art. 20 D.Lgs. 152/06 e ssmmii.
Dunque ci chiediamo come sia possibile che le due città interessate dallo stesso progetto prendano due decisioni così contrastanti. O meglio, com’è possibile che la condizione necessaria per la ripresa dei lavori ovvero il completamento della procedura di screening valga per uno dei due comuni e non per l’altro”.

Tra l’altro, è recente la notizia che il 30 ottobre prossimo il Comitato regionale VIA dovrà riesaminare il progetto (odg:”Pendenze derivanti dal contenzioso collegato alle procedure di VIA. Comunicazioni”).

“Come ribadito anche dal TAR, fino a completamento della procedura di screening i lavori ai sensi dell’art. 29 del TU ambientale dovrebbero essere sospesi.

Diversamente, a Montesilvano, disattendendo questo aspetto, il cantiere sta continuando a ritmo accelerato, procedendo alla riqualificazione strutturale della pavimentazione stradale e a stretto giro all’elettrificazione. Così per la fine del mese – data di riunione del Comitato VIA – lo stato dei luoghi risulterà già sufficientemente compromesso, da condizionare pesantemente il giudizio del Comitato in considerazione dell’irreversibilità dell’opera.

Dunque mentre Pescara sta facendo le giuste resistenze, Montesilvano avendo consentito la riapertura del cantiere si sta esponendo ad una grossa responsabilità, trattandosi di opere che dal punto di vista giuridico sono illegittime mancando del titolo ambientale”.

“Inoltre – aggiunge Di Costanzo – gli interventi che procedono sulla strada parco sono ben lungi dal contemplare il rinforzo della corsia del filobus, nemmeno in corrispondenza del percorso delle ruote del mezzo, (rinforzo inteso come massetto di cemento armato , necessario, secondo quanto suggerito sul sito della stessa Ditta che fabbrica il mezzo, per impedire la formazione di “ormaie” cioè cedimenti strutturali dell’asfalto, dovuti alle 30 tonnellate di peso del filobus, in corrispondenza del percorso delle ruote). In realtà i lavori attengono lo scavo e la colata di cemento intorno ai tombini per evitare che i tombini sprofondino sotto il peso del filobus.
Per quanto riguarda il massetto di bitume, quello attuale cristallizzato con l’usura del tempo sarà sostituito con un nuovo massetto di bitume rinforzato con fibre polimeriche che sono leggermente più resistenti rispetto al tradizionale ma non garantiscono la solidità per venti anni dell’opera come prescritto da contratto”.

“Siamo ben lungi – continua la segretaria PD – anche dal realizzare il lavoro propedeutico alla installazione dei magnetini, che hanno bisogno di un ancoraggio ben saldo per rimanere orientati nel verso giusto, e che servono per delineare il percorso obbligato del mezzo sia per l’accostamento alle fermate, sia per evitare che i 2 filobus che si incrociano vadano a impattare tra di loro (rischio consistente, viste la larghezza dei mezzi -circa 3 metri con gli specchi retrovisori- e la ristrettezza delle corsie, da 3 metri a 3 metri e mezzo dove la Strada Parco è più larga).
Diversamente nel bitume il magnete non garantisce un sistema di guida vincolata, inficiando il nulla osta definitivo per la sicurezza e dunque la messa in esercizio dell’impianto”.

“Una questione che non può passare inosservata, soprattutto se il comune persevera nel sostituirsi alla ditta nel lavoro di rimozione delle barriere e nelle spese corrispondenti.

In conclusione alla luce di tutte queste criticità imputabili al mezzo impattante, i marciapiedi non a norma con diverse barriere architettoniche, il costo di acquisto e di esercizio insostenibili per la fiscalità generale, qualsiasi Sindaco coscienzioso e responsabile ha il dovere di ponderare le sue scelte per il bene effettivo della collettività.

Un’opera che così come pensata costituirebbe un danno alla qualità della vita senza garantire la concreta funzionalità del servizio e di concreto collegamento con TPL di una vasta area (se si considera che a Nord di V.le Europa, ci sono villette!)
Il rischio dunque è di sperperare denaro per un’opera di cui non è garantita la funzionalità e soprattutto l’efficienza di collegamento, distruggendo un patrimonio quale la strada parco senza dare in cambio un servizio utile di trasporto pubblico funzionale alla collettività.

Di questo un Sindaco responsabile deve rendere conto ai cittadini”.

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